2024-12-15
La Santa Sede riesuma il Giubileo gay
Il pellegrinaggio Lgbt era stato prima inserito nel programma e poi rimosso. Ieri, l’ufficio stampa vaticano ha precisato: «Servono altre informazioni, poi lo rimetteremo».Il Messaggero, il 6 dicembre, era stato il primo ad annunciare la cosa con enfasi degna delle più grandi occasioni: «Sorpresa al Giubileo. Il Papa dedica un giorno alla comunità Lgbt+». Secondo Franca Giansoldati, infatti, «Francesco e il cardinale Zuppi vincono le resistenze dei cattolici tradizionalisti». E in nome dell’inclusione, approvano, per il settembre del 2025, un vero e proprio «pellegrinaggio giubilare Lgbt» a Roma, con base presso la gesuitica Chiesa del Gesù, organizzato dalle «associazioni arcobaleno». Come notava la giornalista, si trattava di una «novità assolutamente impensabile fino a qualche anno fa» che magicamente è divenuta possibile ora, a causa di una nuova «attenzione pastorale» verso «ambienti solitamente considerati ai margini» della cristianità (ma centralissimi nella politica e nella cultura).Per fare chiarezza i siti cattolici Infocatolica ed El Pillar hanno contattato «un portavoce del Dicastero per l’Evangelizzazione». Il quale mercoledì avrebbe dichiarato che «il Vaticano non ha incluso nel suo calendario ufficiale per l’anno giubilare del 2025» nessun «pellegrinaggio organizzato dall’associazione italiana Tenda di Gionata, rivolto alle persone Lgbt». E «alla domanda sul perché l’evento fosse apparso in precedenza sul calendario online» del Giubileo, il responsabile vaticano ha «categoricamente negato che il pellegrinaggio fosse stato incluso nella pagina».Ma la Giansoldati e le agenzie non hanno mentito. Perché un pellegrinaggio Lgbt+, organizzato da «La Tenda di Gionata», ben noto gruppo catto gay italiano, era «stato incluso nel calendario online del Giubileo» (iubilaeum2025.va), come si vede dalle «versioni archiviate del sito Web». Se però la ricerca la si effettua oggi, dopo le ragionevoli proteste, e si digita il preciso «link dell’evento», esso non compare più e il risultato è «Errore 404: non trovato». Forse, e non sarebbe la prima volta - si pensi al sondaggio sul Sinodo, prima pubblicato su X poi rimosso - era stato inserito come ballon d’essai. Per testare cioè le resistenze e le criticità dei credenti. Ora che queste sono esplose in mezzo mondo - anche perché la battutaccia sulla «frociaggine» non si scorda presto - allora meglio l’autocensura.Ieri nuovo colpo di scena. Secondo l’Ansa, infatti, «l’ufficio stampa del Giubileo» afferma che, del tanto contestato pellegrinaggio Lgbt, «mancano delle informazioni», come il «numero dei partecipanti e il tipo di evento». Ma, udite udite, «appena le avremo da parte loro», il pellegrinaggio arcobaleno «verrà reinserito» nel calendario. (Re-inserito? Allora la prima menzogna è patente). Ma cosa c’entra poi lo spirito cristiano del Giubileo con questi ambienti che vorrebbero «correggere il Vangelo»?Giovanni Paolo II ebbe meno oscillazioni 25 anni fa. E a proposito del «World Pride» tenutosi (provocatoriamente) a Roma durante l’Anno santo del 2000, nell’Angelus del 9 luglio disse: «A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al Grande Giubileo» e per «l’offesa ai valori cristiani di una Città che è tanto cara al cuore dei cattolici di tutto il mondo». Secondo il Pontefice polacco, canonizzato e quindi posto a modello da papa Francesco, «La Chiesa non può tacere la verità, perché verrebbe meno alla fedeltà verso Dio Creatore» e così facendo «non aiuterebbe a discernere ciò che è bene da ciò che è male».Ed è esattamente quel che vogliono i gruppi «cattolici arcobaleno» e i tantissimi ecclesiastici e prelati che ne sono divenuti gli scudieri e i cappellani: «tacere la verità» e non distinguere più «il bene dal male».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci