2024-09-20
I camionisti scaricano Kamala
La sigla degli autotrasportatori Usa ha scelto di non sostenere né Harris né Trump dopo 24 anni di supporto ai dem. Sondaggio del «Nyt»: i due candidati sono testa a testa.Kamala Harris continua ad avere problemi con il voto della working class. L’International Brotherhood of Teamsters (Ibt) ha reso noto che, quest’anno, non darà il proprio endorsement ad alcun candidato presidenziale: stiamo parlando di uno dei principali sindacati americani, che raccoglie autotrasportatori, magazzinieri e ferrovieri. Si tratta di uno schiaffo in piena regola alla vicepresidente: era infatti dal 2000 che questa organizzazione dava l’appoggio ai candidati dem. Ora, non solo la Harris non è riuscita a ottenerlo ma a rendere più evidente lo smacco sta il fatto che la diretta interessata aveva avuto un incontro con i vertici di questo sindacato appena 48 prima della sua dichiarazione di neutralità.Come se non bastasse, l’Ibt ha anche pubblicato i risultati di un sondaggio interno effettuato dopo il dibattito televisivo tra Donald Trump e la Harris del 10 settembre scorso: ebbene, secondo questa rilevazione, il 58% degli iscritti ha espresso sostegno al candidato repubblicano, mentre appena il 31% ha fatto altrettanto nei confronti della sua avversaria. Non solo la Harris è impopolare tra i membri del sindacato ma ha anche perso terreno rispetto a Joe Biden: un precedente sondaggio interno, condotto tra aprile e luglio, rilevava infatti che il 44% degli iscritti supportava l’attuale presidente americano (all’epoca ancora candidato), mentre soltanto il 36% mostrava apprezzamento per Trump. È chiaro come questi dati sconfessino la narrazione che vede la Harris sempre e comunque più competitiva di Biden.D’altronde, la mossa dell’Ibt non stupisce più di tanto. Pur avendo ottenuto l’endorsement di altri sindacati, la Harris non è mai risultata un profilo realmente attrattivo per la working class e, in particolare, per i colletti blu della Rust Belt. Storicamente la sua base di consenso è nei ceti urbani altolocati della California e del New England: mondi che ben poco hanno a che fare con operai, ferrovieri e autotrasportatori. La vulgata vuole che il vice della Harris, Tim Walz, sarebbe la figura adatta per parlare a questo tipo di elettorato. Eppure, quando fu rieletto governatore del Minnesota nel 2022, non registrò particolare supporto da parte dei colletti blu.Tutto questo rappresenta un grattacapo rilevante per la candidata dem. L’Ibt conta 1,3 milioni di iscritti e risulta particolarmente influente soprattutto in Michigan, Pennsylvania e Nevada. Un nuovo sondaggio Emerson, pubblicato proprio ieri, ha registrato un vantaggio di un punto per Trump in Pennsylvania e di due punti per la Harris in Michigan. Tutto questo, mentre in Nevada ha fotografato un quadro di parità. Insomma, in questi tre Stati la situazione è in bilico. E il mancato endorsement degli autotrasportatori alla vicepresidente potrebbe adesso favorire il tycoon. Certo, è pur vero che alcune sezioni locali dell’Ibt, in polemica con la leadership nazionale, hanno annunciato degli endorsement alla Harris. Tuttavia, oltre al suddetto danno d’immagine nell’essere stata la prima candidata dem a non ricevere il sostegno dell’intera organizzazione da 24 anni, resta l’impietoso sondaggio interno, secondo cui - come detto - la maggioranza schiacciante degli iscritti è con Trump.Del resto, che il Partito democratico sia nervoso è testimoniato dal fatto che due sue influenti deputate, come Nancy Pelosi e Alexandria Ocasio-Cortez, hanno criticato l’Ibt per il mancato endorsement alla Harris: un atteggiamento non privo di arroganza. Tra l’altro, mentre aveva potuto parlare dal palco della Convention nazionale repubblicana a luglio, al presidente dell’organizzazione, Sean O’Brien, non è stato concesso di fare altrettanto alla Convention dem di agosto. E dire che segnali di irritazione del sindacato verso l’amministrazione Biden-Harris erano emersi già nel 2022, quando l’attuale inquilino della Casa Bianca firmò una legge per impedire uno sciopero ferroviario durante le festività natalizie. Forse la candidata dem avrebbe dovuto essere più accorta. A dare le cose per scontate, poi si rischia di fare la fine elettorale di Hillary Clinton nel 2016.Dal canto suo, Trump, oltre a render noto di voler visitare la cittadina di Springfield in Ohio, ha espresso apprezzamento per il mancato endorsement dell’Ibt alla Harris. Dopo alcuni sondaggi per lui negativi a seguito della deludente performance al dibattito del 10 settembre, una nuova rilevazione del New York Times lo ha dato ieri testa a testa con la rivale a livello nazionale. Inoltre la partita nella Rust Belt è aperta. In primis, l’Uncommitted National Movement, gruppo della sinistra filopalestinese molto forte in Michigan, ha reso noto ieri che non darà l’endorsement alla Harris. In secondo luogo, stando all’Associated Press, domenica il tycoon dovrebbe fare campagna in Pennsylvania insieme al presidente polacco, Andrzej Duda. A livello interno, Trump punta all’elettorato polacco-americano di cui la Pennsylvania è ricca. Dal punto di vista internazionale, sta invece continuando a tessere i suoi legami europei non solo con Viktor Orban (esponente dei Patrioti) ma anche con Duda (che è legato all’Ecr).
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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