2023-09-14
I fan dei bavagli tornano alla carica. Eppure gli studi li hanno già smentiti
Malgrado le evidenze, presidi, stampa e pure Vincenzo De Luca invocano le mascherine in aula. Giuseppe Remuzzi: «L’areazione fa la differenza».L’appello dell’Associazione nazionale presidi (Anp), che ha annunciato in una lettera che «alle scuole che lo chiederanno» saranno distribuite mascherine utilizzando le scorte, non è andato a vuoto. Il metodo è sempre lo stesso: con la scusa dell’autonomia scolastica il cerino torna in mano ai direttori d’istituto, cui è lasciato l’onere della decisione sul da farsi. E qualcuno zelante si trova sempre: a Bologna, una preside di primaria ha comunicato alle famiglie che conta di avere potere decisionale per «imporre mascherine e restrizioni». In Campania è il presidente della Regione Vincenzo De Luca, torquemada delle restrizioni pandemiche, a lanciare il sasso: «Seguiremo con attenzione il mondo della scuola», ha annunciato il governatore della Regione dove i ragazzi sono stati maggiormente vessati dalle misure anti Covid, a cominciare proprio da mascherine e Dad. «Intanto - ha precisato De Luca - se cominciamo a usare la mascherina nelle scuole è meglio: un po’ di prudenza non guasta». Non è dato sapere se la chiosa del governatore campano («Come sempre la Campania arriva un mese prima del ministero della Salute») sia una promessa o una minaccia, fatto sta che sono bastati quattro titoli terroristici sui giornali per scatenare i fanatici dei tessuti filtranti. Si registrano raccomandazioni in alcuni istituti in Umbria e in Trentino e ieri - sia pur relegato a pagina 27 - è arrivato anche il sermone della professoressa Eugenia Tognotti, audita alla Camera dei Deputati a marzo scorso, su richiesta del Partito democratico, in qualità di esperta per valutare la proposta d’istituire la commissione Covid. Dalle colonne de La Stampa Tognotti, che di mestiere fa il professore ordinario di Storia della medicina a Sassari, si è avventurata in una requisitoria ideologica dal titolo «Col Covid torna la teoria del complotto» condannando la presunta «sottovalutazione della minaccia» che, a suo dire, stanno attuando i «social e giornali vicini al governo». Un paragrafo a parte è dedicato all’uso della mascherina, ostacolato dalla «disinformazione sui benefici medico-sanitari», a discapito del «ruolo sociale della scienza». Curioso che a evocare la scienza sia proprio un accademico che non ha portato evidenze sui presunti benefici medico-sanitari delle mascherine. Eppure, anche (verrebbe da dire «perfino»,) Giuseppe Remuzzi ieri su Avvenire ha ricordato che «non si può tornare a parlare con allarme della scuola, quando abbiamo scoperto e assodato che nelle classi la differenza non la fanno le mascherine, ma l’areazione».Sin dall’inizio del 2021, La Verità ha informato puntualmente i lettori sulle evidenze scientifiche riguardo l’uso delle mascherine. Sappiamo già dal 2020 che i due studi randomizzati controllati effettuati su questi dispositivi, Danmask e la ricerca in Bangladesh, hanno dimostrato che non c’è evidenza che le mascherine riducano l’infezione in comunità. Il 30 gennaio di quest’anno è stata inoltre pubblicata la Cochrane Review sulle mascherine - senior editor l’epidemiologo inglese Tom Jefferson - che ha nuovamente confermato che le mascherine non fanno la differenza. «Gli obblighi di mascherina», ha dichiarato l’autore, «sono stati influenzati da studi non randomizzati e osservazionali imperfetti». Jefferson ha pagato a caro prezzo la devozione all’evidenza scientifica: quando nel 2020, insieme con l’epidemiologo di Oxford Carl Heneghan, ha postato su Facebook uno degli studi più autorevoli sulle mascherine, è stato censurato dalla piattaforma di Mark Zuckerberg e ha denunciato la questione al Parlamento inglese. «I politici - hanno scritto Jefferson e Heneghan, che gestiscono sulla piattaforma Substack il blog “Trust the evidence” - vogliono che continuiamo a indossare le mascherine, perché pensano che sia importante far vedere che fanno qualcosa, anche se questo “qualcosa” non è basato sull’evidenza scientifica». Ancora ieri, Jefferson è tornato sull’argomento rivelando che ci sono voluti ben 477 giorni per riuscire a pubblicare la review, che mette una pietra tombale sulla presunta efficacia delle mascherine in comunità. Molti pseudo esperti hanno evocato in questi giorni «autorevoli studi» che ne dimostrerebbero, invece, l’efficacia. Ma - ribadiscono Jefferson e Heneghan - si tratta di studi osservazionali e non di studi randomizzati controllati (Rct), che rappresentano invece la tipologia di studio clinico considerata più affidabile. Ciononostante, la stampa italiana continua a dare visibilità a chi, contro ogni evidenza scientifica, si basa su quegli studi e non su quelli più attendibili. Jefferson ha anche documentato quanto sia stata ostacolata la sua pubblicazione politicamente scomoda: «L’approccio è stato caratterizzato dal desiderio di sottovalutare, minimizzare e minare i risultati della review». L’autore ha inoltre denunciato la mancanza d’esperienza dei revisori: «Un segno distintivo della pandemia è stata la comparsa di esperti improvvisati». Non saranno mica gli stessi che Tognotti vuole portare in commissione Covid per «fare tesoro delle esperienze vissute»? Se si tratta dei diversamente esperti che continuano a propinare l’efficacia delle mascherine in comunità sulla pelle dei cittadini e dei ragazzi, contro ogni evidenza, c’è da mettersi le mani nei capelli.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.