2021-12-20
Macché futuro rubato. Questo mondo è la fortuna di Greta
L’ecoattivista si lamenta troppo. Ringrazi il Cielo di vivere nell’età del petrolio e non in quella della pietra o del ferro.Ed eccoci all’ultima gretinata, la numero 7, tante quanti i peccati capitali: «Ci avete rubato l’infanzia, i sogni e il futuro». Frase detta bene e dal significato indubbio: eccelsa manifestazione di ingretitudine nei cuori di bimbe viziate. Le Gretine dovrebbero ringraziare Dio di essere nate nell’età del petrolio anziché non dico in quella della pietra o del ferro, e neanche 1000 anni fa, ma appena 200 anni fa in America dove tra 10 milioni d’abitanti 2 milioni erano schiavi. In tutta la sua ineluttabile crudeltà, l’umanità s’è liberata della pratica della schiavitù, che oggi, grazie all’uso sapiente di petrolio, carbone e gas, ci prendiamo il lusso di considerare una piaga. Le generazioni immediatamente precedenti a quella delle Gretine, i loro nonni, bis e tris nonni, si sono dati un sacco da fare, e hanno inventato e fatto uso delle macchine termiche, che hanno sostituito gli schiavi. E hanno lavorato sodo per garantire alla loro progenie, Gretine comprese, una vita più comoda di quella che hanno dovuto sopportare loro. Diciamo la verità: non sono un modello di perspicacia ’ste Gretine. E diciamola tutta: un po’ ottuse lo sono. Nessuna di esse, però, che rinunci a niente di ciò che blaterano di voler bandire. Zero emissioni di CO2, dicono. Eppure scorrazzano in automobile, usano telefonini e computer e, se è inverno e hanno freddo o se è estate e hanno caldo o se è buio e vogliono illuminarsi, fanno presto: pigiano un interruttore, e voilà la magia. E per la magia dovrebbero ringraziare chi ha loro rubato l’infanzia, i sogni e il futuro. Povere Gretine. Sputano veleno contro chi ha faticato non poco per consegnar loro un mondo con uno standard di vita senza precedenti e farne delle privilegiate. Tanto privilegiate da poter permettersi il lusso di grottesche proteste ove, anziché chiedere che sia migliorata la vita di chi è, oggi, meno fortunato, ’ste Gretine vorrebbero che i più fortunati rinunciassero alla loro fortuna.Loro sì - le Gretine dico - stanno lavorando sodo: beh, lavorare è una parola grossa, e ancora più grossa è «sodo», ma lasciamo correre. Stanno lavorando sodo, dicevo, per rubare e rovinare l’infanzia e il futuro dei loro figli, se mai avranno il coraggio di generare, tutte protese, come sono, nel più smisurato degli egocentrismi, che promuove, pur di sentirsi al centro dell’attenzione, una doviziosa profusione di sciocchezze dalla loro bocca. Se solo studiaste, care le mie Gretine, apprendereste in poco tempo che non esiste alcuna emergenza climatica. Basta studiare qualsiasi cosa, anche il sanscrito, per capire l’insussistenza di quella che è, di fatto, la vostra superstizione. Perché studiare allena il vostro cervello a ragionare. E, se ragionaste, non potrebbe non venirvi il dubbio che in un pianeta ove la variabilità termica è di 100 gradi (-50 ai Poli e +50 all’equatore), una lieve variazione di 1 grado in 100 anni non può che essere nulla di cui impensierirsi. Tanto più che di suo il pianeta ha, nel tempo, variazioni climatiche di una decina di gradi, e variazioni di 1 grado non solo sono rumore di fondo, ma anche non è detto che non possano essere di beneficio. Perché, dovreste anche chiedervi se per caso un pianeta più caldo possa anche essere più desiderabile per l’umanità. È il metodo scientifico stesso - e a voi piace tanto riempirvi la bocca con la parola «scienza» - che impone la domanda: ché sarebbe strano, molto strano, che la temperatura ideale per l’umanità sia esattamente quella che fu cent’anni fa, non un grado di più non uno di meno. Vi pare possibile?Greta che urla - l’abbiamo vista strillare all’Onu, no?, ed è ancora guardabile in internet -con gli occhi corrucciati e quasi la bava alla bocca deformata da un misto di odio e disprezzo, ispira compassione. Per sua stessa ammissione ha una sindrome autisticoide che le induce fissazioni. Andrebbe curata e protetta, invece la sua fissazione è alimentata e usata dal contorno di sfruttatori che la circondano, che vedono in lei la fonte dei propri, altrimenti improbabili, guadagni. Ho ancora in mente l’immagine della bimba che, ospite, chissà perché, presso il nostro Senato, parlava seduta al centro di un tavolo con alla sinistra quel tal Enrico Giovannini (poi diventato ministro in questo governo di pasticcioni) che le porgeva e reggeva il microfono: chissà perché, mi sembrò d’avere innanzi agli occhi l’immagine del serpente che offre la mela a Eva. Un geniaccio, ’sto Giovannini. Sta foraggiando non si sa chi con 2 miliardi per gli autobus elettrici. Stendiamo un velo pietoso sulla questione elettrica (che lascerà questi autobus in garage), e osserviamo solo che con quella cifra se ne acquistano, sì e no 5.000, ma in Italia di autobus ce n’è 100.000. Sono mostri d’economia al governo, eh?Siamo nell’era del petrolio. La moderna agricoltura è trasformazione di petrolio in cibo. Oltre l’80% del prezzo che paghiamo per ciò che abbiamo sul piatto è dovuto a costi energetici. La pretesa delle Gretine di non servirsi di petrolio, gas e carbone - perché è questo ciò che esattamente dicono: «leave fossil fuels in the ground» - è superstizione. Altro che scienza. Superstizione mischiata a crimine organizzato. La prima è propria delle Gretine, il secondo è di chi di esse fa spregevole mercato. Difficile decidere cosa è più temibile. Una cosa è sicura: fra vent’anni gli Uomini di Burro, già vecchi oggi, non ci saranno più, ma voi Gretine sarete, ancora giovani, nel cuore della vostra età adulta, quando avrete ancora troppi anni davanti per trascinare, forse ricche, sicuramente disprezzate - come i comunisti oggi - il peso del vostro sicuro fallimento, rose dal rimorso di aver disatteso l’unico comandamento - tutti gli altri comandamenti prescrivono cosa non fare - che impone di fare qualcosa: onora il padre e la madre.