2021-11-04
Anche il Novecento ha avuto violinisti divini
Yahudi Menuhin (Getty Images)
Yehudi Menuhin era così sublime che Albert Einstein, ascoltandolo a 15 anni, rimase folgorato e si rese conto dell'esistenza di Dio. Ginette Neveu vinse un concorso a soli 16 anni, Ojstrach aveva otto Stradivari, Kreisler era un interprete e un compositore unico.Fritz Kreisler nacque a Vienna nel 1875 e morì a New York nel 1962. Fu un grandissimo interprete e soprattutto compositore di musiche per violino che eseguiva con grande espressività e virtuosismo senza pari. Aveva un'impressionante collezione di violini fra cui Bergonzi, Gagliano, Grancino e, soprattutto, diversi Guarneri e Stradivari. Kreisler rappresenta un mondo a parte nella storia del violino, perché oltre ad essere stato un sommo interprete, era un genio della composizione. A mio avviso, nessun violinista del secolo scorso ha saputo abbinare le qualità di interprete con la genialità delle sue composizioni. Operò nel momento più fecondo del periodo d'oro della capitale austriaca, così meravigliosamente descritto dal grande scrittore austriaco Stefan Zweig. I suoi pezzi brevi come Liebesfreud oppure Liebesleid, Schön Rosmarin, rappresentano tutto un mondo elegante e raffinato della civiltà culturale del periodo austro-ungarico. Riusciva a trasformare in musica il tipico umorismo viennese definibile con la parola «Witz». Nel suono di Kreisler si combinavano bellezza e raffinata naturalezza del fraseggio. Il Concerto di Beethoven da lui interpretato rivela momenti di sublime spiritualità, soprattutto nel secondo tempo dove il violino si trasforma in una voce angelica. Il terzo tempo, in forma di Rondò, diviene danza gioiosa dove violino e orchestra si fondono in una luminosità ed esuberanza senza pari. Per nostra fortuna, egli lasciò un grande numero di incisioni che testimoniano la versatilità e nobiltà d'animo di questo impareggiabile artista e vero grande rappresentante della Welt von Gestern: Il mondo di ieri, come Zweig definisce quell'epoca. Consiglio di ascoltarlo su Youtube digitando «Kreisler: 2 hours of perfection - 38 short pieces». Più di due ore di musica con il meglio del suo repertorio.L'impressione che David Ojstrach mi diede, ancora prima di suonare entrando in scena, fu la sua autorità che si imponeva su tutti. Non traspariva mai in lui alcuna traccia di fatica. È ancora vivo in me il ricordo della magia del suo suono che riempiva il teatro, caldo, pieno e coinvolgente. Il suo Cajkovskij rappresenta una delle più alte vette interpretative mai ascoltate. Con lo spirito russo che aveva dentro di sé, trasformava quest'opera in un evento memorabile, dove l'anima slava si librava in tutta la sua malinconia e struggimento. L'ultimo tempo era come una cavalcata di cosacchi intercalato da momenti di tenerezza e di effusione. Voglio aggiungere soltanto un breve cenno sui suoi violini preferiti e un aneddoto che ci introdurrà alla descrizione di una grande violinista. Per ricordare ancora quanto sia stata importante la nostra liuteria italiana, Ojstrach amava gli Stradivari: ne possedeva ben otto! Lo Youssoupov (1736), l'Ammiraglio Kayserinov (1699), il Sergeï Shakovsky (1707), l'ex Poliakin (1712), il Malakov (1713), l'Urss (1717), personale, il Conte de Fontana (1702), personale, il Marsick (1705), personale. Dopo aver vinto diversi prestigiosi concorsi internazionali, al concorso Wieniawski a Varsavia nel 1935 egli arrivò secondo dietro alla bambina prodigio Ginette Neveu, di 16 anni; Ojstrach accettò serenamente il verdetto e mostrò grande ammirazione per la vincitrice, come si legge in una lettera mandata alla moglie.Ginette Neveu, con Gioconda De Vito, Johanna Martzy e Pina Carmirelli, è stata una fra le migliori violiniste del 900. Ebbe lezioni da George Enescu e studiò con Carl Flesch per quattro anni. Nel 1935 vinse il concorso Wieniawski a Varsavia (secondo premio a Ojstrach), di cui già abbiamo scritto. La sua prestigiosa carriera si spezzò tragicamente nella notte tra il 27 e il 28 ottobre del 1949 nell'arcipelago delle Azzorre. Incredibile coincidenza vuole che sette anni dopo perdevamo il nostro più grande direttore d'orchestra italiano dopo Toscanini, ovvero Guido Cantelli, in un incidente aereo: era, anche lì, una notte di ottobre e l'aereo partì, come nel caso della Neveu, da Parigi. Di lei esiste una incisione del concerto di Brahms che ritengo una delle più belle testimonianze di questa artista. Così come la Sonata di Richard Strauss, Il poema di Chausson e la Tzigane di Ravel.Della Johanna Martzy segnalo una bellissima interpretazione del Concerto di Dvorak e la Ciaccona di Bach. Gioconda De Vito fu invece impareggiabile interprete del Concerto di Mendelssohn. Pina Carmirelli ebbi l'occasione di ascoltarla dal vivo a Vienna in una splendida esecuzione del Concerto di Brahms.Voglio, infine, chiudere questo articolo con una figura di somma importanza nel panorama musicale del Novecento: Yehudi Menuhin. Albert Einstein, dopo averlo sentito, appena quindicenne, rimase talmente folgorato da esclamare: ora mi rendo conto che Dio esiste!Menuhin è stato un caso unico nella storia del violino, per la precocità e maturità apparsa sin dalla sua infanzia. Se vogliamo risalire ai compositori potremmo fare un paragone con la geniale precocità di Mozart. Ho avuto modo di conoscere da vicino questo grande interprete che ha lasciato un solco profondo nella mia formazione. Fu allievo prediletto di George Enescu, da cui trasse profonda ispirazione. Ricordo che durante le lezioni che mi impartì a Parigi, mi parlava spesso di Menuhin: era una cosa unica! Consiglio l'ascolto del Concerto per violino di Edward Elgar, diretto dall'autore, con Menuhin sedicenne.Ho voluto portare diversi esempi di grandi artisti non viventi, che, attraverso il testamento sonoro delle loro interpretazioni, devono rimanere testimoni spirituali di una epoca purtroppo dimenticata da tanti. Per fortuna, attraverso le registrazioni che ci sono pervenute, possiamo averli presenti con noi nelle nostre case e questo rende ancora più preziosa l'invenzione del disco ed oggi di Internet.A proposito di registrazioni, per quanto riguarda le Sonate di Beethoven e di Brahms è opportuno ascoltare Isaac Stern, mentre le più belle Sonate di Mozart sono state registrate da Arthur Grumiaux, e ne consiglio vivamente l'ascolto. Così come quello dei dischi meravigliosi di Zino Francescatti. Grumiaux e Francescatti sono altri due grandissimi artisti che hanno molto ispirato il mio cammino (posseggo un violino che fu di Grumiaux).Ognuno dei grandi interpreti che ho citato ha qualcosa di personale e irripetibile da trasmettere, non si possono certamente fare graduatorie perché ognuno di loro esprime un mondo ricchissimo di emozioni e di ispirazione. Andare ai loro concerti era arricchimento spirituale e non possiamo essere che profondamente grati a tutti loro per averci donato momenti di felicità totale.
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