2018-09-11
I migranti fuggitivi portati al confine dalla Ong «taxista»
Baobab ha scortato a Ventimiglia in bus 34 eritrei scappati da Rocca di Papa e diretti in Francia. Con loro una troupe di La7. Sono arrivati in pullman, scortati da alcuni attivisti e da una troupe televisiva (Piazza Pulita). Sono arrivati domenica sera al Campo Roja di Ventimiglia, un «centro di transito» gestito dalla Croce rossa italiana, che li ha presi in carico offrendo accoglienza, assistenza medica, vitto e alloggio. Secondo le forze dell'ordine si tratta di 34 eritrei, tutti provenienti dalla nave Diciotti: una parte dei 74 migranti che nei giorni scorsi sono fuggiti dal centro di accoglienza di Rocca di Papa allo scopo di lasciare l'Italia e dirigersi in Francia. Altri 17 stranieri erano stati individuati alla fine della settimana scorsa proprio a Baobab, una sorta di centro sociale romano che funge da punto d'appoggio per i cosiddetti «transitanti», cioè gli stranieri che giungono qui irregolarmente e non vogliono presentare richiesta d'asilo in Italia. Raccontando la storia di questi 17 fermati, avevamo parlato di una rete - composta da attivisti e Ong - che aiuta i migranti ad attraversare l'Italia e giungere alle frontiere. Ed ecco che ieri, puntuale, è arrivata la conferma. Non solo Baobab (assieme alla clinica mobile di Medici senza frontiere) offre riparo e assistenza ai migranti, ma addirittura si prodiga per accompagnarli al confine. Nel fine settimana, gli attivisti hanno noleggiato un pullman da una ditta romana, pagando circa 2.000 euro. Hanno fatto salire a bordo una cinquantina di persone, tutti migranti di cui almeno un clandestino. Poi si sono diretti a Ventimiglia. Arrivati al Campo Roja sono stati affidati alla Croce rossa. Laura Bastianetto, portavoce di Cri, spiega alla Verità che il percorso fatto da queste persone è più o meno quello che fanno tutti i «transitanti». «Campo Roja è un centro di transito», dice, «dove le persone vengono accolte temporaneamente dietro autorizzazione della Prefettura. Noi forniamo l'accoglienza di base: controlliamo l'identità, facciamo uno screening sanitario... Facciamo il nostro dovere insomma». Sul posto, sabato scorso, si è recato anche il sottosegretario Nicola Molteni, che ha trovato una situazione decisamente migliore rispetto agli anni passati. Circa 270 ospiti (con gli ultimi arrivati fanno 300 o poco più) contro i quasi mille toccati nei mesi di punta dell'emergenza migratoria. Segno che la politica di riduzione degli sbarchi paga. Il grande problema del Campo Roja (come di vari altri) è che lì le persone non possono essere trattenute. Gli operatori della Croce rossa cercano di convincere i migranti a presentare richiesta d'asilo in Italia, ma spesso questi non ne vogliono sapere, così lasciano il campo e tentano di passare il confine illegalmente. In particolare, a tentare la sorte sono eritrei e senegalesi, la cui meta preferita è la Francia. A parte i 37 arrivati domenica, anche altri 21 eritrei provenienti dalla nave Diciotti sono arrivati a Ventimiglia nei giorni scorsi. Ma soltanto 3 di loro pare che siano rimasti lì. In compenso, vicino agli scogli della città ligure è stato trovato il cadavere di un migrante nordafricano. Ma torniamo al torpedone gentilmente approntato da Baobab. Sul pullman, oltre agli stranieri, c'erano anche quattro attivisti, due donne e due uomini. Uno di loro è Andrea Costa, classe 1967, segnalato alla polizia nel 2004 per rifiuto delle generalità, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali. Costa, al quotidiano online Tpi.it, ha spiegato che il pullman portava «48 migranti eritrei, donne, uomini e bambini piccoli, già schedati, già fotosegnalati, aventi diritti e protezione. I migranti», ha aggiunto, «hanno forse interesse ad andare in Francia, ma noi li abbiamo portati in un campo gestito dalla Croce rossa che vede la presenza di forze dell'ordine, quindi nessuna cosa losca o clandestina». Ma davvero? E allora che bisogno c'era di portarli a Ventimiglia? Bastava accompagnarli in questura a Roma, o riportarli a Rocca di Papa... Per altro, la «consegna a domicilio» non è affatto piaciuta al sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano. «Quel che è successo è molto grave», ha detto a Sanremonews, «perché apre un precedente da tenere particolarmente sott'occhio. Se dovesse diventare la normalità, potrebbe andare ad aggravare una situazione già difficile e movimentata». Secondo il primo cittadino, gli attivisti di Baobab hanno creato un problema agli stessi migranti. «Molto spesso queste associazioni», ha detto, «sottostimano la realtà. Portandoli qui a Ventimiglia non hanno fatto loro un favore perché adesso inizia per loro l'iter più difficile. Per passare il confine si cercheranno un passeur e un modo non sicuro per attraversare la frontiera». A rigor di logica, dunque, gli attivisti (nel frattempo rientrati a Roma) potrebbero essere denunciati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Ma è probabile che, alla fine, tutto passi in cavalleria. In fondo, in Italia si indaga il ministro dell'Interno per sequestro aggravato, ma ai fanatici delle frontiere aperte si riservano mille cortesie.
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