2018-08-18
I cinesi chiudono l’agenzia di rating. È Dagong, il «primo amore» di Prodi
Clamorosa decisione dell'organismo della Banca centrale di Pechino: stop di un anno alle attività dopo la contestazione di gravi scorrettezze. All'ex premier Romano Prodi è stato attribuito un ruolo ai tempi dello sbarco in Italia.Terremoto nel mondo delle agenzie di rating cinese. Ieri le autorità di Pechino, infatti, hanno imposto un brusco stop alle attività di Dagong, una delle tre più importanti imprese del settore a livello nazionale. L'accusa è di quelle particolarmente pesanti: Dagong avrebbe violato i regolamenti e, cosa forse ancora più grave, fornito informazioni false nel corso di un'indagine conoscitiva. La violazione contestata riguarda la fornitura di servizi di consulenza diretta alle stesse società sottoposte al rating, ed è stata sollevata dall'associazione nazionale degli investitori istituzionali sul mercato finanziario (Nafmii), un organo di controllo del mercato del debito che fa capo alla Banca centrale cinese. Una sospensione della durata di un anno che riguarda le attività relative agli strumenti di finanziamento non finanziarie. Nel comunicato la Nafmii ha precisato che la prassi che consiste nella vendita di servizi di consulenza alle medesime agenzie sottoposte a valutazione «devia in maniera molto grave dal principio di indipendenza» che dovrebbe caratterizzare le aziende del settore.Quello inferto da Nafmii non è stato l'unico colpo per Dagong, che sempre ieri ha ricevuto una sospensione di un anno dalle attività di rating di strumenti di debito emessi sul mercato azionario cinese. La sanzione è stata comminata da un altro regolatore, la China securities regulatory commission, che a seguito di un'ispezione ha rilevato l'abuso del sigillo aziendale ufficiale, un management «confusionario», l'applicazione di commissioni eccessivamente elevate e problemi di vario tipo che riguardano l'utilizzo di modelli finanziari impiegati nella valutazione.Dagong è sotto osservazione da diverso tempo insieme ad altre due agenzie di rating cinesi, China Chengxin and China Lianhe. Gli analisti lamentano scarsa trasparenza nell'emissione dei rating, specie quelli che riguardano soggetti locali, che spesso risultano sovrastimati rispetto alla valutazione espressa dalle altre agenzie internazionali. Lo scorso gennaio Dagong aveva fatto parlare di sé a seguito della decisione di tagliare la valutazione del debito pubblico degli Stati Uniti da A- a BBB+ con outlook negativo. Particolare perplessità avevano destato le motivazioni fornite dall'agenzia cinese, la quale adduceva che «carenze nell'attuale ecologia politica statunitense rendono difficile l'amministrazione efficiente del governo federale, facendo sì che lo sviluppo economico nazionale deraglierà dalla strada giusta». Una crescente dipendenza dal debito, secondo Dagong, minaccia la solvibilità del debito americano e rappresenta la base per una futura nuova crisi finanziaria globale. Le altre agenzie di rating, per contro, avevano invece deciso di attribuire la «tripla A» al debito Usa, confermando la fiducia nella sostenibilità delle debito sovrano emesso da Washington.Il caso Dagong la dice lunga sulle contraddizioni che si trova a vivere il capitalismo e il libero mercato in terra cinese. A un'economia in progressiva e inesausta espansione, infatti, fa da contraltare la tentazione di un ritorno al passato dal punto di vista politico. Pur strizzando un occhio al capitalismo, il presidente Xi Jinping non fa mistero di aspirare a diventare il nuovo Mao Tse Tung. Un'ambizione che in tutti i settori della società, dalla tecnologia al credito, si sta traducendo in un controllo ancora più pervasivo e oppressivo. Ma Dagong non significa solo Cina. Nel 2011, infatti, fecero scalpore le rilevazioni che collegavano il professor Romano Prodi all'agenzia di rating cinese. Secondo il China Daily, l'ex presidente del Consiglio era diventato advisor di Dagong, contribuendo a stilare i piani per lo sbarco in Europa. Prodi ha successivamente smentito di aver avuto alcun rapporto economico con Dagong. Ad ogni modo, l'operatore cinese ha deciso di stabilire il suo quartier generale a Milano e nel giugno 2013 ha ricevuto l'autorizzazione da parte dell'Esma ad operare in qualità di agenzia di rating in Europa.Romano Prodi è noto per avere da sempre un rapporto preferenziale con la Cina. Un legame che parte dal lontano 1981, con l'apertura di una filiale dell'Iri in Cina e il moltiplicarsi di investimenti da parte di Pechino nel nostro paese. Poi l'amicizia con il vicepremier Li Keqiang e con lo stesso Xi Jinping, fino alla docenza alla China europe international business school. Il Professore ha tirato in ballo la Cina anche un mese fa, quando, interrogato sulla questione migranti, ha sostenuto in un'intervista che per risolvere questo problema bisogna coinvolgere Pechino. Non c'è dubbio: per lui la Cina è molto vicina.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
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