2023-10-06
Cacciò il Papa. Parisi ora fa l’ecochierichetto
Giorgio Parisi (Imagoeconomica)
Il fisico premio Nobel interviene in Vaticano per parlare della «Laudate Deum» e si spertica in complimenti verso Francesco. Eppure nel 2008 fu capofila della cordata di professori rossi che insorse contro l’invito di Ratzinger alla Sapienza di Roma.Per gli ecocastrofisti nulla sarà come prima. Gretini di tutto il mondo, papa Francesco vive e lotta insieme a voi. C’era da aspettarselo, del resto. Il giorno dopo l’esortazione del Pontefice sugli allarmi climatici, parrucconi e attivisti si sono fiondati a sottoscrivere il Laudate Deum. A guidare la sterminata pattuglia degli entusiasti c’è un premio Nobel: il fisico Giorgio Parisi. S’è scapicollato alla conferenza stampa organizzata nei giardini vaticani, assicurando: quella di Bergoglio «è una voce che grida nel deserto». E giù con gli usuali attacchi ai governi, «che se ne infischiano dei cambiamenti climatici». E poi: «Nessuno può salvarsi da solo». Urge: «Appellarsi a tutte le persone di buona volontà e non solo ai fedeli». Nulla di sorprendente, in definitiva. Se non la repentina conversione dell’illustrissimo Nobel. Nel 2008 s’era distinto come uno dei promotori della ribellione che costrinse Benedetto XVI a rinunciare a una lectio magistralis alla Sapienza di Roma, nel nome di un malinteso laicismo. Parisi fu uno dei 67 docenti che protestò contro l’annunciata presenza del Pontefice teologo, spiegando: «Le sue prese di posizione contro l’evoluzionismo hanno rotto il patto tra fede e scienza». Livio Fanzaga, pirotecnico direttore di Radio Maria, commentò in diretta: «Comunque sia, cari amici, non facciamoci illusioni: Satana è ovunque, anche nelle università». Tutto, adesso, è perdonato. La furia climatica ha fatto il miracolo: da furibondo osteggiatore a sperticato esegeta. Parisi tra le mura leonine non è più blasfemia. Il vecchio oppositore si guadagna un posto d’onore tra gli esperti invitati dalla Santa Sede a commentare la nuova esortazione apostolica di Bergoglio. Che, del resto, reitera i temi scanditi da fisico e ecoattivisti. Comprese le critiche ai «negazionisti» e allo stile di vita «irresponsabile» degli occidentali. A conferma dell’imperante tesi: l’uomo è l’unico responsabile del supposto disastro. E ora, lamenta Parisi, bloccare il cambiamento climatico «richiede uno sforzo mostruoso da parte di tutti», con «costi colossali» ed «effetti che incidono sulle nostre esistenze». Non è la prima volta che il fisico viene accolto Oltretevere, dopo la scomparsa di Ratzinger. Accadde pure nel giugno scorso, quando in piazza San Pietro firmò una «Dichiarazione sulla fraternità umana». Stavolta, però, sembra un trionfo. Parisi è tra gli scienziati e gli attivisti chiamati dal Vaticano a discettare sul Laudate Deum: «Il vero problema, come ha ben sottolineato Francesco, sta anche nei cosiddetti negazionisti e nei politici che vogliono nascondere i fatti». Ma c’è dell’altro, aggiunge: il riscaldamento globale «fa soffrire soprattutto i più poveri». Il Nobel si riferisce agli eventi estremi nei Paesi in via di sviluppo? No, agli italiani che non sono riusciti a fronteggiare «la terribile e torrida estate». Quelli che non possono «permettersi l’aria condizionata». La colpa, stringi stringi, è dei soliti negazionisti. Occultano ogni nefandezza: «Quando e se conosceremo i numeri, potremmo scoprire che decine, se non migliaia di persone, hanno perso la vita in conseguenze delle alte temperature».Agguerritissima pure Vandana Shiva: scrittrice e ambientalista. Attacca quel «paradigma arrogante che non vede il collegamento tra l’uomo e la sua terra e, quindi, non ne tiene minimamente conto». La sacerdotessa dell’ecofemminismo, già lodata dall’Osservatore romano, ringrazia dunque il Papa «per averci ricordato che la soluzione tecnocratica è dannosa, mentre la guarigione del suolo e del pianeta è sempre la via migliore». Carlo Petrini, fondatore di Slow food e attivista, aveva definito Francesco «un contadino in difesa della terra» lo scorso marzo. Pure lui, venerato ecoprofeta: «Ormai siamo al paradosso. Molte delle misure auspicate e spesso non attuate non servono più per risolvere il problema ma, al massimo, a contenerlo» spiega Petrini. Il prosieguo non può che essere apocalittico: se il documento papale cadrà nel vuoto, si arriverà «a una situazione addirittura irreversibile». Interviene Jonathan Safran Foer, autore invece dell’ottimistico Possiamo salvare il mondo, prima di cena: «La terra ci sta raccontando una storia che non siamo in grado di ascoltare e, soprattutto, di accettare» riferisce lo scrittore statunitense. «Ma c’è un altro tipo di negazionismo, che il Papa ci mostra. È quello di quanti ne parlano in modo astratto ma non fanno nulla nella vita reale, a partire dai loro stili di vita».Tra le sacre mura, prende la parola anche la ventisettenne leader di Fridays for Future, Luisa-Marie Neubauer, vice di Greta Thunberg: «Sono giovane, ma ho scoperto che quello che ci dicono istituzioni e governi è solo una favola» assalta. «Papa Francesco ha ragione a essere preoccupato. Sono i leader e i governi a impedire il cambiamento. Anzi, sono stati fatti passi indietro sul tema del clima». L’attivista, approfittando della benevolenza vaticana, coglie l’occasione : «Ormai siamo additati come degli estremisti pericolosi, provocando una crisi di fiducia». Già, perché prendersela con quei vandali che imbrattano i monumenti o gli scioperati che si sdraiano sulle tangenziali? Neubauer, però, è fiduciosa. «Abbiamo bisogno che la Chiesa parli e si schieri al nostro fianco. Gli attivisti per il clima vanno protetti in ogni modo». Che l’esortazione papale liberi gli ecoterroristi dai loro peccati.
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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