2023-12-30
Spiò gli utenti online «in incognito». Google verserà 5 miliardi di dollari
Accusato di violare la privacy, il colosso del Web ha trovato un accordo coi consumatori.Google ha accettato di risolvere una causa sulla privacy intentata dai consumatori con l’accusa di aver tracciato dati privati degli utenti che pensavano di navigare in incognito sul Web. L’intesa raggiunta pone dunque fine a una class action da almeno 5 miliardi di dollari negli Usa, per violazione delle leggi sulle intercettazioni e sulla privacy degli utenti. A distanza di tre anni da quando era stata intentata la causa nei confronti di Google e il tentativo, da parte della società, di farla archiviare, il colosso del Web è stato costretto a trovare un accordo con gli avvocati dei consumatori. Secondo Reuters e il Washington Post , nessuna delle parti ha reso pubblici i dettagli, ma hanno già concordato i termini vincolanti che presenteranno alla corte per l’approvazione entro il 24 febbraio 2024. Accordo che evita a Google il processo previsto per il 5 febbraio 2024, dato che la controllata di Alphabet era stata accusata di aver tracciato segretamente l’uso di internet da parte di milioni di utenti, anche quando pensavano di navigare «privatamente». Nello specifico, gli analytics, i cookies e le app di Google avrebbero permesso alla società di monitorare l’attività degli utenti anche quando impostavano il browser Chrome di Google sulla modalità «Incognito» e altri browser sulla modalità di navigazione «privata». Una mossa, ha dichiarato l’accusa, che ha dato a Google un «tesoro di informazioni così dettagliate», che nemmeno George Orwell avrebbe mai potuto immaginare. Questo perché, si legge nei documenti che accompagnano la causa, Google avrebbe ingannato gli utenti «intenzionalmente», concedendo ai suoi dipendenti il «potere di apprendere dettagli intimi sulla vita delle persone», oltre che conoscere gli amici, gli hobby, i cibi preferiti, le abitudini e persino «cose potenzialmente imbarazzanti» cercate online. Ma non solo, perché all’epoca un portavoce di Google affermò che, sebbene la modalità di navigazione in incognito non salvi l’attività dell’utente sul proprio dispositivo, i siti Web potrebbero comunque raccogliere le sue informazioni durante la sessione. I querelanti avevano inoltre presentato delle email interne che, presumibilmente, mostravano conversazioni tra dirigenti di Google, dimostrando che la società monitorava l’utilizzo del browser incognito per vendere annunci e controllare il traffico Web. Azioni che, secondo l’accusa, violavano le leggi federali sulle intercettazioni telefoniche e quelle sulla privacy della California, chiedendo, di conseguenza, fino a 5.000 dollari per utente colpito da questo comportamento scorretto. Una somma considerevole da sborsare, se si pensa che probabilmente le parti lese ammontano a milioni di persone che, dal 2016, hanno iniziato a usare la navigazione in incognito. A questo si aggiunge anche il fatto che, ad agosto, il giudice distrettuale statunitense, Yvonne Gonzalez Rogers, incaricato di esaminare il caso, si è rifiutato di accettare la richiesta di archiviazione da parte di Google, visto che la società Usa, nella sua politica sulla privacy, ha scritto in modo esplicito, e dunque giuridicamente vincolante, che si impegnava a non raccogliere i dati degli utenti quando navigano in modalità privata. Rogers, nel motivare la sua decisione, ha anche affermato che i querelanti hanno dimostrato che esisteva un mercato dei dati, citando un programma pilota di Google che pagava gli utenti 3 dollari al giorno per la loro cronologia di navigazione. Elementi che fanno dunque capire l’ultima mossa del colosso tecnologico, che ha optato per l’accordo con la parte lesa, piuttosto che presentarsi in giudizio nel 2024.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.