2021-12-16
Ha denunciato Bankitalia, i sindacati lo difendono ma ora rischia il licenziamento
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Le dichiarazioni di Carlo Bertini a Report scatenano Falbi e Uilca: indetto uno sciopero per il 28 dicembre. Venerdì 17 il consiglio superiore di palazzo Koch potrebbe decidere il licenziamento del funzionario della vigilanza: ha raccontato di essere stato ostacolato nell'indagine sulla vendita dei diamanti da parte degli istituti di credito.Può un dipendente di Bankitalia far vacillare una delle più importanti istituzioni italiane? Ci è riuscito Carlo Bertini, funzionario della vigilanza di palazzo Koch, intervistato questa settimana dalla trasmissione Report dove ha denunciato la modalità con cui i vertici dell’istituto lo hanno ostacolato nell’indagine sulla vendita dei diamanti da parte delle banche italiane. Vicenda - quella dell’investimento sui preziosi cresciuta esponenzialmente dopo la crisi economica nel 2008 -, che è ancora oggetto di inchieste da parte della magistratura ordinaria.Le dichiarazioni di Bertini, al momento sospeso dalle sue funzioni e senza stipendio, hanno scatenato una vera e propria ondata di solidarietà da parte dei lavoratori di Bankitalia. Così nella giornata di ieri la Falbi (Federazione autonoma lavoratori Banca d’Italia) ha deciso di organizzare uno sciopero per venerdì 17. Il motivo sta proprio nella denuncia di Bertini, in particolare in quello che diversi dirigenti gli avrebbero raccontato per fermarlo nel suo lavoro. Il funzionario della vigilanza di Bankitalia, dopo 21 anni in servizio, rischia il licenziamento o il prolungamento della sospensione. Venerdì, a quanto apprende la Verità, dovrebbe riunirsi il consiglio superiore di palazzo Koch, presieduto dal vice direttore generale Piero Cipollone per decidere il provvedimento. Ma non è detto che la decisione possa slittare e essere presa il prossimo anno, anche per calmare le acque. «Chi ha assistito alla puntata di Report dello scorso 13 dicembre non può che esserne rimasto stupito e preoccupato per l’immagine della Banca d’Italia che ne è risultata. La citata trasmissione aveva in oggetto la tutela del Risparmiatore, che è il primo dei compiti dell’Istituto, nella ormai nota vicenda della vendita truffaldina dei diamanti da parte di numerosi Istituti di credito» si legge nel comunicato della Falbi. «Ma quello che ha maggiormente colpito sono le dichiarazioni di importanti Dirigenti che, con fare ambiguo, sostanzialmente consigliavano di buttare la cenere sotto il tappeto». Il riferimento è alle dichiarazioni del vice direttore generale Alessandra Perrazzeli, che di fondo ha detto a Bertini come «di fronte a delle cose spaventose» il consiglio più opportuno è quello di comportarsi «come una statua di marmo», in modo da farsi scivolare addosso le cose e comunque fare carriera. «Allora io le racconto delle cose di me che forse non dovrei condividere» dice Perrazzelli durante la trasmissione mentre parla con Bertini, «ma io nella mia vita professionale mi sono trovata di fronte a delle cose spaventose nei confronti delle quali mi veniva detto che io dovevo essere come una statua di marmo, quindi farmele scivolare addosso no? Come l’acqua. E questa cosa qui mi ha aperto gli occhi sostanzialmente su come l’Italia e nel mondo si fa carriera». Banca d’Italia ha contestato ai sindacati la violazione per mancato preavviso, mentre ha preferito non replicare alla puntata di Report. Così ora lo sciopero è stato spostato al 28 dicembre. Bertini in questi anni è stato anche sottoposto a visite psichiatriche, un metodo – denuncia questa volta la Uilca, «cui si ricorreva in Unione Sovietica e che da ultimo si è maldestramente ritorta contro l’Amministrazione in esito all’accertata idoneità alla mansione del collega Bertini». La Falbi si era già rivolta per ben due volte al governatore Ignazio Visco perché intervenisse nella vicenda «e giudicasse l’accaduto con equanimità e senso di giustizia». Ma non è successo nulla. «La questione non era solo tutelare un collega, che comunque sarebbe stata una ragione più che sufficiente, ma difendere l’autorevolezza e il buon nome dell’Istituzione, perché riteniamo che il sindacato non possa fermarsi a “calcoli ragionieristici”, ma debba, con corretta consapevolezza del ruolo, agire a tutela del lavoratore e dell’Istituzione».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)