2024-06-23
I data center per l’Ia divorano energia. Le rinnovabili da sole sono inadeguate
Il consumo degli elaboratori per l’intelligenza artificiale supera quello dell’Italia. Tutte le fonti green non basteranno a coprirlo.La corsa all’intelligenza artificiale e la transizione ecologica, al momento, appaiono ben poco conciliabili. Lo ha spiegato Bloomberg in un interessante articolo pubblicato venerdì scorso, il cui senso si potrebbe riassumere nel vecchio detto popolare secondo cui non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca. L’Ia, infatti, richiede sempre più data center e sempre più potenti, con la conseguenza che in molte parti del mondo - secondo quanto riferito all’agenzia newyorkese da operatori di questi centri, fornitori di energia e dirigenti nel settore tecnologico - la domanda di elettricità sta superando l’offerta disponibile. In alcune aree, le aziende che sviluppano data center devono già attendere anni prima di poter accedere alla rete elettrica, mentre nelle zone ad alta concentrazione di tali strutture si temono possibili interruzioni e l’incremento dei prezzi.«L’aumento drammatico della domanda di energia dovuto all'approccio “crescita a tutti i costi” della Silicon Valley verso l’intelligenza artificiale», si legge nell’articolo, «minaccia anche di sconvolgere i piani di transizione energetica di intere nazioni». «In alcuni paesi», prosegue, «tra cui Arabia Saudita, Irlanda e Malesia, l’energia necessaria per far funzionare a piena capacità tutti i data center che intendono costruire supera l’offerta disponibile di energia rinnovabile». Bloomberg riporta che nel mondo ci sono più di 7.000 data center costruiti o in fase di sviluppo, mentre nel 2015, meno di dieci anni fa, erano 3.600. Se costantemente in funzione, tutti questi centri arriverebbero a consumare complessivamente 508 terawattora di elettricità all’anno, un dato superiore all’intera produzione dell'Italia o dell'Australia. Entro il 2034 - hanno stimato gli autori dell’articolo - il consumo globale di energia da parte dei data center dovrebbe raggiungere i 1.580 terawattora, cioè quanta ne viene impiegata annualmente in India.Già oggi, come si vede nel grafico, la quantità di energia consumata da tutti i data center del mondo è superiore a quella di quasi tutti i singoli Stati (solo 16, tra cui Cina e Usa, ne utilizzano di più). Secondo John Ketchum, amministratore delegato di NextEra Energy (il più grande produttore al mondo di energia eolica e solare senza sostegno pubblico), si prevede che negli Usa la domanda di energia crescerà del 40% nei prossimi due decenni, mentre negli ultimi 20 anni è aumentata solo del 9%. Il motivo principale, stando a quanto ha riportato Ketchum a Bloomberg, sarebbe proprio la voracità energetica dell’intelligenza artificiale, a cui si aggiungono l’elettrificazione e la produzione. Secondo una stima dell’agenzia newyorkese - che però, per quanto riguarda l’energia generata da fonti rinnovabili, si basa su dati del 2022 - tra dieci anni la sola domanda di elettricità derivante dai data center eguaglierà o supererà, in alcuni Paesi, la produzione da rinnovabili. La supererà, come già accennato, in Arabia Saudita e Irlanda, mentre sarà pressoché eguagliata (di poco maggiore o di poco minore) in Malesia e negli Emirati Arabi Uniti, tutte aree del mondo in cui si è investito molto in questo settore. Già nel 2022, in Irlanda il consumo energetico dei data center è stato pari al 53% dell’offerta di energia rinnovabile.All’interno di questa cornice, si inserisce anche la normale competizione tra Stati. D’altra parte, il progresso tecnologico è da sempre, nella storia, uno dei fattori che contribuisce a modificare gli equilibri di potere. Secondo il Ceo di Nvidia, Jensen Huang, molte nazioni spingeranno per costruire propri sistemi «sovrani» di intelligenza artificiale, proprio per rimanere competitivi ed elaborare i dati a livello locale, senza dover dipende da altri. Una corsa da cui, dunque, nessuno Stato si tirerà indietro, benché la sua compatibilità con la transizione ecologica è - quantomeno ora - piuttosto dubbia. Una partita che i Paesi membri dell’Ue si giocheranno tra gli obiettivi stringenti del Green deal e il ritorno delle regole fiscali che impediscono gli investimenti pubblici (cioè l’austerità). Secondo molti esperti, inoltre, per rispondere alla crescente domanda di energia elettrica sarà indispensabile, stanti gli obiettivi di decarbonizzazione, il ricorso più ampio all’energia nucleare. Nell’articolo viene anche riportata una significativa osservazione di Ali Farhadi, ad dell’Allen Institute per l’Ia, secondo cui il problema non è solo la generazione, ma anche il trasporto di simili quantità di energia. Se dunque all’aumento della domanda si sommano i necessari investimenti infrastrutturali, le possibilità che i clienti dovranno subire bollette più salate sono alte. Bloomberg riporta il caso dell’Irlanda, un mercato definito già «saturo», in cui «i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica [...] sono stati mediamente di un terzo più alti rispetto al resto d’Europa». Secondo le stime di Goldman Sachs, invece, per alimentare i data center le compagnie di servizi pubblici statunitensi dovranno investire circa 50 miliardi di dollari in nuova capacità di generazione. «Questo», ha commentato Patrick Finn, analista del mercato energetico presso la Wood Mackenzie, «aumenterà i prezzi dell’energia sia per quella all'ingrosso che per le tariffe al dettaglio».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.