2019-01-16
Famiglia Cristiana, che nel 2017 ha ricevuto 318.000 euro e guida la lista dei periodici beneficiati, vedrà azzerarsi i contributi nel 2022. Tagli pure per La Civiltà Cattolica, che ha lanciato il manifesto anti populisti.Una bella pioggia di soldini. L'elenco dei contributi statali ai periodici, relativi al 2017, fa sorgere più di un dubbio sulla genuinità degli attacchi rivolti contro il governo guidato da Giuseppe Conte da parte di riviste come, ad esempio, Famiglia Cristiana, che per il 2017 ha incassato la bellezza di 318.000 euro di fondi pubblici, piazzandosi in testa alla classifica relativa ai periodici.Un gruzzoletto al quale Famiglia Cristiana, così come gli altri periodici che ricevono contributi pubblici, a partire dal 1° gennaio del 2022 dovrà rinunciare. La legge di bilancio approvata alla fine dello scorso dicembre, infatti, contiene il famoso taglio dei finanziamenti statali all'editoria, che riguarda quotidiani e periodici. La norma inserita nella legge di bilancio «dispone l'abolizione, o la progressiva riduzione fino all'abolizione, dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche e di imprese editrici di quotidiani e periodici». L'intervento di abolizione, o di riduzione fino a completa abolizione, dei contributi diretti a favore di determinate categorie di imprese radiofoniche o di imprese editrici di quotidiani e periodici, «è esplicitamente disposto nelle more della revisione organica della disciplina di settore». La legge prevede «la progressiva riduzione, fino alla totale abolizione, dei contributi concessi alle seguenti categorie di imprese editrici di quotidiani e periodici: imprese editrici costituite come cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici; imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi fini di lucro, limitatamente a un periodo di cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge 198/2016; enti senza fini di lucro, ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale sia da essi interamente detenuto». «In particolare», precisa la legge di bilancio, «il contributo è ridotto progressivamente nel seguente modo: per l'annualità 2019 l'importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale sarà ridotto del 20% della differenza tra l'importo spettante e 500.000 euro; per l'annualità 2020 l'importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale sarà ridotto del 50% della differenza tra l'importo spettante e 500.000 euro; per l'annualità 2021 l'importo complessivamente erogabile a ciascuna impresa editoriale sarà ridotto del 75% della differenza tra l'importo spettante e 500.000 euro. A decorrere dal 1° gennaio 2022, le medesime categorie di imprese editrici non hanno più diritto ai contributi».Dunque, per Famiglia Cristiana, settimanale edito dalla Periodici San Paolo, si avvicina il momento del taglio dei fondi pubblici, e sorge il dubbio che gli attacchi contro il governo Conte possano essere quantomeno alimentati anche da questa prospettiva. Lo scorso 25 luglio il settimanale uscì in edicola con una copertina che scatenò una bufera: «Vade retro Salvini», con il faccione del ministro dell'Interno, paragonato dunque a Satana. La Periodici San Paolo è anche editrice de Il Giornalino, che per il 2017 ha incassato 161.553 euro di fondi pubblici, finanziamento destinato a essere azzerato nel 2022, e di Jesus, che nel 2017 ha preso 21.067 euro.Restando nell'ambito delle riviste cattoliche, dall'elenco spuntano i 49.020 euro di finanziamento pubblico incassato per il 2017 da La Civiltà Cattolica, periodico gesuita diretto dal teologo Antonio Spadaro. Pochi giorni fa, Spadaro ha vergato un articolo dal titolo «Tornare a essere popolari», un manifesto della lotta ai populismi, dell'accoglienza e dell'europeismo, nel nome di papa Francesco e contro le politiche del governo targato Lega-M5s. «Instillare la paura del caos», scrive Spadaro, «è divenuta una strategia per il successo politico: si innalzano i toni della conflittualità, si esagera il disordine, si agitano gli animi della gente con la proiezione di scenari inquietanti. Questa retorica evoca forze potenti, ma forse non ancora emerse dal profondo della società e dell'opinione pubblica». «I flussi migratori», esorta poi Spadaro, «siano una delle priorità dell'Unione europea dei prossimi anni, perché le migrazioni oggi rischiano di essere il grimaldello per far saltare l'Europa. Occorre non tradire mai i valori di fondo dell'umanità, ma metterli in pratica tenendo conto della situazione in cui si opera. Concretamente: è necessario lavorare all'integrazione». «Le tradizioni antiliberali», riflette ancora il direttore de La Civiltà Cattolica, «costituiscono ponti ideologici per le attuali alleanze tra cristianesimo e forme aggressive di populismo. Il rischio oggi per la Chiesa è altissimo: l'appartenere senza credere. E questo trasformerebbe la religione in ideologia: sarebbe la morte della fede». Benissimo: sarà più facile per Spadaro digerire il taglio dei 49.020 euro deciso dal bieco governo populista che, ma è un dettaglio, è stato scelto dagli elettori e gode di uno stratosferico consenso popolare. Un bel contributo di 23.006 euro è arrivato, per il 2017, anche a Nigrizia, organo ufficiale della omonima fondazione, che ospita tra gli altri gli articoli del missionario comboniano Alex Zanotelli, fanatico degli attacchi al governo («Guardate Gesù ci dice questo. Il Vangelo di Salvini ci dice qualcosa d'altro. Quindi scegliete»). A pensar male si fa peccato ma si indovina, e noi, poveri peccatori, pensiamo che sotto sotto il taglio dei finanziamenti pubblici contribuisca a rendere queste riviste assai critiche verso il governo Lega-M5s.
Donald Trump (Ansa)
Trump, anche lui vittima di un attentato, sottolinea la matrice politica dell’attacco che ha ucciso l’attivista. «La violenza arriva da chi ogni giorno demonizza e ostracizza coloro che la pensano diversamente».
Charlie Kirk (Getty Images
L’assassinio negli Usa del giovane attivista conservatore mostra che certa cultura progressista, mentre lancia allarmi sulla tenuta della democrazia, è la prima a minarla. E intona il coretto del «se l’è cercata».
Alan Friedman, Cathy Latorre e Stephen King (Ansa)
Per alcuni è colpa delle armi, per altri delle sue posizioni: nessuno menziona l’ideologia dietro il delitto. «Cambiare rotta» senza ipocrisie: foto a testa in giù e scritta «-1». Meloni replica: «Non ci facciamo intimidire». Metsola nega il minuto di silenzio a Strasburgo.