2021-06-19
I fan dello ius soli non hanno pudore e sfruttano pure l’omicidio di Saman
Ci sono esponenti del Pd che hanno il coraggio di dire che la giovane pachistana è morta perché non aveva la cittadinanza italiana. Mentre è stata ammazzata dalla sua famiglia solo perché voleva essere liberaitaliana sarebbe viva. Al discorso, che mira a introdurre lo ius soli usando la vicenda tragica di una giovane donna, si è subito accodato Andrea Romano, deputato del Partito democratico, il quale ha sostenuto di trovare assurdo che una ragazza nata in Italia da genitori stranieri non abbia potuto ottenere la cittadinanza italiana. «È sacrosanto che una persona nata in Italia, che ha fatto la scuola in Italia e ha 18 anni abbia la cittadinanza italiana. È una cosa di civiltà». Insomma, anche secondo Romano, se Saman avesse avuto la carta d’identità e il passaporto della nostra Repubblica, avrebbe potuto vivere la vita che voleva e dunque sarebbe viva.Peccato che le cose non stiano così e che, ancora una volta, un onorevole abbia dimostrato di non conoscere neppure le leggi del Paese che rappresenta. Se davvero la giovane pachistana fosse nata in Italia da genitori stranieri, come Romano ha detto, Saman in base all’attuale normativa, al compimento del diciottesimo anno avrebbe potuto diventare cittadina italiana anche senza lo ius soli, in quanto così prevede la legge oggi in vigore. Il problema è che Saman non era nata in Italia e non risiedeva a Novellara da 18 anni, come il parlamentare del Pd ha sostenuto. La ragazza era arrivata nel nostro Paese cinque anni fa e, pur non conoscendo la nostra lingua, aveva frequentato con buoni risultati la scuola media del paese emiliano ed era suo desiderio continuare a studiare, ma la famiglia non la pensava allo stesso modo. Lei voleva vestire all’italiana, ma i genitori la volevano con il velo nero dalla testa ai piedi. Lei desiderava vivere la sua vita con un ragazzo della sua età, ma il clan degli Abbas per lei aveva scelto un matrimonio forzato in Pakistan.Sono queste le ragioni per cui è stata uccisa e la cittadinanza non c’entra proprio nulla in quanto Saman, ormai diciottenne, si è consegnata volontariamente ai propri carnefici, fidandosi delle parole della donna che l’aveva messa al mondo e dell’uomo che l’aveva concepita. I servizi sociali italiani l’hanno trattata come un’italiana, cercando di proteggerla e di dissuaderla dal tornare a casa. E il comandante della stazione dei carabinieri ha fatto tutto ciò che gli era possibile per salvarla, accompagnandola a casa dei genitori, chiedendo una perquisizione del casolare dove la famiglia viveva. No, Saman non sarebbe viva se fosse stata italiana. Sarebbe viva se non fosse stata figlia di quella famiglia pachistana, nata e cresciuta in un contesto che non ha rispetto della volontà delle donne, in un ambiente omertoso e chiuso che non vive secondo le regole dello Stato italiano.In studio c’era anche Hasnain Abbas, «un pachistano che prova a fare la differenza», o per lo meno questo è ciò che lui dice di sé. Durante il suo intervento anche il giovane, che vive in Italia da 15 anni e si occupa di assistenza agli stranieri, ha accusato gli italiani di ghettizzare gli immigrati e di non favorire l’integrazione. In pratica, anche secondo lui lo ius soli avrebbe aiutato Saman. Peccato che lo stesso Hasnain Abbas, in un’intervista a Radio Bicocca di un anno fa, spiegasse come i pachistani non solo hanno molti pregiudizi nei confronti degli italiani ma, per una serie di ragioni, compreso il fatto che molti sono analfabeti e non parlano l’italiano, si ghettizzano da soli, passando il proprio tempo solo con altri pachistani. Di più. All’intervistatrice che gli chiedeva se i pachistani fossero razzisti nei confronti degli italiani, Hasnain Abbas ha risposto: «Assolutamente sì. Spesso i nostri genitori criticano come si vestono gli italiani, come si comportano, spesso non li invitiamo a casa, non mangiamo allo stesso tavolo con loro. Sono atteggiamenti veicolati da presunte ragioni ideologiche e religiose». Cioè, Hasnain un anno fa diceva che in Pakistan esiste il razzismo e che gli stessi pachistani hanno comportamenti razzisti contro gli italiani. Stupore in studio: i luoghi comuni sono stati smentiti in diretta dalle parole di colui che li alimenta.Ecco, per ragioni ideologiche si è pronti a strumentalizzare la morte di una ragazza di 18 anni che aveva il torto di voler vivere. Le colpe sono nostre, non degli assassini. Non della comunità che li protegge e nemmeno della cultura che li ha spinti a uccidere. No, sul banco degli imputati ci sono gli italiani, quegli stessi italiani che chiedono a chi vuole vivere nel nostro Paese di rispettare le nostre leggi, compresa quella che concede la cittadinanza a chi ha imparato la nostra lingua, ha dimostrato di essersi inserito, ed è stabilmente in Italia da almeno dieci anni. Tutto qui. Il resto è ignoranza, faziosità e ideologia. Sulla pelle di una ragazzina.
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.