True
2020-06-04
Gualtieri piazza in Cdp il dalemiano che non dispiace al centrodestra
True
Carlo Cerami
Dopo una lunga trattativa tra forza di governo e opposizioni è stato nominato il nuovo consigliere di Cassa Depositi e prestiti. Si tratta di Carlo Cerami, avvocato amministrativista, già con una lunga carriera nelle fondazioni, tra cui Cariplo e in partecipate pubbliche, come Enel, Terna e Galileo Avionica del gruppo Leonardo. Il posto era vacante da almeno un anno, dopo le dimissioni di Valentino Grant, espressione, nel precedente governo gialloblu di Giuseppe Conte, della Lega di Matteo Salvini. Per quasi un anno sono continuate le trattative più serrate, anche con l'amministratore delegato di via Goito Fabrizio Palermo. In principio il posto sarebbe dovuto andare al professore Giulio Sapelli, ma a quel punto il nuovo governo giallorosso si è opposto.
A questo punto, negli ultimi mesi, si era parlato spesso anche di Franco Bassanini, ex numero uno di Cassa depositi e prestiti nella fase post Tremonti e molto vicino al Partito democratico. Ma anche su questo nome la maggioranza si è incagliata, anche perché Bassanini è considerato fin troppo ingombrate. L'emergenza sanitaria ha portato consiglio a Gualtieri che ha pescato dal cilindro il jolly, ovvero Cerami. L'avvocato amministrativista con studio a Milano in piazza San Babila vanta relazioni a 360 gradi. Certo, è ritenuto un uomo vicino all'ex premier Massimo D'Alema, ma è soprattutto un tecnico con un passato proprio nell'ambito delle fondazioni bancarie. In particolare vanta un ottimo rapporto con Gualtieri, sin dai tempi della Fondazione Italiani Europei, vera e propria fucina della classe dirigente dalemiana. Non solo. E' molto stimato dall'ex presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, con cui ha lavorato per anni.
Per questo motivo è ben visto dall'ala della Lega più vicina all'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, dal momento che come avvocato ha lavorato anche a stretto contatto nelle varie amministrazioni pubbliche insieme all'altro bocconiano leghista, ovvero Massimo Garavaglia. A Milano è stato uno dei sostenitori dell'ex premier Matteo Renzi. Vanta un buon rapporto con il sindaco Giuseppe Sala. E' iscritto al circolo della Pallacorda, luogo di incontro meneghino che vede spesso insieme il Pd e Italia Viva. Ma Cerami è stato anche nel consiglio di amministrazione dell'Ospedale San Raffaele di Milano, luogo da sempre vicino al centrodestra milanese.
Su Facebook ha ringraziato soprattutto Gualtieri per la nomina: «Ringrazio il Ministero dell'Economia e delle Finanze, e tutta l'assemblea dei soci, per la fiducia. Il periodo è difficile. Moltissime persone sono in difficoltà e c'è grande bisogno del lavoro delle nostre istituzioni per curare e rilanciare la nostra economia. Cassa Depositi e Prestiti è una di queste. Metterò tutto il mio impegno».
Continua a leggere
Riduci
In via Goito arriva l'avvocato Carlo Cerami. Prende il posto dell'ex leghista Valentino Grant. La Lega aveva puntato su Giulio Sapelli, mentre il Pd avrebbe preferito Franco Bassanini, che è stato ritenuto troppo ingombrante. Dopo una lunga trattativa tra forza di governo e opposizioni è stato nominato il nuovo consigliere di Cassa Depositi e prestiti. Si tratta di Carlo Cerami, avvocato amministrativista, già con una lunga carriera nelle fondazioni, tra cui Cariplo e in partecipate pubbliche, come Enel, Terna e Galileo Avionica del gruppo Leonardo. Il posto era vacante da almeno un anno, dopo le dimissioni di Valentino Grant, espressione, nel precedente governo gialloblu di Giuseppe Conte, della Lega di Matteo Salvini. Per quasi un anno sono continuate le trattative più serrate, anche con l'amministratore delegato di via Goito Fabrizio Palermo. In principio il posto sarebbe dovuto andare al professore Giulio Sapelli, ma a quel punto il nuovo governo giallorosso si è opposto. A questo punto, negli ultimi mesi, si era parlato spesso anche di Franco Bassanini, ex numero uno di Cassa depositi e prestiti nella fase post Tremonti e molto vicino al Partito democratico. Ma anche su questo nome la maggioranza si è incagliata, anche perché Bassanini è considerato fin troppo ingombrate. L'emergenza sanitaria ha portato consiglio a Gualtieri che ha pescato dal cilindro il jolly, ovvero Cerami. L'avvocato amministrativista con studio