2020-12-16
I cambi al vertice dei porti italiani in mano alla «casa Vianello» del Mit
Le nomine chiave passano dai dirigenti Alberto Stancanelli e Patrizia Scarchilli. Marito e moglie.Tra le centinaia di incarichi che il governo Conte deve ancora assegnare ci sono soprattutto le presidenze e le direzioni generali delle autorità portuali. Da settimane il ministro ai Trasporti Paola De Micheli lavora su un dossier più che mai delicato, anche perché la situazione dei porti italiani sconta ancora gli effetti della riforma Delrio. Nel settore c'è grosso malumore. Per di più le inchieste della magistratura, come gli scontri politici a livello locale e di esecutivo, non stanno aiutando. «Nei ministeri i ministri passano ed i direttori restano», recita l'adagio dei boiardi di Stato capaci di sopravvivere alle intemperie della politica italiana. E la frase è più che mai centrale in una fase complessa per i giallorossi, con Matteo Renzi da settimane sulle barricate. Il valzer delle nomine farà ballare nei prossimi giorni la maggioranza dei presidenti delle autorità di sistema portuale del nostro Paese e la De Micheli, fedelissima del segretario pd Nicola Zingaretti, avrà il compito di nominare i veri dominus degli scali, in carica per i prossimi quattro anni. Ieri intanto è stato confermato per il secondo quadriennio Zeno D'Agostino a Trieste. Ma oltre ai giochi politici, alle trattative tra grillini e democratici, l'ultima parola sui nomi da scegliere sarà della tecnostruttura di piazzale di Porta Pia. Al fianco del ministro, infatti, il più stretto collaboratore e vero gestore dell'intera macchina è Alberto Stancanelli, dirigente generale della presidenza del Consiglio dei ministri e consigliere dal 2017 della Corte dei Conti. Ha un formidabile curriculum che lo ha visto negli anni al fianco dell'ex numero uno di Cdp Franco Bassanini, del sindaco di Napoli Antonio Bassolino e del ministro delle Riforme Vannino Chiti.Caso vuole che Stancanelli sia sposato con Patrizia Scarchilli, anch'ella in forza alla nostra amministrazione pubblica, proprio al Mit, dove opera in qualità di dirigente per il controllo sui porti. Nominata nel marzo 2018 dall'allora direttore generale Mauro Coletta, già responsabile prima in Anas e sempre al ministero del controllo sulle concessionarie autostradali, il suo incarico ha avuto il via libera anche della Corte dei Conti .Eppure c'è chi nel settore portuale ha iniziato a storcere il naso per questa situazione. Da dirigente e controllore dei porti, la Scarchilli ha ottenuto un incarico come componente della commissione di collaudo tecnico amministrativo relativo alle realizzazioni dei lavori della piattaforma di Vado Ligure (autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale) per un importo di 266.422,50 euro. Le critiche non finiscono qui. Non sfuggono le dinamiche di commissariamento dei sistemi portuali. L'ultimo è stato quello di Venezia dove il commissario nominato dal ministro De Micheli è stato lo stesso presidente Pino Musolino, sfiduciato dal comitato di gestione e con il bilancio poi bocciato. I giornali locali non hanno dato tregua a Musolino, dipingendolo spesso come divisivo nonché promotore di cause in tribunale con i suoi stessi collaboratori. Di lui oggi si parla in modo insistente quale candidato forte del Pd per il porto di Civitavecchia, un'altra eredità pesante della riforma Delrio, dopo la nomina di Francesco Maria Di Majo. Ma oltre alla presidenza dell'autorità portuale, (Stancanelli ha provato fino all'ultimo a difendere Di Majo) al Mit dovranno poi ragionare anche sul nuovo direttore generale. A quanto pare la «coppia» avrebbe già il nome sempre per Civitavecchia. È Paolo Risso, un passato professionale nel mondo marittimo, ma ora a sorpresa coordinatore generale dell'Idi, Istituto dermopatico dell'Immacolata di Roma. Il vero problema è legato a Venezia. Come detto, Musolino ha lasciato strascichi. In corsa ci sarebbe anche il segretario generale Martino Conticelli. Mentre a Napoli e Salerno il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, insiste su Andrea Annunziata che dovrebbe prendere il posto di Pietro Spirito. Ma l'ultima parola rischia di essere presa, tra le mura domestiche, da Stancanelli e Scarchilli.
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