2019-11-14
Governo all’angolo. Oggi deve confessare sui soldi ai militari
In commissione parere sul fondo missioni all'estero. Mancano 408 milioni. O entrano con più tasse o si rischia il falso in bilancio.«Prima ancora che inizi l'iter parlamentare la legge di bilancio ha già un buco di 400 milioni da coprire», esordivano così il 31 ottobre tre deputati leghisti. L'Istat, in audizione in commissione Bilancio alla Camera, ha infatti spiegato che, basandosi sugli anni precedenti, la quasi totalità delle spese per le missioni militari all'estero devono essere considerata spesa corrente e quindi devono essere imputate all'anno di competenza, cioè al 2019. «Dato che il ministro Elisabetta Trenta ha speso più di 1.400 milioni invece del miliardo preventivato ecco che la parte eccedente deve essere imputata contabilmente all'anno 2019 e quindi coperto nell'attuale legge di bilancio», aggiungevano Giuseppe Bellachioma, Vannia Gava e Vanessa Cattoi. «Dato che non pensiamo che il governo espressione di un partito che ha sempre condannato i falsi in bilancio non voglia farne uno di dimensioni record, questi 400 milioni spesi per i nostri soldati devono comparire senza indugio in manovra». A parte che tutti i partiti dovrebbero essere contro il falso in bilancio, il tema sollevato dai tre deputati del Carroccio è particolarmente delicato. Primo, per un motivo contabile. Gli oneri di spesa sono imputati, per un importo di 1 miliardo e 20 milioni di euro, allo stanziamento del Fondo per le missioni all'estero previsto per il 2019, fino a esaurirne integralmente la capienza, e per la restante parte, pari a 408 milioni di euro, allo stanziamento del Fondo stesso previsto per l'anno 2020. Una nota della Ragioneria generale dello Stato motiva l'imputazione degli oneri all'anno 2020 sulla base del fatto che la contabilizzazione delle risorse in bilancio deve avvenire ai sensi della nuova disciplina contabile entrata in vigore lo scorso gennaio. In poche parole adesso il governo è obbligato a mettere in bilancio gli impegni presi al momento in cui scadono e non in base al tradizionale impegno di spesa. Con tale schema i soldi finiranno nella legge Finanziaria 2020 ma saranno usati subito per coprire i debiti contratti quest'anno. In pratica, l'esecutivo si trova di fronte a un bivio: o trova subito altri 408 milioni di euro (già spesi) e quindi deve alzare le tasse sulla manovra in via di definizione oppure fa falso in bilancio. Causando, per giunta, anche un danno a tutti i fornitori della Difesa che in questi mesi hanno sostenuto le attività dei nostri militari nei teatri di guerra. Si tratta dei fornitori che si occupano delle basi militari e di tutte le attività non core. Al contrario, se - come ci auguriamo - il governo deciderà di trovare subito i 408 milioni aggiuntivi dovrà anche fornire al Parlamento l'elenco esatto delle spese extra sostenute (elenco al momento non disponibile) perché sempre le norme entrate in vigore lo scorso gennaio impongono che i costi per il personale e per il funzionamento corrente dei reparti non possano essere mischiate con le voci dei fornitori e delle aziende terze. Sembreranno dettagli, ma sono in realtà passaggi fondamentali per garantire la stabilità e pure la sicurezza del nostro personale all'estero. Mettere in sicurezza i pagamenti delle aziende civili, significa garantire flussi di servizi ottimali e quindi lavorare nella direzione della tutela e della salvaguardia anche fisica di chi indossa una divisa. Tema che ci porta al secondo motivo per cui il tema sollevato dalle Lega è così delicato. Domenica scorsa sono stati feriti gravemente tre uomini delle forze speciali impegnati nei pressi di Kirkuk (rientrati ieri a Ciampino). Erano in pattuglia con i Peshmerga. Cercavano una fabbrica di esplosivi, i cosiddetti Ied, che tradotto in italiano sta per «ordigno esplosivo improvvisato». Sull'attentato, per di più avvenuto in concomitanza con l'anniversario della strage di Nassirya, è intervento Sergio Mattarella: «L'esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nelle aree di crisi. Le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto», ha aggiunto, « sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano». Se vale la moral suasion del presidente della Repubblica sarebbe il caso di ammettere la realtà dei fatti e stanziare i 408 milioni. Ieri si è tenuta la seconda audizione dell'Istat su questo tema. Nulla di risolutivo. Oggi si vota in commissione un parere sull'atto di governo 104, cioè la costituzione del fondo per le missioni all'estero. Insomma, un passaggio decisivo che può far sterzare la scelta del governo e salvaguardare le aziende che lavorano per la Difesa, oltre che onorare chi all'estero ci va in divisa. Certo infilare 408 milioni in più in manovra costerà agli italiani altre tasse, visto che i giallorossi conoscono solo la modalità «prelievo fiscale». Ma sulle missioni all'estero non si può scherzare.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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