2018-09-17
«Grazia» fa 80. Una rivista giovane dal 1938
Il settimanale voluto da Arnoldo Mondadori in edicola e libreria con un volume tributo di 500 pagine in italiano e in inglese. Testi e foto inedite per celebrare la bellezza del Belpaese nel mondo. Servizi su Monica Bellucci, Bebe Vio e Chiara Ferragni. «Informare e far sognare tutti. Dalle nonne fino alle influencer». Per la seconda volta alla guida del giornale, la direttrice Silvia Grilli racconta le ambizioni di un progetto che «non demonizza il Web e si esprime anche sui social network». Lo speciale contiene due articoli. Per la lingua italiana, la parola «grazia» si riferisce a qualcosa o qualcuno in cui confluiscono bellezza, finezza, leggiadria. Nel linguaggio teologico è invece l'aiuto particolare che Dio concede all'uomo perché possa fare il bene e vincere il male. Nel mondo dell'editoria e del giornalismo, Grazia, con la g maiuscola, è una rivista patinata che si inserisce tra le voci più influenti dell'universo femminile e che, quest'anno, compirà i suoi primi 80 anni. Un compleanno importante che verrà celebrato con la pubblicazione di un numero speciale, Celebrating - Made in Grazia (500 pagine, in italiano e inglese, in vendita nelle edicole e in alcune librerie dal 18 settembre al costo di 5 euro), che più che una rivista è un vero e proprio libro-tributo all'italianità che da 80 anni a questa parte contraddistingue la rivista voluta per le donne da Arnoldo Mondadori. Nata nel 1938, Grazia è infatti molto più di un semplice giornale da sfogliare alla ricerca delle ultime mode del momento. Evoluzione della rivista Sovrana che veniva pubblicata fin dal 1927, divenne famosa durante il secondo femminismo degli anni Settanta per le sue rubriche di bon ton e galateo che aiutavano le donne a sopravvivere all'avvento del boom economico nel nostro Paese insegnando loro le regole dell'etichetta, il sapersi comportare a tavola e nella società. Cantata da Francesco Guccini nella sua canzone Il compleanno del 1970 con il verso «Su Grazia hai imparato a ricevere gli ospiti...», da 80 anni questo giornale si evolve al fianco delle donne, capendone i bisogni e affiancandole nella vita di tutti i giorni. Come non citare, nella storia di Grazia, i consigli di stile sapientemente dispensati da Irene Brin, conosciuta sulle patinatissime pagine del settimanale come la Contessa Clara Ràdjanny von Skèwitch? O l'indimenticabile rubrica «Il saper vivere» nata su esplicita richiesta di Arnoldo Mondadori a Colette Rosselli? Donna Letizia, come si faceva chiamare sulle pagine del giornale, è stata la prima giornalista italiana a portare sulla carta stampata il rapporto con il lettore rispondendo, con humor e pungente ironia, alle domande più disparate riguardanti questioni di galateo e buone maniere. Come recita lo slogan che da un anno a questa parte compare su tutte le copertine del settimanale, «Young since 1938», letteralmente «giovane dal 1938», Grazia è una delle poche riviste dedicate alle donne in grado di evolversi al punto di diventare punto di riferimento anche per l'universo maschile. Una formula di successo, che unisce la curiosità e la passione, al raccontare la bellezza, la moda, i glitz e glamour dei party più esclusivi, senza però dimenticare la cultura e l'attualità. È la capacità di rimanere con i piedi ben piantati per terra, pur guardando al futuro abbracciando le mode del momento, che ha fatto di Grazia l'unica rivista italiana esportata nel mondo. Oggi, il settimanale è presente con ben 20 edizioni dalla Gran Bretagna (dove è sbarcata nel 2005) alla Francia, passando per la Cina e l'Australia. Celebrating - Made in Grazia nasce dalla voglia dell'attuale direttore del giornale, Silvia Grilli, di creare qualcosa di davvero speciale per un anniversario così importante. «Ho pensato di non fare un qualcosa di autocelebrativo, che guardava al passato della rivista», ci ha raccontato il direttore in carica dal 2013, «ma di creare testi inediti e incroci inaspettati di personalità italiane di rilievo». Nelle 500 pagine del numero speciale ci sono tutti gli ingredienti che hanno reso famosa Grazia in questi anni. C'è Monica Bellucci, icona indiscussa della bellezza italiana nel mondo, fotografata da Vincent Peters, protagonista di un servizio esclusivo e della copertina scelta per il mercato americano e inglese. C'è l'oro paralimpico e mondiale Bebe Vio, che da sempre si definisce l'anti-moda, che chiacchiera sulle pagine di Grazia con la sua «zia Scialla», Maria Grazia Chiuri, il direttore artistico delle linee femminili di Dior. E c'è anche lei, Chiara Ferragni, icona indiscussa dell'evoluzione digitale del mondo della moda, intervistata da sua madre, Marina Di Guardo. «È un volume tutto inedito tra testi e foto, che esalta quello che, secondo me, è e deve essere la missione della carta stampata: far sognare e al contempo informare il lettore» ha spiegato Silvia Grilli. Celebrating - Made in Grazia sarà svelato in anteprima questa