2021-11-19
Gli incarichi a spese dei democratici per il capetto della Bestia renziana
Alexander Marchi è finito nello staff di Simona Bonafè e ha lavorato per società pagate dal Partito.Gli esponenti del Pd, di Italia viva e pezzi vari del Giglio magico una volta marciavano insieme. Oggi, quando questi signori si incontrano, conviene non mettersi in mezzo per non prendere coltellate tra le scapole. Mercoledì, essendoci contraddistinti per la scoperta della piattaforma social di Matteo Renzi ai tempi in cui era premier e poi segretario del Pd, ci è infatti arrivata una mail anonima con questo testo: «Prego di guardare gli assistenti della segretaria del Pd toscana Simona Bonafè. Alexander Marchi capo dei troll della Bestiolina, Jump di Agnoletti (Marco, ndr), portavoce di Matteo Renzi e Matteo Casanovi, uno dei boss della Leopolda».In effetti Marchi risulta tra gli «assistenti locali» della Bonafè, ovvero tra le persone che lavorano per lei nello stato membro dell'Ue di elezione, ossia l'Italia. La Jump di Agnoletti risulta come «prestatore di servizi», probabilmente per i social.Casanovi è un «terzo erogatore», che nel burocratese di Bruxelles identifica sostanzialmente il professionista che gestisce gli aspetti fiscali e previdenziali dei rapporti di lavoro tra il deputato e i collaboratori. Marchi è un personaggio interessante da approfondire. Dopo averlo interrogato, gli investigatori della Guardia di finanza parlano di «dichiarazioni parzialmente reticenti». Era lui a coordinare sul campo (sopra di lui solo il responsabile del gruppo Alessio De Giorgi) la task force anti Grillo e anti Lega messa in piedi in via Giusti a Firenze con i soldi della Fondazione Open. All'epoca era capogruppo del Pd a Scandicci ed era stato, come lo definì qualcuno, «un ultrà bersaniano». Una delle sue colleghe, Elena Uliveri, che si era occupata di gestire la posta di Renzi a Palazzo Chigi, era stata chiara: «Ricordo che Alexander stava lavorando sui social e mi fu chiesto di parlarci per realizzare una sua idea finalizzata a contrastare gli attacchi su alcune pagine social, in particolare su Facebook […]. Rispetto a me, Alexander aveva anche un profilo politico in quanto faceva parte del Partito democratico». Un'altra ex collaboratrice del gruppo, Giulia Albanese, ha ricordato che la Bestiolina a un certo punto traslocò proprio nel feudo di Marchi: «Agli inizi dell'anno 2018 ci siamo spostati a Scandicci, in altri uffici che credo fossero quelli del circolo del Pd di Scandicci. In questo secondo periodo di lavoro il gruppo di lavoro si era molto ridotto, in particolare eravamo rimasti io, Alex Marchi, Elena Pierattini e tale Ilaria».Ma il team non si occupava solo di Renzi. È lo stesso Marchi a riferirlo a verbale: «Sostenevano diversi esponenti, in particolare la figura del senatore Matteo Renzi, che nel 2016, che è il periodo in cui ho iniziato lavorare per la Fondazione Open, era sia segretario del Pd che presidente del Consiglio dei ministri. Oltre lui, ricordo che abbiamo sostenuto molte personalità intervenute alla Leopolda, come ad esempio l'onorevole Maria Elena Boschi, l'onorevole Graziano Delrio, l'onorevole Marcucci ed altri; mi vengono in mente l'onorevole Bellanova, l'onorevole Morani, e anche parlamentari che non erano del Pd; mi ricordo ad esempio l'onorevole Toccafondi e l'onorevole Beatrice Lorenzin».Marchi avrebbe detto in giro di rispondere direttamente a Marco Carrai, ex consigliere di Open e stretto collaboratore di Renzi. Tanto che l'allora presidente della Fondazione Alberto Bianchi scrive: «Dice sempre di essere coordinato con te e quindi parla a tuo nome: vero????».Per gli investigatori «appare rilevante evidenziare che Alexander Marchi afferma di occuparsi della gestione delle squadre e del coordinamento “dei commenti a secondo degli input che arrivano da Alessio o da MR" (Matteo Renzi, ndr) e che, invece, Ursula Bassi (che in un verbale viene indicata come ex fidanzata di Marchi, ndr) “si occupa full-time dell'input e dell'inserimento per l'app di MR"».È stato lo stesso Marchi a riferire ai pm che cosa faccia oggi: «Attualmente ho in essere un contratto di collaborazione a tempo determinato con il Parlamento europeo, come assistente locale dell'eurodeputata Simona Bonafè». Marchi ha anche dichiarato: «Nei mesi di febbraio-marzo 2018 è cessato il rapporto con la Fondazione Open […] ho lavorato per un paio di mesi presso il Senato della Repubblica nell'estate del 2018. Preciso che quando Matteo Renzi è stato eletto senatore, ho continuato a rappresentarlo sul territorio sotto il profilo politico. Nell'estate del 2018 c'è stata un'opportunità di collaborazione, formalizzata con contratto, e ho fatto parte del suo staff del collegio elettorale». L'ex coordinatore della Bestiolina ha anche aggiunto di aver «lavorato per una società di comunicazione», ma di non ricordarne il nome. Per gli investigatori, lo smemorato, avrebbe percepito redditi, dal dicembre del 2018 al marzo 2019, da una società che ha fornito tra il 2017 e il 2018 servizi per il Partito democratico, emettendo fatture per circa 280.000 euro. Insomma la politica direttamente o indirettamente continua a dare da mangiare all'uomo che guidava la Bestiolina.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)