a Milano in piazza San Babila vanta relazioni a 360 gradi. Certo, è ritenuto un uomo vicino all'ex premier Massimo D'Alema, ma è soprattutto un tecnico con un passato proprio nell'ambito delle fondazioni bancarie. In particolare vanta un ottimo rapporto con Gualtieri, sin dai tempi della Fondazione Italiani Europei, vera e propria fucina della classe dirigente dalemiana. Non solo. E' molto stimato dall'ex presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti, con cui ha lavorato per anni. Per questo motivo è ben visto dall'ala della Lega più vicina all'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, dal momento che come avvocato ha lavorato anche a stretto contatto nelle varie amministrazioni pubbliche insieme all'altro bocconiano leghista, ovvero Massimo Garavaglia. A Milano è stato uno dei sostenitori dell'ex premier Matteo Renzi. Vanta un buon rapporto con il sindaco Giuseppe Sala. E' iscritto al circolo della Pallacorda, luogo di incontro meneghino che vede spesso insieme il Pd e Italia Viva. Ma Cerami è stato anche nel consiglio di amministrazione dell'Ospedale San Raffaele di Milano, luogo da sempre vicino al centrodestra milanese. Su Facebook ha ringraziato soprattutto Gualtieri per la nomina: «Ringrazio il Ministero dell'Economia e delle Finanze, e tutta l'assemblea dei soci, per la fiducia. Il periodo è difficile. Moltissime persone sono in difficoltà e c'è grande bisogno del lavoro delle nostre istituzioni per curare e rilanciare la nostra economia. Cassa Depositi e Prestiti è una di queste. Metterò tutto il mio impegno».
(Totaleu)
Lo ha detto il Ministro per gli Affari europei in un’intervista margine degli Ecr Study Days a Roma.
Getty Images
Ed è quel che ha pensato il gran capo della Fifa, l’imbarazzante Infantino, dopo aver intestato a Trump un neonato riconoscimento Fifa. Solo che stavolta lo show diventa un caso diplomatico e rischia di diventare imbarazzante e difficile da gestire perché, come dicevamo, la partita celebrativa dell’orgoglio Lgbtq+ sarà Egitto contro Iran, due Paesi dove gay, lesbiche e trans finiscono in carcere o addirittura condannate a morte.
Ora, delle due l’una: o censuri chi non si adegua a certe regole oppure imporre le proprie regole diventa ingerenza negli affari altrui. E non si può. Com’è noto il match del 26 giugno a Seattle, una delle città in cui la cultura Lgbtq+ è più radicata, era stata scelto da tempo come pride match, visto che si giocherà di venerdì, alle porte del nel weekend dell’orgoglio gay. Diciamo che la sorte ha deciso di farsi beffa di Infantino e del politically correct. Infatti le due nazioni hanno immediatamente protestato: che c’entriamo noi con queste convenzioni occidentali? Del resto la protesta ha un senso: se nessuno boicotta gli Stati dove l’omosessualità è reato, perché poi dovrebbero partecipare ad un rito occidentale? Per loro la scelta è «inappropriata e politicamente connotata». Così Iran ed Egitto hanno presentato un’obiezione formale, tant’è che Mehdi Taj, presidente della Federcalcio iraniana, ha spiegato la posizione del governo iraniano e della sua federazione: «Sia noi che l’Egitto abbiamo protestato. È stata una decisione irragionevole che sembrava favorire un gruppo particolare. Affronteremo sicuramente la questione». Se le Federcalcio di Iran ed Egitto non hanno intenzione di cedere a una pressione internazionale che ingerisce negli affari interni, nemmeno la Fifa ha intenzione di fare marcia indietro. Secondo Eric Wahl, membro del Pride match advisory committee, «La partita Egitto-Iran a Seattle in giugno capita proprio come pride match, e credo che sia un bene, in realtà. Persone Lgbtq+ esistono ovunque. Qui a Seattle tutti sono liberi di essere se stessi». Certo, lì a Seattle sarà così ma il rischio che la Fifa non considera è quello di esporre gli atleti egiziani e soprattutto iraniani a ritorsioni interne. Andremo al Var? Meglio di no, perché altrimenti dovremmo rivedere certi errori macroscopici su altri diritti dei quali nessun pride si era occupato organizzando partite ad hoc. Per esempio sui diritti dei lavoratori; eppure non pochi operai nei cantieri degli stadi ci hanno lasciato le penne. Ma evidentemente la fretta di rispettare i tempi di consegna fa chiudere entrambi gli occhi. Oppure degli operai non importa nulla. E qui tutto il mondo è Paese.
Continua a leggere
Riduci