sera durante la grande festa organizzata a Milano, alla Rotonda della Besana e patrocinata dalla Camera della Moda e dal Comune di Milano. L'evento, che assicura Silvia Grilli «non vuole essere per nulla autocelebrativo» si aprirà con uno show «stile Golden Globes, molto veloce e che si ispirerà ai valori di Grazia». Una festa esclusiva, a cui si vocifera parteciperanno famossimi come Patty Pravo, l'étoile Eleonora Abbagnato, la cantante inglese Pixie Lott e la modella Ireland Basinger-Baldwin, regina di Instagram e protagonista del numero in edicola di Grazia. Le sorprese, insomma, non mancheranno. I riflettori sono tutti puntati sul volume da collezione in vendita da domani. «Nel toccare questo giornale, che con le sue 500 pagine è in realtà più un libro, la prima cosa che sentirete è il profumo inebriante della carta stampata e tutta la sua raffinatezza» ha concluso il direttore del settimanale che ha ribadito come, Celebrating - Made in Grazia «non è un catalogo, ma è un libro sfogliare, leggere, e poi riprendere e rileggere. È un tributo alla nostra italianità in un momento storico molto particolare in cui dobbiamo imparare nuovamente ad apprezzare e valorizzare i grandi talenti che offre questo Paese». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/grazia-fa-80-una-rivista-giovane-dal-1938-2605464695.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="informare-e-far-sognare-tutti-dalle-nonne-fino-alle-influencer" data-post-id="2605464695" data-published-at="1757009071" data-use-pagination="False"> «Informare e far sognare tutti. Dalle nonne fino alle influencer» Due volte è meglio di una. Il noto modo di dire vale anche per Silvia Grilli, che di Grazia è stata direttrice non una, ma ben due volte. A capo del magazine dal 2012, la sua «prima volta» dietro la scrivania della direzione del settimanale è stata nel 2006, in un momento storico importante per la rivista che si preparava a conquistare l'universo femminile in tutto il mondo. Abbiamo chiacchierato con lei in occasione dell'ottantesimo compleanno del giornale e dell'uscita del numero speciale, Celebrating - Made in Grazia. Silvia Grilli, che cosa significa essere il direttore di un magazine che compie 80 anni? «Fare Grazia per me è un lavoro molto divertente. Questo giornale tocca tutti gli ambiti che mi piacciono, dalle notizie, con i focus sui temi più importanti, passando per la moda, la bellezza e l'universo delle celebrities. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare il contatto con il pubblico e con chi ci legge». Grazia è presente in Italia dal 1938. Un giornale che ha fatto la storia del mondo femminile. «Passando dalle nonne alle mamme alle figlie e così via. Le mamme lo leggevano e lo scoprivano nelle case delle loro mamme, e così via. Oggi le più giovani, però, ci trovano anche attraverso i social network che ormai sono una parte importante del nostro lavoro». Voi non avete mai demonizzato il rapporto con i social, anzi, siete stati i primi a scommettere sul mondo delle influencer. «Noi le chiamiamo “It girls". Sono ragazze che vivono la moda, scelgono quello che vogliono indossare e dicono di no se qualcosa non piace. Prima avevamo le modelle che riempivano le riviste patinate e indossavano solo quello che veniva loro imposto. Le influencer sono diverse. Raccontano la moda dal loro punto di vista». Nella vostra «scuderia» ci sono nomi importanti, da Eleonora Carisi a Gilda Ambrosio. «Candela Pelizza, e molte altre. Hanno iniziato con noi come “It girls" e poi sono diventate vere e proprie imprenditrici nel mondo della moda». Anche Chiara Ferragni è, in qualche modo, legata a Grazia. «La sua prima copertina su un giornale è stata con noi. Ne sono seguite a centinaia. Ma ricordo ancora quel giorno. Chiara era davvero emozionata. Il suo sogno era quello di comparire sulla copertina di un giornale, e stava succedendo». Il mondo del giornalismo e quello dei social network dunque non sono così distanti come si vuole far credere? «Per nulla. In un mondo dove il Web e i social hanno dato la possibilità a tutti di esprimersi, il compito di un giornale è di capire questo universo e utilizzarlo. Grazia è presente in formato cartaceo, in edicola, come giornale cartaceo ma ha necessariamente anche una forte presenza sul Web e sui principali canali social». La prima volta a Grazia è stata nel 2006, quando il giornale stava iniziando a espandersi nel mondo. Il ritorno nel 2013, e ora festeggia l'ottantesimo compleanno della rivista. Come ci si sente a far parte di un mondo così importante? «Quando sono rientrata nel 2013 Grazia stava cambiando, stava diventando internazionale. Oggi siamo presenti nel mondo con 20 edizioni che, pur essendo diverse tra loro, sono accomunate dal dna italiano. Per me è davvero divertente, è un'avventura continua che copre tutti gli aspetti del giornalismo che amo, che informa ma al tempo stesso fa anche sognare i nostri lettori».
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