2020-06-23
Governo cocciuto sulla lotta al cash. Bocciato anche il rinvio di un anno
Roberto Gualtieri (Riccardo De Luca/Anadolu Agency via Getty Images)
L'opposizione ha chiesto invano che i nuovi limiti al contante scattassero nel 2021. Intanto, il buco da 2 miliardi della tedesca Wirecard prova che elettronico non significa trasparente. Anzi: per la Bce, contro il nero è inutile.Lo scandalo Wirecard continua a scuotere la Germania. Il consiglio di gestione della società Fintech tedesca attiva nei servizi di pagamento elettronici ieri ha ammesso «una prevalente probabilità che i saldi di conto corrente di ammontare di 1,9 miliardi di euro non esistano». In un comunicato viene aggiunto che sono «ritirati» i risultati preliminari del 2019 e del primo trimestre 2020 e le previsioni per il 2020 in termini di ebitda e quelle al 2025 in termini di ricavi ed ebitda, aggiungendo che «potenziali effetti sui risultati finanziari degli anni precedenti non possono essere esclusi». Le dichiarazioni della società sono arrivate a pochi giorni di distanza dalle dimissioni dell'amministratore delegato, Markus Braun, che si è dimesso venerdì scorso dopo che due banche delle Filippine che avrebbero dovuto detenere i fondi hanno negato qualsiasi coinvolgimento. Ieri il titolo ha perso in Borsa un altro 44% passando, in meno di una settimana da 100 a meno di 15 euro. E l'agenzia Moody's ha deciso di ritirare i rating. Eppure questa ex startup, che al suo debutto si occupava di transazioni per l'industria del porno e dei giochi online, era diventata una big del Dax di Francoforte dove nel 2018 ha addirittura scalzato il «dinosauro» Commerzbank dall'indice delle blue chip tedesco. Sia che i consumatori paghino tramite smartphone, sia con carta di credito o Paypal, Wirecard opera dietro le quinte per assicurare aziende e commercianti che saranno pagati. La società sostiene di avere oltre 300.000 clienti in tutto il mondo e accordi stipulati con i giganti cinesi dei pagamenti su mobile Alipay e WeChat, dopo quelli con Apple e Google. Il vento ha però iniziato a girare nel gennaio 2019 dopo le rivelazioni del Financial Times su sospette pratiche illecite in Asia. Finché il vaso è stato scoperchiato. «È un completo disastro e una vergogna, non siamo stati abbastanza efficaci da impedire che succedesse una cosa del genere. Siamo nel mezzo della situazione più orribile che abbia mai visto una società del Dax», ha ammesso Felix Hufeld, presidente del Bafin, l'autorità federale di Vigilanza. Intanto Bank of China sta valutando se porre fine a una linea di credito a favore della società tedesca, una mossa che complicherebbe la lotta per la sopravvivenza. Secondo quanto riporta Bloomberg, il quarto più grande creditore cinese potrebbe cancellare la maggior parte degli 80 milioni di euro (90 milioni di dollari) che gli sono dovuti e non estendere il finanziamento. Nel frattempo, sta anche coinvolgendo un team legale esterno per esaminare come può ridurre al minimo le perdite.Il caso di Wirecard rischia avere pesanti conseguenze, non solo in Germania. Di certo, è la prova provata che fare la guerra al cash non evita grane e che le aziende di Fintech garantiscono sempre la massima trasparenza. Ed ecco, allora, che arriviamo all'Italia. Dove il dibattito sulla lotta al contante è ancora caldissimo. Dal primo luglio il tetto per le operazioni in contanti cambierà di nuovo, scendendo da 3.000 a 2.000 euro. E poi, dal primo gennaio del 2022, salvo ripensamenti, scenderà ancora fino a 1.000 euro, come era una volta. Il governo Conte punta «ad accelerare i piani per incentivare gli strumenti alternativi al contante e questo orientamento politico renderebbe contraddittoria la scelta di accantonare emendamenti sui quali l'esecutivo non è orientato a cambiare idea», ha detto ieri il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, motivando così in commissione Bilancio della Camera la posizione contraria del governo a una serie di emendamenti al dl Rilancio. In particolare, quelli presentati dall'opposizione che chiedevano la proroga dell'entrata in vigore della riduzione della soglia al primo luglio 2021. Bocciati. Il governo, dunque, tira dritto. E da luglio arriveranno multe fino a 50.000 euro per chi paga in contanti acquisti sopra i 2.000 euro. «Follia. Ognuno deve poter spendere i suoi soldi come vuole e quando vuole, non siamo in Unione Sovietica. Germania, Austria, Svezia, Gran Bretagna e tanti altri Paesi europei non hanno nessun limite di spesa in contanti», ha attaccato ieri il leader della Lega, Matteo Salvini. A metà dicembre, ricordiamolo, persino la Bce aveva inviato una lettera al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e ai presidenti delle Camere esprimendo perplessità sulla scelta del governo Conte 2 di portare la soglia da 3.000 a 2.000 euro a partire da luglio e ridurla a 1.000 euro dal 2022. Nella missiva di dicembre 2019 l'Eurotower non solo criticava le norme per ridurre l'utilizzo del cash ma faceva anche presente che prima di avviare un percorso di digitalizzazione a Francoforte desiderano essere consultati. In sostanza, l'istituto guidato da Christine Lagarde spiegava al Mef che i pagamenti elettronici non sono equiparabili al contante e che il ricorso alle transazioni virtuali finiranno con il colpire le fasce più deboli. O, quantomeno, con lo sbilanciare l'attività di controllo valutario. Confermando così, seppur indirettamente, che la lotta al contante non porta al contrasto dell'evasione fiscale. Né il fintech garantisce l'immunità alle frodi contabili. Come insegna il caso Wirecard.