2024-02-06
I respiratori fanno piangere Elkann
Per Fda, gli apparecchi usati in America e prodotti da Philips, di cui Exor è dal 2023 una grande azionista, hanno ucciso 561 persone. Le toghe si muovono anche da noi.La Exor di John Elkann dall’estate scorsa è il maggior azionista della Philips. Ha comprato il 15% delle quote, spendendo 2,6 miliardi. L’operazione, però, rischia di trasformarsi in un disastro finanziario, visto che il gruppo olandese è accusato di aver provocato la morte di centinaia di persone. La Food and drug administration (Fda), l’agenzia Usa per la salute, ha stabilito che i respiratori Philips per il trattamento delle apnee notturne e di altri disturbi alle vie respiratorie hanno provocato almeno 561 vittime. Per questo ha imposto il divieto di vendita delle apparecchiature in tutti gli Stati Uniti (sospese dal 2021), oltre al pagamento di una multa di 400 milioni di dollari. Si può immaginare che i guai per l’azienda controllata da Exor siano solo all’inizio, considerato che la Fda dichiara di aver ricevuto 116.000 denunce per il cattivo funzionamento dei respiratori. In casi di questo genere, infatti, la magistratura americana si è dimostrata assai severa nei confronti delle imprese che causano danni ai consumatori. Figuriamoci in presenza di un numero di morti tanto rilevante. La Philips si è sempre difesa sostenendo che non c’è la prova che i decessi siano stati provocati dal cattivo funzionamento dei suoi respiratori. La strategia, tuttavia, per il momento non sembra convincente. La magistratura, infatti, si è già mossa anche in Italia. La Corte d’Appello di Milano ha dato ragione ai pazienti che avevano denunciato la nocività dei respiratori Philips. La sentenza, emessa giovedì 1° febbraio, era partita da un’inchiesta di Report. La multinazionale deve pagare una penale di 20.000 euro per ogni giorno di ritardo nel ritiro e sostituzione dei suoi prodotti, a partire dalla data del 30 giugno 2023. Il processo è nato da una class action proposta dall’Associazione apnoici italiani e da Adusbef per conto di più di 100.000 pazienti italiani. Secondo la Fda, la schiuma poliuretanica a base di poliestere utilizzata nei dispositivi per ridurre il suono e le vibrazioni può rompersi, con pezzi neri di schiuma o sostanze chimiche invisibili che possono essere inalate o ingerite dalla persona che utilizza il dispositivo. «Questi problemi potrebbero potenzialmente provocare lesioni gravi e richiedere un intervento medico per prevenire lesioni permanenti», hanno affermato gli sceriffi Usa. Lo scandalo dei respiratori era ben noto agli uomini di Elkann. Anzi era stata proprio l’esplosione dello scandalo in estate a spingere Exor a prendere il 15% di Philips e quindi il controllo. Il titolo era crollato vicino ai minimi storici intorno a 17 euro per poi recuperare fino a 19,3 euro dopo l’annuncio dell’ingresso di Exor. Il tempismo sembrava perfetto perché Philip sembrava aver superato il suo momento peggiore: i conti del secondo semestre del 2023 segnalano un ritorno all’utile, benché ridotto (appena 74 milioni, dopo la perdita per 660 milioni nella prima metà dell’anno), e una marginalità industriale che si attesta al 15% dei ricavi; anche il flusso di cassa libero è tornato positivo a giugno. Philips prevede di chiudere il 2023 con ricavi in crescita a una cifra. Tutto di guadagnato, pare, per Exor. Ora però i nuovi problemi, che la multinazionali olandese spera di superare con una spesa di 400 milioni. A tanto, infatti, ammonta il fondo rischi appostato in bilancio per fronteggiare le cause in arrivo. La Philips non è l’unica presenza nella salute della holding guidata da John Elkann. L’anno scorso ha investito circa un miliardo in «un settore», si legge nella lettera agli azionisti, «che continuerà a crescere nel corso dei prossimi decenni, per rispondere alle esigenze di una popolazione globale che diventa sempre più anziana». Exor possiede il 10% dell’Institut Mérieux, una holding francese che gestisce diverse società di tecnologie sanitarie, e il 45% di Lifenet Healthcare, gruppo sanitario italiano che possiede strutture ospedaliere, centri ambulatoriali e cliniche oculistiche. Attraverso la divisione Exor Ventures, poi, sta sostenendo lo sviluppo di aziende emergenti nel comparto delle tecnologie sanitarie.
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