2021-11-19
Giorno del bavaglio ma la Rai si fa beffe del diktat di Conte
In cda passano tutte le nomine proposte da Fuortes su imput di Mario Draghi. Il M5s ha straperso e prende altri schiaffi dal «Tg2»Il diktat di Napoleone Conte sembra durare lo spazio di un mattino. Quando sul Tg2 all'ora di pranzo compare il volto affilato di Mario Turco, che del Movimento 5 stelle è il vicepresidente e non un peone distratto, sono in molti a fare la tara a un editto bulgaro destinato a trasformarsi in una minaccia da osteria. «Nessuno dei nostri parteciperà più a trasmissioni Rai», aveva annunciato l'ex premier dopo lo sgambetto draghiano sulle nomine dei direttori dell'informazione pubblica. E lo stesso Turco aveva rincarato: «Il sistema è degenerato e serviva un segnale forte». Poi la comparsata. Romanzo distopico in purezza?Nel pomeriggio arriva la spiegazione. Più che un segnale della debolezza dell'avvocato degli italiani dentro il partito, la vicenda è uno spaccato di sciatteria o perfidia mediatica: il Tg2 ha mandato in onda un intervento registrato prima del veto. Turco smentisce d'avere fatto il pierino e l'ufficio stampa grillino rivela la polpetta avvelenata: «Precisiamo che il Tg2 ha proposto una vecchia dichiarazione, già trasmessa nell'edizione serale di domenica 14 novembre. Nessuna dichiarazione è stata rilasciata oggi alle testate Rai». Imbarazzo per chi, come il presidente di Italia viva, Ettore Rosato, era corso a commentare: «Non pensavo che non reggessero neppure un giorno». Sono scaramucce attorno al banchetto Rai, improvvisamente frugale per i grillini dopo tre anni di bagordi. L'oscuramento è una reazione di pancia per l'esclusione dal gioco delle poltrone, che aveva visto Giuseppe Conte lottizzare come neppure Giulio Andreotti: suo il vecchio ad Fabrizio Salini, suo il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, suo il direttore di Rai 2 Carlo Freccero, suo il direttore di Rai 3 Franco Di Mare, sua la benedizione a Simona Sala (in coabitazione con il Pd) al vertice di Radio Rai. Improvvisamente l'altroieri si è spenta la luce. Così ha avuto buon gioco Maurizio Gasparri a criticare il bavaglio contiano: «Ricordiamo la sua volontà di imporre nomine non adeguate, le dirette fiume a qualsiasi ora con un uso spregiudicato del mezzo televisivo. I grillini che hanno lottizzato e invaso, oggi si lamentano perché vorrebbero continuare a invadere e lottizzare».A nulla è valso il lungo corteggiamento dell'ex premier a Carlo Fuortes, peraltro bypassato da Palazzo Chigi negli accordi con i partiti. Non una bella figura neppure per Mario Draghi. Chi era presente alla festa campagnola per il compleanno di Goffredo Bettini ricorda la marcatura a uomo di Conte al nuovo ad di viale Mazzini nella speranza di fare breccia. Nessun risultato, solo schiaffi. Ribaditi ieri nel cda di Napoli che ha confermato tutte le designazioni, con lo scontato voto contrario del consigliere pentastellato Alessandro Di Majo: Monica Maggioni al Tg1, Gennaro Sangiuliano (confermato) al Tg2, Simona Sala al Tg3, Andrea Vianello a RadioRai, Alessandro Casarin (confermato) al TgR, Paolo Petracca a Rainews24, Antonio Preziosi a Rai Parlamento, Mario Orfeo agli Approfondimenti e Alessandra Di Stefano a Raisport. Quest'ultima, volto tv della messe italiana ai Giochi di Tokio, è una medaglia olimpica in ritardo.I nomi indigesti ai pentastellati sono due: lady Maggioni e l'inossidabile Orfeo. La prima viene percepita come fedele all'establishment: Draghi, il Bilderberg, il Pd di Dario Franceschini ma anche il gran visir Gianni Letta. Così, nonostante la passeggiata agiografica con Conte ai Fori Imperiali un anno fa nel programma Sette Storie, su di lei era stato posto il veto. Quanto a Orfeo, è percepito come un lupo renziano pronto a mordere. Per lo snodo chiave degli Approfondimenti (con supervisione di programmi come Porta a Porta, Report, Presa diretta), Conte aveva fortemente puntato su Sigfrido Ranucci ma il niet è stato assoluto. Ieri sera l'ex premier ha ribadito la sua amarezza a Piazzapulita (La7). Il ministro Federico D'Incà ha annullato un'ospitata ad Agorà su Raitre. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha rispolverato una richiesta dimenticata in un angolo negli anni del bengodi: «Non entro nel merito delle nomine, ma serve una riforma di sistema sul rapporto fra parlamento, governo e Rai». Il bavaglio è stato digerito male da Vincenzo Spadafora, che su lnstagram ha messo il cartello: «Le trasmissioni riprenderanno prima possibile». I pentastellati sono pronti a riversarsi su La7 e Mediaset, con una domanda in testa: «Faremo mica un favore a Berlusconi?». Tutti si chiedono se il silenzio stampa durerà. Alla giornalista di un tg, allarmata, Rocco Casalino ha risposto così: «Amore non ti preoccupare, per te faremo un'eccezione».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)