2022-09-02
Gli affari (cinesi) di famiglia di Sleepy Joe
Scoop di «Fox News» che pubblica le mail che dimostrano come il figlio di Biden abbia organizzato, per un suo cliente, un summit con un ministro di Pechino grazie all’aiuto di papà, all’epoca vicepresidente. Le pressioni del cognato per una licenza commerciale.Joe Biden ha sempre detto di non aver mai avuto alcun coinvolgimento nei controversi affari di suo figlio, Hunter: affari che – ricordiamolo – sono sotto inchiesta della procura federale del Delaware dal 2018. Eppure, nonostante le rassicurazioni, i sospetti di conflitto di interessi si rafforzano. Eh sì, perché, da vicepresidente degli Stati Uniti, Biden era piuttosto generoso nel coinvolgere i propri famigliari negli incontri ufficiali con i leader della Repubblica popolare cinese. Ieri, Fox News ha pubblicato una serie di email che mostrano come Hunter abbia aiutato Marvin Lang (cliente della sua società Rosemont Seneca e finanziatore del Partito democratico) a organizzare una cena con il ministro dell’ambasciata cinese a Washington, Deng Hongbo nell’aprile 2011: un favore, questo, reso possibile da incontri ufficiali, presieduti da Joe Biden. L’episodio inizia a prender corpo a dicembre 2010, quando Lang – ad della società Guardian Realty – scrive un’email molto calorosa ad Hunter, dicendosi «eccitato» di lavorare con Rosemont Seneca. Nelle settimane successive, ulteriori email mostrano come Hunter e il suo socio, Eric Schwerin, si siano dati da fare per organizzare a Lang una cena all’ambasciata cinese. «Marvin vuole sapere a che punto siamo per trovare spazio per la cena: l’ambasciata cinese è la sua scelta numero uno», scrive Hunter a Schwerin il 12 gennaio 2011. La settimana successiva, è invece Schwerin a scrivere a Lang, informandolo che Hunter aveva pranzato con un pezzo grosso dell’ambasciata cinese. «Ho appena parlato con Hunter e ha detto che oggi a pranzo si è seduto con il funzionario numero tre all’ambasciata e ha informazioni di contatto da seguire dopo che il presidente [cinese] avrà lasciato gli Usa», si legge nella missiva di Schwerin a Lang. «Hunter ha detto che il suo contatto sarà utile, ma il ministro non sarà in grado di concentrarsi su questo fino a quando la delegazione non se ne sarà andata alla fine della settimana. Tuttavia, sembra che questo sia il contatto giusto», aggiunge il socio del figlio dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Il «pranzo» a cui fa riferimento Schwerin era un ricevimento organizzato da Joe Biden e da Hillary Clinton (all’epoca segretario di Stato) al Dipartimento di Stato americano il 19 gennaio per l’allora presidente cinese Hu Jintao. In particolare, un’altra email di Schwerin sottolinea che, nell’occasione, Hunter era seduto allo stesso tavolo di Ron Klain: attuale capo dello staff della Casa Bianca che, all’epoca, aveva lasciato da pochissimi giorni il ruolo di capo dello staff del vicepresidente Biden. La macchina si mette quindi in moto. A fine gennaio, Hunter scrive al vicedirettore dell’ambasciata cinese, Zhou Jingxing, per organizzare la cena di Lang. «Il ministro Yang mi ha chiesto di contattarti direttamente. A breve riceverai una richiesta formale dal presidente di Guardian, Marvin Lang, ma volevo proporre alcune date che vanno in questa direzione: 5, 12 o 19 maggio. Non vediamo l’ora di lavorare con voi e vi ringraziamo per il vostro aiuto». Secondo Fox News, il «ministro Yang» è assai probabilmente Yang Jiechi: all’epoca ministro degli Esteri della Repubblica popolare e attualmente direttore dell’Ufficio della commissione centrale degli Affari esteri della Cina. Jingxing risponde al figlio di Biden, dicendo che avrebbe verificato la disponibilità dell’ambasciata per le date proposte. In una successiva email di Schwerin, datata 2 marzo, veniamo inoltre a sapere che Hunter ha successivamente contattato sia Yang che Zhou: la «fatidica» cena si tiene infine il 28 aprile, con Lang che ringrazia sentitamente il figlio di Biden pochi giorni dopo. Ma non è finita qui. Nel settembre 2015, Joe Biden tiene un pranzo al Dipartimento di Stato per Xi Jinping. Ebbene, in preparazione dell’evento, lo staff dell’allora vicepresidente invia un’email a vari suoi parenti, da Hunter al cognato John Owens, per chiedere loro se hanno intenzione di partecipare. Owens, che aveva fatto pressioni su Hunter nel 2014 per essere aiutato a ottenere una licenza commerciale in Cina, accetta l’invito. Insomma, pare proprio che Biden, da vicepresidente, fosse solito coinvolgere i famigliari in ricevimenti ufficiali con i capi di Stato cinesi. Aggiungiamo che, da quando è presidente, trascorre molto tempo nelle sue residenze private in Delaware e che, almeno fino a qualche mese fa, si rifiutava di pubblicare i registri delle visite che riceve in quelle dimore. Chi garantisce quindi che queste opache dinamiche tra politica e parenti non continuino ancora oggi?Frattanto, in barba alla trasparenza, il Dipartimento di Giustizia ha emesso una nota in cui vieta ai suoi dipendenti di comunicare con i membri del Congresso. L’ordine è arrivato poco dopo che i senatori repubblicani avevano fatto richiesta a Facebook di visionare le comunicazioni intercorse tra l’azienda di Menlo Park e lo stesso Dipartimento di Giustizia sul figlio del presidente. A fine agosto, si è dimesso inoltre Timothy Thibault: l’agente federale, recentemente accusato dai senatori del Gop di aver cercato di insabbiare e screditare gli scoop del 2020 sul laptop di Hunter. Certo: i suoi legali hanno detto che le dimissioni non c’entrano nulla con le questioni relative al figlio di Biden. La tempistica suggerisce tuttavia il contrario. E intanto, mentre il sospetto di conflitto di interessi continua ad aleggiare sulla Casa Bianca, i democratici si ostinano a parlare di «rispetto delle istituzioni»: con evidente sprezzo del ridicolo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)