2021-05-05
Ha 2.700 dosi di droga: giudice assolve il rapper sfascia vetrine
Trovati a casa di un giovane coinvolto nei saccheggi di Torino del 26 ottobre marijuana e hashish pari a 134 volte l'uso personale. Ma il magistrato ne dispone la scarcerazione: «Gli stupefacenti gli servono per la creatività»Chi lo ha detto che con la cultura non si mangia? Sappiate che con l'arte si può guadagnare eccome, è sufficiente avere pochi scrupoli e fregarsene della vita altrui. Da oggi potete sopravvivere facendo gli artisti, anche se nessuno vi fila: vi basterà spacciare droga nel tempo libero. Ovviamente vale anche in senso inverso: agli spacciatori conviene iniziare da subito a cimentarsi con l'arte. Possono cominciare a buttar giù un romanzo, oppure comprare colori a olio e pennelli. E, nel frattempo, confezionare le bustine con gli stupefacenti. Chissà, magari salterà fuori qualche nuova promessa della cultura, più interessante dei mezzi scrittori e mezzi musicisti che circolano da queste parti. Se pensate che così dicendo stiamo invitando a commettere crimini, vi sbagliate di grosso. Stiamo semplicemente traendo qualche logica conclusione dopo aver letto la sentenza emessa a Torino per Sofian Naich. Un tale che aveva in casa una quantità pazzesca di droga ma non la pagherà affatto cara perché «è un artista». Costui è un ragazzo di Barriera di Milano, quartiere «difficile», come si usa dire, del capoluogo torinese. Il 26 ottobre scorso, assieme a una marea di quasi coetanei, diede l'assalto al centro di Torino. Ricordate? Bande di giovanissimi provenienti dai quartieri periferici sfasciarono vetrine di negozi di lusso, concentrandosi in particolare su quelli di Gucci e di Louis Vuitton, marchi amati da rapper e trapper. Furono rubati vestiti, borse, zainetti per circa 200.000 euro. «Si sono appropriati di ogni capo di abbigliamento in maniera animalesca. È stata una pagina nera nella storia di Torino», disse il questore Giuseppe De Matteis. «C'era la ricerca del bene prezioso da portare a casa». Per quella scorreria la polizia arrestò 37 persone: tutti ragazzi e ragazzini, 13 addirittura minorenni. Per la maggior parte si trattava di immigrati di seconda generazione, figli di marocchini e di egiziani. Sofian Naich era tra loro. Anzi, in qualche modo divenne il simbolo di quella giornata. Si fece fotografare con il dito medio alzato di fronte alla vetrina di un negozio Geox saccheggiato, e non contento andò avanti parecchio a pubblicare sui social network i video dell'assalto. Di più: il nostro giovane eroe rilasciò interviste ai quotidiani, presentandosi come un «dannato della terra». Lui e i suoi compari, infatti, tentarono di far passare la razzia come una protesta contro le chiusure, approfittando dalla tensione serpeggiante fra esercenti, ristoratori e commercianti. «Quando dico che una protesta pacifica non avrebbe ottenuto lo stesso effetto e che il messaggio non sarebbe passato con una protesta pacifica non dico che sia bello quello che è successo, e nemmeno che io ne sia uno dei protagonisti. Ma se fosse stata una protesta pacifica non saremmo ancora qui a parlarne, no?», disse Sofian a Repubblica, improvvisandosi capopopolo. «La gente che ha criticato i miei messaggi mi dà fastidio perché sono scritti da chi non sa cosa vuol dire fare la fame qui in Barriera», aggiunse. E si atteggiò a vittima di razzismo: «Ho fatto 18 anni da poco ma vivo da solo da un anno. Ho lasciato la scuola, ho fatto già tanti lavori per la mia età, anzi troppi. Ora sono stufo. […] Dopo quella foto davanti a Geox - che è una foto e basta - mi sono sentito dire che sono un terrorista, un negro di merda, ma io sono nato qui. […] Sono arrivati a dirmi che avrei dovuto fare la fine di Willy, quel ragazzo che hanno ammazzato». Povera stella. La polizia si è interessata a Sofian per i saccheggi, ma quando è entrata in casa sua ha trovato «221,84 grammi di marijuana, in tre sacchetti di cellophane trasparente e sei bustine nere». Sul tavolino in salotto c'erano «un bilancino di precisione, una busta trasparente con dentro altre bustine con chiusura ermetica, altri 291 grammi di hashish in due panetti e 16 bustine di cellophane nere». Stiamo parlando di 2.005 dosi medie singole di hashish e 678 di marijuana. Secondo le forze dell'ordine si tratta di 134 volte la quantità di droga che può rientrare nell'uso personale. La prima cosa che viene in mente, dunque, è che il nostro Sofian sia uno spacciatore (che si sia stufato di lavorare lo dice persino lui). E invece, secondo il giudice, non lo è. Tutta la roba che gli hanno trovato in casa era per uso personale, quindi il nostro se l'è cavata con una «10 mesi di reclusione, doppi benefici di legge (sospensione condizionale e non menzione della condanna) e l'immediata liberazione». Come è possibile? Qui sta il bello. Dovete sapere che Sofian si crede un musicista. Un trapper, per la precisione. Scrive la Corte che «Naich risulta comporre musica rap con il nome d'arte di Kaprio».Poiché è un musicista, la droga gli serve per trarre ispirazione, per creare l'atmosfera. Sentite il giudice: «È noto come in certi contesti e ambienti artistici vi sia un uso piuttosto disinvolto delle sostanze stupefacenti, soprattutto quelle leggere ritenute idonee a favorire la creatività artistica. Deve dunque ritenersi plausibile che il giovane detenesse lo stupefacente tanto per uso personale quanto per le cessioni finalizzate a un consumo di gruppo». Capito? Kaprio è un artista, quindi il suo «uso personale» di droga può ammontare a 134 volte il normale. Sì, magari qualche volta passava canne ai suoi amici musicisti, ma si sa come vanno le cose nell'ambiente artistico, no? Se non ti stoni un po' non puoi mica comporre cose decenti. Beh, con tutta quella droga Kaprio avrà senz'altro sfornato dei piccoli capolavori, no? Ecco, a dire il vero sul Web non ne abbiamo trovati molti. Il video che gira di più è quello del brano intitolato Geox, come il negozio che gli amici del trapper hanno assaltato. Kaprio canta con un fortissimo accento straniero, e le sue pose da duro si alternano a immagini delle razzie di Torino. A prima vista, non ci sembra che il ragazzo sia destinato a una radiosa carriera musicale. Ma forse può provare quella politica: tra droga libera e pianti per lo ius soli, starebbe benissimo come candidato di sinistra.