2021-02-03
I grillini perdono anche Carelli. Una scissione a destra che fa male
«Il M5s ha perso la sua anima». Farà un suo gruppo moderato. Anche altri interessati.Di questo passo, gli esponenti di M5s che hanno inutilmente tentato la snervante trattativa per il Conte ter al tavolo dell'«esploratore» Roberto Fico, finiranno per rappresentare sé stessi e pochi altri. Perché, mentre la crisi continuava ad avvitarsi sulle poltrone, in quello che si stava configurando come il più riuscito revival del manuale Cencelli mai messo in campo dalla fine della prima repubblica, il processo di atomizzazione della galassia grillina è avanzato a ritmi più che sostenuti. Ritmi peraltro in linea con quanto accaduto dall'inizio di una legislatura che ha visto finora cambiare casacca a circa 50 parlamentari originariamente eletti col Movimento pentastellato. Questa volta, però, la novità è sostanziale, poiché la defezione è di quelle che fanno rumore e non può essere derubricata a iniziativa folkloristica di questo o quel peone in cerca d'autore. A dire addio con fermezza ma senza sbattere la porta, in ossequio all'aplomb che lo contraddistingue, è stato Emilio Carelli, ex giornalista e «pezzo da 90» degli eletti grillini, ideale contraltare ai De Gregorio o ai Ciampolillo. I segnali di malcontento, in realtà, negli ultimi tempi si erano moltiplicati e alcuni tra i bene informati del Movimento avevano cominciato a mettere in conto un epilogo di questo tipo sei mesi fa, quando a Carelli venne meno il sostegno necessario per essere nominato all'Agcom. Si è pensato però che tutto potesse velocemente rientrare e invece, con lo scoppio della crisi, le cose sono precipitate. Le motivazioni ufficiali addotte da Carelli alla sua decisione aprono in M5s un ulteriore fronte di smottamento, che potrebbe essere pericoloso quanto gli altri visto che non si rivolge agli «ortodossi», bensì alla parte più ragionevole del movimento. Carelli, infatti, non si è limitato a comunicare la scelta di andarsene, ma la ha corroborata con una serie di riflessioni politiche, culminate nell'intento di offrire a chi la pensa come lui un polo di aggregazione moderato, popolare, collocato nel centrodestra. Secondo Carelli, «M5s ha perso la sua anima», dopo una serie di «scelte sbagliate», con «persone sbagliate e incompetenti nei posti sbagliati». La goccia che ha fatto traboccare il vaso, per Carelli è stato il «triste spettacolo di queste ultime settimane» e «l'inadeguatezza del piano sul Recovery». Nella pars construens del suo ragionamento, l'ex direttore di Sky Tg24 parla della nuova componente del gruppo Misto, denominata Centro popolari italiani (ma sulla seconda denominazione l'ex-Ppi, Pierluigi Castagnetti, ha già posto il veto esibendo le carte bollate), come di una «casa accogliente per tutti i colleghi che intendono lasciare il Movimento ma temono di restare isolati», oltre che ovviamente a quanti vogliano aderire provenendo dalle altre forze politiche. Una scissione a destra in piena regola, dunque, nella quale i rumors di Palazzo vedono una ventina di possibili adepti e che cade nel momento in cui le maggiori minacce alla tenuta dei grillini sembravano arrivare dell'ala «massimalista» facente capo al «Che Guevara biancoceleste» Alessandro Di Battista. La fronda dei duri e puri, che vedevano come fumo negli occhi la prospettiva di una riappacificazione con Matteo Renzi, pronti a contrastarla in tutti i modi, sarebbe anch'essa accreditata di una ventina di aderenti, con la conseguenza che se solo un quarto dei malpancisti di vario genere all'interno della truppa grillina decidessero di far seguire i fatti alle parole salutando il gruppo di appartenenza, renderebbe ancor più parcellizzata la rappresentanza parlamentare aprendo incognite su quello che potrà essere il proseguo della legislatura.