2018-04-03
Vacanze per radical chic firmate «Guardian»: il tour delle rovine greche dopo la Troika
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C'è chi sceglie la Grecia perché culla della cultura. Chi la predilige per le spiagge bianche. E chi, ancora, sceglie di trascorrerci qualche giorno di vacanza per dedicarsi a un po' di sano divertimento. E poi c'è il Guardian, il noto quotidiano britannico, che dalle sue pagine online sceglie di promuovere un viaggio in terra ellenica per scoprire «gli effetti della crisi e dei migranti».Per scoprire di più sulla crisi della Grecia, leggi qui l'articolo di Antonio GrizzutiSul sito del Guardian si leggeva a chiare lettere: «unitevi alla corrispondente da Atene del nostro giornale Helena Smith in un affascinante viaggio alla scoperta tra gli effetti della crisi finanziaria e dell'emergenza migranti in Grecia. La nostra giornalista vi guiderà per tutto il viaggio rispondendo alle vostre domande e vi aiuterà a tirare le vostre conclusioni, alla fine del viaggio, sugli effetti della crisi sulla popolazione ellenica». Spulciando il programma, si scopre che per 7 notti e 8 giorni, i «fortunatissimi» lettori del Guardian avrebbero visitato uno dei vigneti greci per scoprire se questo business sopravviverà alla crisi o sarà destinato a scomparire, si sarebbero avventurati per i sobborghi di Atene per respirare l'aria di protesta e scoprire come vive la gente in questo periodo di austerity e avrebbero incontrato alcune famiglie della città per capire da loro come la crisi finanziaria ha cambiato le loro vite negli ultimi anni. E non apriamo il capitolo migranti. Solo per darvi un assaggino, il tour comprendeva una giornata a Samos dove si sarebbero vestiti i panni di volontari per aiutare una Ong locale nelle sue mansioni quotidiane nell'ambito dell'emergenza rifugiati. Partenza prevista: 31 marzo 2019, per la modica cifra di 2500 sterline, poco più di 2800 euro. Viaggio per/da la Grecia escluso. La schermata del «Guardian» con il programma del viaggio e il costo, voli esclusi. Lo stesso Guardian però, pochi giorni dopo la pubblicazione sul suo sito del pacchetto turistico, ha preferito rimuovere l'opzione «Grecia ed Euro» dalle sue pagine di viaggio. Sui social network, soprattutto su Twitter, centinaia e migliaia di persone hanno infatti iniziato ad attaccare il giornale britannico accusandolo di «poverty porn», ovvero lo sfruttamento a fini economici delle disgrazie di qualcuno. Un'accusa più che fondata se si pensa che uno dei punti forti di questo viaggio sarebbe stato proprio l'incontro con famiglie distrutte dalla crisi e che sarebbero state costrette a mostrarsi a dei turisti - probabilmente armati di macchine fotografiche e smartphone e pronti a registrare ogni istante della lussuosa vacanza - in uno dei momenti più difficili della loro vita. Sembra così quasi naturale che il web sia insorto. «Vergognatevi» si legge in un primo tweet «questo è senza dubbio il modo più disgustoso di promuovere il vostro "giornalismo investigativo". Le persone in Grecia hanno sofferto immensamente e voi cercate di trarre beneficio economico da questo?» E ancora. «Poco importa che il Guardian abbia già rimosso questo viaggio. Il fatto che abbia anche solo pensato di trattare poveri e rifugiati come animali da zoo mostra la decadenza dell'informazione inglese». A scagliarsi contro il giornale inglese sono stati anche alcuni colleghi di altre testate. Come la corrispondente dall'Africa del Wall Street Journal, Matina Stevis-Gridneff che ha twittato: «il Guardian invita a pagare 2500 sterline per un tour della Grecia ai tempi della crisi e dei migranti. Penso sia schifoso, emblematico del tipo di superiorità e di pseudo sensibilità sinistroide del giornale e dei suoi lettori. E' vergognoso». O come Anthee Carassava, che da anni copre la Grecia per The Times. «Questo tipo di tour vanno avanti fin dal primo giorno della crisi finanziaria» ha spiegato la giornalista «ma di solito vengon organizzati per spiegare i dietro le quinte della crisi greca e non di certo per sfruttare in modo offensivo la miseria in cui vive la Grecia. Complimenti al Guardian per aver definitivamente rovinato ila reputazione ai tour politici».Contattati dal portale inglese PressGazette, dal Guardian si sono scusati per la scarsa qualità del tour. «Abbiamo eliminato il viaggio dalle nostre pagine e ci scusiamo con chiunque si sia sentito offeso da questa iniziativa. Il viaggio era stato organizzato dalla Political Tours (una compagnia creata dall'ex giornalista del New York Times Nicholas Wood, per anni corrispondente dai Balcani, ndr) e voleva solo condurre i lettori del Guardian alla scoperta di un altro volto della Grecia»". Nonostante il viaggio sia stato rimosso, l'annuncio è rimasto online sul sito inglese per una settimana. Troppo tempo per venir cancellato dalla memoria dei social network con delle semplici scuse.
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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