2020-11-08
Guai per i genitori di Renzi nel processo sul crac delle coop. Ci sono due «pentiti»
Laura Bovoli e Tiziano Renzi (Ansa)
I coimputati hanno chiesto di patteggiare e di uscire di scena. Nuovi controlli sui Conticini per l'affaire dei fondi dell'Unicef.A casa Renzi non è solo Matteo a piangere. Anche i genitori, il cognato Andrea Conticini e i due fratelli di quest'ultimo (coinvolti nella cosiddetta inchiesta Unicef) rischiano un processo. L'udienza preliminare richiesta per decidere il rinvio a giudizio non promette niente di buono. Il 4 novembre è slittato il procedimento che vede coinvolti i genitori dell'ex premier, Tiziano e Laura, accusati per la bancarotta di quattro coop e per l'utilizzo di false fatturazioni (per questo reato, in un altro procedimento sono stati condannati a 1 anno e 9 mesi a testa). Due imputati stanno per patteggiare la pena: A. A. a 1 anno e 4 mesi e P. M. a 6 mesi (pena sospesa). Il primo, accusato con babbo Renzi, mamma Lalla e altri anche di aver sottratto libri e scritture contabili di una coop fallita, ha ammesso con il curatore di aver fatto il prestanome. Ma si ritrova anche in altri due capi d'accusa per il mancato versamento degli oneri previdenziali e delle imposte, determinando o aggravando il dissesto di una delle coop, e per aver distratto beni aziendali (auto, furgoni e motocicli).Il secondo è accusato di aver emesso poco più di 4.000 euro di false fatture per consentire a una delle coop l'evasione delle imposte. Spiegò di essere stato assunto per la distribuzione di volantini (uno dei business delle coop dei Renzi) e che le condizioni di lavoro erano al limite («Si lavorava 10-12 ore al giorno», disse. E se ne lamentò anche con Andrea Conticini). Ma ha dato indicazioni anche su quelle che ha definito le «teste di legno» di babbo Renzi. Fu lui, inoltre, a parlare dei volantini che, invece di finire in distribuzione, venivano mandati al macero. All'epoca i pm ritennero quelle dichiarazioni autoindizianti «pienamente attendibili». Anche per la posizione lavorativa che l'indagato (ora imputato) ricopriva.Spiega l'avvocato Stefano Bagnera, difensore del primo: «Al momento formalmente non abbiamo chiesto il patteggiamento, ma essendo il mio cliente anziano e gravemente malato non se la sente ad affrontare un processo. C'è un accordo al patteggiamento al minimo di legge, ma non è stato depositato ancora nulla. Il mio cliente ha reso interrogatorio, spiegando che il suo ruolo era solo formale». Incalzato dal cronista, ha precisato: «Un prestanome è una parola grossa, ma di fatto non aveva piena contezza del ruolo accettato. Citò come referente solo Mariano Massone. Tiziano Renzi non c'entra proprio nulla». La conferma sui patteggiamenti arriva anche dal difensore del secondo, l'avvocato Jacopo Pastorini: «Abbiamo fatto richiesta di applicazione pena e il procedimento è stato rinviato al 18 di novembre. La strada del processo era tutta in salita, con l'interrogatorio che aveva fatto. La sua posizione è stata stralciata e il giudice la valuterà separatamente. Io sono molto fiducioso».Anche per i Conticini si addensano le nubi all'orizzonte. Una mossa della difesa, dopo il contrattacco della Procura di Firenze, è sembrata un autogol. Per difendersi, i fratelli Andrea (cognato di Matteo Renzi per aver sposato la sorella Matilde) Luca e Alessandro hanno portato al giudice tre email di Alessandro, con le quali sostengono di poter dimostrare che avevano la liquidità pulita, in quanto era stato venduto un maniero in Francia, per oltre un milione di euro. Pertanto, hanno sostenuto di non sapere che quelli girati sui conti correnti della loro Play Therapy Africa erano i fondi donati da Unicef e Fondazione Pulitzer per progetti umanitari in Africa promossi dalla società dei Conticini. I fratelli sono accusati di essersene appropriati e di averli riciclati e autoriciclati tramite investimenti immobiliari in Portogallo e con l'acquisto di quote societarie, tra le quali compare la Eventi 6 di Laura e Tiziano. Nelle email depositate Alessandro si confrontava con il padre Alfonso (indagato e poi deceduto) su come investire i soldi della vendita dell'immobile in Francia.La Procura, però, dopo aver esaminato le email ha cominciato a sospettare che esistesse un archivio informatico mai saltato fuori. E ne ha chiesto l'acquisizione. Il giudice dell'udienza preliminare Piergiorgio Ponticelli, a quel punto, nell'udienza del 15 ottobre ha disposto nuove indagini, ritenendo «che la sopravvenienza emersa nell'udienza dell'8 ottobre relativa alle produzioni documentali effettuate dal difensore di Andrea Conticini, che ha reso interrogatori, fa emergere l'incompletezza delle indagini preliminari poiché, in particolare, alcune di quelle produzioni evidenziano l'esistenza di una sorta di archivio informatico nella disponibilità di Alessandro Conticini». Un archivio «avente a oggetto», sottolinea il giudice, «corrispondenza e comunicazioni di posta elettronica». Sui tre documenti prodotti dalla difesa, dà atto la toga, «è presente in calce una stringa di ricerca che dà chiara manifestazione del fatto che tale archivio di corrispondenza elettronica esiste». Non solo, secondo Ponticelli, «proprio come dimostra la produzione defensionale, attiene anche a temi rilevanti ai fini del presente procedimento e pertinenti rispetto alle imputazioni contestate». Insomma, oltre alle mail depositate, il giudice vuole anche tutto il resto. Ha quindi disposto altri cinque mesi d'indagine (fino al 18 marzo) per «l'attività di ricerca e acquisizione dell'archivio informatico». O, comunque, della raccolta dei contenuti che hanno come oggetto le comunicazioni e la corrispondenza di posta elettronica di Alessandro Conticini. Infine, il gup ha dato mandato ai pm di svolgere l'attività investigativa «con gli strumenti e con i mezzi che il codice di rito mette a sua disposizione e che riterrà più opportuni e confacenti allo scopo».