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Tre trappole per il governo

Tre trappole per il governo
Imagoeconomica

Sbagliare i non togati da eleggere al Csm consegnerebbe al partito delle toghe di sinistra il solito immenso potere. In Rai la Brigata mezzobusto ha già scavato le trincee e prepara la guerra mediatica al «pericolo fascista». E dalla Ue continuano a piovere minacce. Primi effetti: Fdi medita di affidare a dei tecnici alcuni ministeri chiave.

Il Veneto si affida al delfino del Doge: Stefani stravince, la Lega doppia Fdi
Alberto Stefani, eletto presidente del Veneto (Ansa)
Trionfo scontato del Carroccio, grazie anche all’eredità di Zaia. Il neo presidente: «Lo vorrei in squadra per i prossimi 30 anni». Szumski, radiato per i suoi dubbi su vaccini e pass, prende oltre il 5%: «Un’impresa».

Il Veneto resta al centrodestra. Risultato scontato, meno scontato superare di gran lunga il 60% come fatto dal nuovo presidente leghista Alberto Stefani, il governatore più giovane d’Italia con i suoi 33 anni. Centrosinistra più che doppiato a confermare l’assoluta irrilevanza sul territorio di Pd e alleati.

Il piano di Trump sarà pure una resa ma l’alternativa sono altri massacri
Donald Trump (Ansa)
Nessuna seria analisi militare contempla il trionfo di Kiev. Al massimo c’è spazio per poche migliorie suggerite dall’Ue.

Il piano di pace per l’Ucraina messo a punto dai negoziatori americani con la controparte russa non mi piace. Ha ragione chi lo critica: l’accordo somiglia molto a una resa incondizionata di Kiev e a una vittoria totale o quasi di Putin. Un esercito ridotto, la rinuncia ai territori conquistati da Mosca, la mancata adesione alla Nato sancita nella Costituzione, le poche garanzie in caso di un nuovo attacco, l’amnistia per tutti i crimini di guerra, con impegno a non avanzare alcuna richiesta di risarcimento o a presentare denunce contro gli aggressori.

La Russa riapre il caso Quirinale
Ignazio La Russa (Imagoeconomica)
Il presidente del Senato attacca Garofani: «Considerazioni su governo e Meloni improvvide, fosse stato uno di destra l’avrebbero crocifisso. È segretario del Consiglio supremo di difesa: per me dovrebbe lasciare a qualcun altro, ma non chiedo le dimissioni».

Dopo una settimana dall’inizio del Garofani-gate, è la seconda carica dello Stato a rompere il silenzio. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervenendo ieri mattina all’evento Italia Direzione Nord alla Triennale di Milano, non solo riapre il caso, che sembrava essersi sopito, ma lo fa in maniera dirompente. Dice, innanzitutto, che Francesco Garofani è non solo uno dei consiglieri più importanti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma soprattutto il segretario del Consiglio supremo di Difesa, un organismo che richiede massima riservatezza e piena neutralità di giudizio, «quello che si deve occupare della difesa nazionale».

Il campo largo passa in Campania. Ma la sinistra prende meno voti
Roberto Fico (Ansa)
  • Fico incassa il successo. Conte: «A destra non saltano più». Schlein sogna: «Partita delle prossime politiche apertissima».
  • In Puglia Decaro vicino al 65%: «Grazie agli avversari, si può far politica con rispetto».

Lo speciale contiene due articoli.

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