2020-07-30
Reti informatiche vaticane violate da hacker cinesi
Papa Francesco (Vatican Pool/Getty Images)
Nemmeno la rivelazione del New York Times scuote la linea bergogliana, sempre molto morbida con il regime di Xi Jinping.Per l'ambasciatore americano il Dragone mira a impossessarsi delle infrastrutture più importanti del nostro Paese. E anche Huawei è «una minaccia per la sicurezza».Lo speciale contiene due articoli. Gli hacker cinesi si sarebbero infiltrati nelle reti informatiche del Vaticano negli ultimi tre mesi, la notizia non è sussurrata tra le vie di Borgo Pio, ma la rivela il New York Times spendendo ben tre firme di punta per scrivere l'articolo. L'attacco informatico, riportano David Sanger, Edward Wrong e Jason Horowitz, è stato rilevato da Recorded Future, una società con sede a Somerville, Massachusetts, che fa risalire l'attacco a un gruppo denominato Red Delta e che secondo il report pubblicato on line (go.recordedfuture.com/hubfs/reports/cta-2020-0728.pdf) sarebbe legato a Pechino. Ieri mattina il governo cinese, tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha detto: «Fuori le prove» e no a «congetture», ma nel report si riportano le tecniche che sarebbero state utilizzate e si sostiene che sarebbero analoghe a quelle già utilizzate in passato da gruppi di hacker ritenuti collegati al governo cinese.Il pensiero va subito alla prossima scadenza, quando il 22 settembre saranno trascorsi due anni dell'accordo «segreto» e «storico» siglato nel 2018 tra Vaticano e Cina per il meccanismo di nomina dei vescovi. E dalle sacre stanze continua a trapelare, nonostante qualche scricchiolio, che l'intenzione è (era?) quella di procedere a rinnovare il discusso accordo. Non a caso l'arcivescovo in pensione Claudio Maria Celli, grande tessitore dell'accordo 2018 e molto vicino agli ambienti di Villa Nazareth, cari anche a Giuseppe Conte e al segretario di Stato cardinale Pietro Parolin, lo scorso 7 giugno alla trasmissione Mediaset Stanze Vaticane aveva detto che «probabilmente dovremo riconfermarlo per ancora uno, due anni, ma ancora la Santa Sede non ha preso una decisione al riguardo, che verrà poi comunicata alle autorità cinesi».Secondo l'americana Recorded Future che ha segnalato l'attacco, la violazione informatica sarebbe avvenuta proprio per avere uno spaccato della posizione negoziale della Santa Sede prima del rinnovo dell'accordo del settembre 2020. L'intrusione sarebbe avvenuta all'inizio di maggio con un file-trappola su carta intestata dell'arcivescovo Edgar Peña Parra, numero due della Segreteria di stato, e indirizzato alle autorità cattoliche a Hong Kong. La lettera portava un messaggio del cardinale Pietro Parolin indirizzato a monsignor Javier Corona Herrera che dirige la missione di studio a Hong Kong. Peraltro, secondo Recorded Future, l'attacco non avrebbe colpito solo il Vaticano, ma appunto ci sono anche le comunicazioni tra la diocesi di Hong Kong e la stessa Hong Kong Study Mission che è stato centro di gravità per il raggiungimento dell'accordo del 2018. Altro bersaglio sarebbe stato il Pontificio istituto missioni estere (Pime).Secondo alcuni la rivelazione dell'attacco da fonte Usa dovrebbe essere collocato nello scenario attuale che, complice anche il Covid-19, il «virus cinese» come lo chiama spesso Donald Trump, vede una massiccia pressione degli anglo-americani contro la Cina e verso tutti gli attori internazionali che con la Cina sembrano andare a braccetto. Vaticano compreso, ovviamente. Anzi il Vaticano come e più di altri, visto il ruolo morale che riveste in Occidente e in Italia in particolare, dove diversi uomini di governo, Conte e alcuni 5 stelle soprattutto, sono molto attratti dalla rinnovata Via della seta. Sul piatto c'è anche la situazione di Hong kong, per cui il Papa recentemente (Angelus del 5 luglio) si sarebbe «dimenticato» di leggere una parte di discorso già pronta per essere pronunciata a denuncia delle violazioni dei «diritti» e delle «libertà». Insomma, il Vaticano, per ragioni che si chiamano «pastorali» e di «unità», è sembrato in più occasioni strizzare l'occhio a Pechino, trangugiando una libertà religiosa pressoché inesistente e un programma di «sinicizzazione» della chiesa che assume il chiaro volto del controllo.La denuncia dell'attacco informatico per far saltare il banco dell'accordo Cina-Vaticano può essere un'ipotesi, ma, come confermano alcuni analisti che hanno letto nel dettaglio il report pubblicato da Recorder future, l'hakeraggio potrebbe essere realistico. In tal caso le ombre sull'accordo si allungano di molto, viste anche le resistenze che diversi ambienti della chiesa hanno sollevato già dal 2018, per un accordo ritenuto al ribasso e dove a pagare il prezzo più alto è la cosiddetta chiesa «sotterranea» da sempre in comunione con Roma e per questo duramente repressa dal regime. E in questi due anni i risultati raggiunti dall'accordo sono piuttosto scarsi: solo due nuove ordinazioni di vescovi, peraltro già concordate prima dell'accordo; lo stesso numero di diocesi riconosciute; e soprattutto di fronte alla celere rimozione della scomunica di 7 vescovi da parte di Francesco sono zero i vescovi fedeli a Roma riconosciuti da Pechino. Non un gran bottino sulla via della «unità», come auspicava Parolin nel 2018.Il Covid-19 ha certamente allontanato il Vaticano dalla Cina non solo per la difficoltà ad organizzare viaggi papali, ma più in generale per essere franato sugli equilibri geopolitici mondiali. Alcune mosse d'Oltretevere, come la nomina di un super atlantista come Mario Draghi alla Pontificia accademia delle scienze sociali, possono far pensare a un lieve raffreddamento delle intese tra Vaticano e Pechino. Ma resta la variabile Bergoglio. Il Papa è fieramente abitato da un certo fastidio nei confronti degli Usa, specialmente con gli Usa a trazione Trump, e non ha mai nascosto di voler tirare diritto nell'accordo con la Cina, cosa che, dicono alcune fonti alla Verità, non dovrebbe essere smentita neanche questa volta. Forse ci sarà qualche distinguo in più, forse qualche prudenza, ma, salvo sorprese, è difficile pensare che Francesco imponga un dietrofront all'accordo.Dal Vaticano tutto tace sull'attacco informatico. La direzione della Sala stampa non ha commentato con il New York Times e alla Verità, che ieri mattina ha chiesto se c'erano elementi per confermare o smentire l'attacco, la risposta è stata che «al momento non abbiamo notizie al riguardo». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/hacker-cinesi-violano-la-rete-del-vaticano-ma-francesco-vuole-laccordo-con-pechino-2646831237.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-porti-italiani-fanno-gola-alla-cina" data-post-id="2646831237" data-published-at="1596061958" data-use-pagination="False"> I porti italiani fanno gola alla Cina
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)