2025-03-14
Gli Impressionisti e la Normandia in mostra a Firenze
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Franck-Myers Boggs. Dieppe, brume matinale,1881.Caen, Collection Peindre en Normandie, dépôt à la Ville de Deauville, Les Franciscaines © Région Normandie/Inventaire général/Patrick Merret
E’ la cornice rinascimentale del Museo degli Innocenti ad ospitare (sino al 4 maggio 2025) una grande mostra sull’Impressionismo e i suoi Maestri più celebri. Da Renoir a Corot, esposte oltre 70 opere, con una «guest star» d’eccezione: le celebri Ninfee rosa di Monet, prestate per l’occasione dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.Una mostra, quella al Museo degli Innocenti, inaugurata nel 2024 (l’anno in cui in tutto il mondo si sono festeggiati i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo), in cartellone sino al maggio prossimo e sicuramente fra le esposizioni da non perdere anche nel 2025. Magari per chi ha già in programma una visita a Firenze o per chi, degli Impressionisti, vuole vedere tutto. O quasi. E’ inutile ricordare che l’ Impressionismo, forse più di ogni altro, sia stato un movimento artistico «rivoluzionario» , che ha scardinato i canoni accademici e ha portato la pittura «en plein air» , all'aperto, per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare e arrivare all’essenza delle cose attraverso un contatto diretto con la realtà. Spazi aperti e orizzonti infiniti sono i nuovi atelier, stanze senza pareti in cui gli artisti diventano tutt’uno con il paesaggio e la natura, che rappresentano declinata in tutte le sue forme. Ogni artista con un tratto particolare, ma con un denominatore comune: la luce, che unita al paeaggio e al colore fanno i tre tratti distintivi dell’Impressionismo.. Ed è forse per questo, per i suoi paesaggi, la sua luce e i suoi colori, che la Normandia divenne un punto di riferimento per numerosi artisti, un vero laboratorio in cui sperimentare le suggestioni e le forme di una pittura nuova. Ed è da qui, da questo rapporto privilegiato fra questo territorio dalle scogliere di gesso bianco e i pittori impressionisti, che prende le mosse la mostra fiorentina intitolata, appunto, Impressionisti in Normandia.La MostraIn un percorso espositivo suddiviso in cinque sezioni, opera dopo opera, a sfilare sotto gli occhi del visitatore luoghi comeDieppe, Deauville, l’estuario della Senna, Le Havre, la spiaggia di Trouville, il vento, il mare, la bruma, orizzonti infiniti e spiagge immense, onde e maree, ma anche ninfee. E non ninfee qualunque. Ma le celebri Ninfee rosa di Claude Monet , forse il capolavoro simbolo dell’Impressionismo e del suo Maestro assoluto, che con il suo atelier/battello riusciva ad arrivare (anche fisicamente...) nel cuore dei paesaggi, catturandone l’ essenza più intima. E’ con questa tela (datata1898) che si apre la mostra, un’ esposizione dall’allestimento suggestivo e ricca di altri 70 capolavori che portano - solo per citarne alcuni - le firme di Bonnard, Boudine, Corot, Courbet, Villon, Renoir, Delacroix, Marquet , Géricault , ma anche quelle dei meno noti Noë e Lepic. Grandi pennellate, contorni indefiniti, colori sfumati, luci vibranti, i tratti che si ritrovano nei grandi capolavori esposti, dalle Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix, a La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet, passando per Fècamp (1881) di Monet e il l magnifico Tramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir.Di particolare fascino, a mio parere, la sezione Terra Normanna, in cui la Normandia, terra pittoresca per eccellenza («Da Saint-Malo a Avranches, Caen e Cherbourg, questo paese è anche quello più ricco di alberi e con le colline più belle di Francia », scriveva Stendhal) viene immortalata anche nelle innumerevoli rappresentazioni della sua costa, il cui aspetto è selvaggio e spesso ostile, indomabile, lontano dalle spiagge quiete e luminose, dall’entusiasmo per la vita di mare e dalle prime forme di turismo. Una pittura incisiva e meno «dolce» , da romanticismo sturm und drang, tempesta e impeto, più vicina alle opere degli acquerellisti inglesi Turner e Parkes che alle rappresentazioni delle «piccole pianure dolcemente ondulate, altipiani inclinati, vallate incassate e spesso asimmetriche, collinette e bacini, lunghi versanti convessi, bocage che paiono parchi all’inglese distribuiti su vasti appezzamenti di terreno, folti boschetti, addossati gli uni agli altri come dei ripari, sentieri scavati e in parte nascosti. I pittori non hanno dovuto fare altro che portare alla luce questa trama antica della Normandia contadina », come scrive l’accademico Armand Frèmont nel suo saggio del 2009 «Normandie sensible»Una mostra, quella fiorentina, che racconta gli Impressionisti attraverso la Normandia, e viceversa. Un taglio particolare, che rivela al pubblico uno dei tanti aspetti dell' Impressionismo, un movimento che è una pietra miliare nella storia dell'arte dal XIX sec in poi e su cui si è detto, scritto, visto di tutto (e anche di più…), ma di cui c’è sempre qualcosa da scoprire. O da riscoprire…
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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