2020-10-30
I ladri di bambini davanti al giudice. Rischia il processo pure il sindaco Pd
Al via a Reggio Emilia l'udienza preliminare per 24 indagati Il governatore dem Bonaccini vuole costituirsi parte civile.Stamattina lo scandalo di Bibbiano entra finalmente in un'aula di tribunale. Alle 9 e mezza, se il Covid lo consentirà, è previsto l'inizio dell'udienza preliminare che deve decidere sul rinvio a giudizio dei 24 imputati dell'inchiesta Angeli e demoni. Tutto è pronto, nel nerissimo tribunale di Reggio Emilia. Per contenere la folla dei 24 imputati e dei loro avvocati, più le 48 potenziali parti civili e un pubblico che si presume numeroso, è stato deciso di utilizzare la struttura allestita nel cortile del palazzo di giustizia e già impiegata per il maxi-processo Aemilia, che dal 2016 al 2018 ha giudicato 148 imputati di 'ndrangheta. Spetterà al giudice Dario De Luca valutare le accuse contro gli imputati per il caso di Bibbiano, assistenti sociali, psicologi e amministratori locali, e decidere se mandarli a processo. Alla base del caso c'è il presunto allontanamento illecito dalle famiglie di una decina di bambini da parte dei servizi sociali della Val d'Enza, un comprensorio di Comuni stretti attorno a Bibbiano, e l'affidamento senza gara di terapie psicoanalitiche pagate oltre 182.000 euro in quattro anni al centro Hansel e Gretel di Moncalieri, la controversa scuola dello psicologo Claudio Foti. A fine giugno il pubblico ministero Valentina Salvi ha chiesto il rinvio a giudizio per Foti e gli altri 23 imputati su 106 capi d'accusa. I principali sono i maltrattamenti, le lesioni e la violenza privata, la truffa, l'abuso d'ufficio, il tentativo d'estorsione, la falsa perizia e la frode processuale, il depistaggio, il falso ideologico in atto pubblico. Anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio il pm ha raccolto nuovo materiale probatorio: testimonianze, accertamenti sui contributi versati dai servizi sociali alle famiglie cui erano stati affidati i bambini, indagini bancarie.Alla fine del giugno 2019, quando l'inchiesta è emersa grazie ai primi arresti, gli indagati erano 27. Due sono stati prosciolti in istruttoria. Ha invece patteggiato Cinzia Magnarelli, un'assistente sociale di Montecchio che ha ammesso di aver falsificato alcune relazioni su minori da allontanare da casa e lo scorso febbraio ha ottenuto di uscire dal processo, concordando con l'accusa una pena di un anno e otto mesi. Il pm Salvi aveva inizialmente accordato alla difesa una pena inferiore, un anno e quattro mesi. Il giudice però l'ha ritenuta insufficiente e ha imposto un trattamento più severo. La procura considera questo passaggio un'importante conferma dell'impianto accusatorio. Gli imputati al centro del processo sono tre. Il principale per numero di capi d'accusa (65 su 106) è Federica Anghinolfi, l'ex responsabile dei servizi sociali di Bibbiano e dintorni che è stata accusata di falso ideologico, falsa perizia, violenza privata e truffa aggravata. I suoi legali hanno annunciato un'istanza per trasferire il processo ad Ancona, lamentando che a Reggio Emilia esisterebbe «un pregiudizio negativo per gli imputati ma, in particolare, per la nostra assistita». Se l'istanza di remissione arriverà davvero, sarà la Cassazione a valutarla. Manifestano invece «piena fiducia» nei giudici reggiani gli avvocati di Foti, lo psicologo di Pinerolo che nel 2019 era finito agli arresti domiciliari per frode processuale aggravata e concorso in abuso d'ufficio. Il loro cliente dovrà però difendersi da una terza e più recente accusa: le presunte gravi lesioni personali che Foti avrebbe causato a una delle sue giovani pazienti a Bibbiano. A suggerirla alla procura è stato, paradossalmente, il deposito delle videoregistrazioni delle sedute di psicoterapia deciso a scopo difensivo dalla difesa. Foti è accusato di avere indotto «attraverso modalità suggestive» la sua paziente adolescente V. S. a convincersi di essere stata abusata sessualmente dal padre e da un suo socio in affari. Questo avrebbe spinto erroneamente il Tribunale dei minori di Bologna a dichiarare la decadenza della potestà genitoriale dell'uomo, mentre la sofferta rottura delle relazioni tra padre e figlia avrebbe causato in lei «disturbi depressivi e personalità borderline».Nell'udienza preliminare di oggi entra anche Andrea Carletti, dal 2014 sindaco di Bibbiano per il Partito democratico, sul cui nome si è accesa una lunga polemica politica. Quando in dicembre Carletti era stato liberato dagli arresti domiciliari, molti erano parsi convinti fosse uscito dal processo. In realtà l'accusa ha chiesto il rinvio a giudizio anche per il sindaco, confermando entrambe le accuse nei suoi confronti: l'abuso d'ufficio e il falso ideologico. Secondo il pm Salvi, Carletti avrebbe garantito «copertura politica continuativa e sistematica all'attività degli altri indagati». Il Comune avrebbe retribuito gli psicologi di Hansel e Gretel con compensi «doppi rispetto ai prezzi di mercato», 135 euro l'ora contro 60-70. Ma Carletti avrebbe anche «consapevolmente violato» le norme che proibiscono agli enti pubblici di affidare senza gara servizi per un valore oltre i 40.000 euro. Infine, il 12 dicembre 2018, a indagini ormai avviate e mentre già erano attivi pedinamenti e intercettazioni, Carletti avrebbe incontrato i dirigenti dei servizi sociali e la moglie di Foti, la psicologa Nadia Bolognini, indagata allo scopo di «spacchettare» le cifre dei compensi destinati al centro Hansel e Gretel, e così cancellare l'illecito. È certo che l'udienza preliminare non finirà oggi, e anzi durerà a lungo. Oltre alle valutazioni sui 24 imputati e sulle 48 vittime dei presunti reati, il giudice De Luca dovrà decidere sui 155 testi indicati dall'accusa e su quelli che verranno proposti dalle difese. Sicuramente si costituirà parte civile il ministero della Giustizia, che così affiancherà l'accusa con suoi testimoni. La scelta del ministero indica che il Tribunale dei minori di Bologna si considera vittima dei fatti Bibbiano, e che i suoi magistrati sarebbero stati dolosamente ingannati sui motivi degli allontanamenti dei bambini dagli assistenti sociali e dagli psicologi. Nel 2019 la Regione Emilia Romagna, governata dal Pd, aveva varato una commissione d'inchiesta che aveva raggiunto risultati a dir poco timidi: ora, a sorpresa, il suo presidente Stefano Bonaccini vuole invece costituirsi parte civile.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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