2022-11-08
Il green pass è inutile. È ora di eliminarlo pure in ospedali e Rsa
La carta verde non protegge dai contagi. Ma per visitare anziani e ricoverati resta obbligatoria: un diktat irrazionale e ideologico.Il problema sta tutto qui, nel decidere se si voglia seguire la scienza oppure l’ideologia. Certo, non è una scelta semplice, anche perché dopo oltre due anni di lavaggio del cervello continuato è davvero difficile liberarsi delle incrostazioni e limitarsi a seguire ciò che mostrano i dati. In fondo, aderire al catechismo vaccinale della Cattedrale sanitaria era piuttosto semplice: si trattava semplicemente di invocare chiusure e approvare restrizioni, a prescindere dai fatti. Attenersi alla realtà - ovviamente - è estremamente più complicato, perché richiede più coraggio, maggiore apertura mentale e una buona dose di senso critico.Fatto sta che oggi i dati dicono una cosa precisa: i vaccinati con tre dosi, in tutte le fasce d’età salvo fra gli over 80, si contagiano e s’ammalano più dei non vaccinati. Ergo, i cosiddetti no vax non rappresentano un pericolo per nessuno. Se si vuole seguire la scienza, come si usa dire, di tale evidenza bisogna prendere atto, e non possono darsi mezze misure. Non si tratta di voler essere radicali, ma di avere buonsenso: un fatto è vero oppure non lo è. E se è vero, bisogna ritenere che lo sia sempre, non soltanto quando ci fa comodo.Ed ecco il punto. Come noto, il governo ha deciso di far rientrare in servizio i medici non vaccinati, e dunque di rimuovere obblighi e restrizioni a riguardo. Tuttavia, ancora oggi viene richiesto il green pass a chi deve entrare in ospedale per fare visita ai parenti e a chi deve recarsi nelle residenze per anziani a trovare nonni e genitori. Si tratta, lo sappiamo, di misure particolarmente pesanti, che nel corso degli anni hanno fortemente limitato e danneggiato i rapporti familiari, soprattutto quelli degli ospiti delle Rsa. Alcuni di loro non hanno potuto vedere i propri figli, altri li hanno soltanto intravisti attraverso un vetro. Fino a ieri si è motivato tutto ciò con la necessità di tutelare i fragili e gli anziani: incontrare un non vaccinato, si diceva, rappresenta un rischio concreto.Ebbene, adesso abbiamo la prova provata che questo rischio non esiste. Eppure, le limitazioni rimangono, e non è difficile capire perché: chiaramente si tratta di una decisione politica, di una mediazione. Il ragionamento del governo, in fondo comprensibile, sembra essere il seguente: consentiamo ai medici di tornare al lavoro, ma evitiamo aperture su Rsa e ospedali perché potrebbero sembrare sconsiderate e inopportune. In effetti, il pensiero non è peregrino: già così la gran parte dei giornali accusa l’esecutivo di coccolare i no vax, figuriamoci che baccano si farebbe se ci fossero di mezzo gli anziani.Il punto, tuttavia, è sempre il medesimo: il dato resta lo stesso, a prescindere dalla volontà politica di mediare. Un non vaccinato non è un individuo pericoloso, ergo non ha senso impedire gli ingressi nelle residenze e negli ospedali. Tutto ciò può risultare difficile da accettare? Può anche darsi, ma non per questo è meno vero.A tale proposito è estremamente interessante esaminare ciò che ha detto al Giornale di Brescia Claudio Sileo, direttore generale di Ats Brescia (Agenzia di tutela della salute). Ora, Sileo non è certo un pericoloso terrapiattista. Anzi, le sue dichiarazioni da dirigente di alto livello sono piuttosto in linea con il mainstream sanitario. Egli, ad esempio, ritiene che «al di là degli obblighi di legge, le vaccinazioni per chi lavora nella sanità sono innanzitutto un obbligo etico, morale e deontologico. Un obbligo che per un medico è legge». Insomma, definirlo un no vax è impossibile.Che cosa dice di interessante Sileo? Beh, dice con decisione che «ormai pretendere il green pass è anacronistico». Per prima cosa, il responsabile dell’Ats bresciana chiarisce quale sia il quadro attuale: «Le regole Covid per le Rsa e per gli ospedali vengono diramate dalla Regione in un quadro di indirizzo nazionale che, ad oggi, non è cambiato. Una materia in cui le Regioni, tuttavia, potrebbero decidere anche in proprio. Siamo in attesa», spiega, «nel frattempo, in vigore rimangono le vecchie disposizioni: i visitatori devono avere il green pass che certifichi l’avvenuta somministrazione della terza dose, oppure due dosi più tampone molecolare negativo». Tutto ciò, a suo dire, ha poco senso. «Se negli ultimi mesi si poteva parlare di regole restrittive che prevedono l’obbligo del green Pass e la restrizione degli orari di visita, soprattutto agli anziani nelle Rsa, adesso, alla luce del reintegro di medici e personale sanitario no vax, la situazione è di certo paradossale». Non solo. Sileo aggiunge che il rientro dei medici sospesi «non è un problema sanitario perché non vigeva l’obbligo della quarta dose e, dunque, un medico o un infermiere che oggi tornano al lavoro sono contagiosi esattamente come i loro colleghi ai quali è stata somministrata la terza dose dieci mesi fa».È cristallino: un importante dirigente sanitario dichiara che i cosiddetti medici no vax non costituiscono un rischio per la salute, e precisa che, alla luce delle nuove norme, non ha senso richiedere il green pass ai visitatori delle Rsa. E il motivo è ovvio: se abbiamo stabilito che i non vaccinati non sono più contagiosi degli altri (anzi, talvolta lo sono meno, ma questo è un tema ancora diverso), che senso ha insistere a pretendere l’esibizione del patentino vaccinale?Si tratta solo di scegliere da che parte stare: con la scienza o con l’ideologia.
Luciana Littizzetto (Getty Images)
Hartmut Rosa (Getty Images)
Luca Palamara (Getty Images)