2019-06-30
Giorgetti si sfila dalla corsa alla poltrona Ue
Il leghista «non interessato» a far parte della Commissione. Favorito ora è Gianmarco Centinaio, ma Matteo Salvini starebbe pensando pure a Luca Zaia. Per Lorenzo Fontana spunta l'ipotesi degli Affari Ue. Turbolenze al Mise: il protagonismo di Stefano Buffagni irrita il Carroccio e imbarazza Luigi Di Maio.Mentre il premier, Giuseppe Conte, da Osaka avrà cercato sfruttare al meglio il suo incontro con Jean Claude Juncker per gestire la patata bollente della procedura d'infrazione, le pedine da muovere in vista delle nomine della Commissione e del Consiglio sono più che mai liquide. A Roma il governo che Conte dovrebbe rappresentare ritira fuori dal cassetto l'ipotesi rimpasto estivo. Il tutto mentre il candidato numero uno si sfila dalla poltrona europea. «Io non sono interessato a fare il commissario europeo, probabilmente non sono nemmeno adatto a farlo, ma ringrazio tutti gli attestati di stima». Giancarlo Giorgetti si esprime così durante la trasmissione L'intervista a Sky Tg24. Il numero due della Lega aggiunge che il «governo si sta attrezzando per altri soluzioni che non prevedono il sottoscritto», ovviamente senza aggiungere alcuna indicazione sull'identikit del possibile candidato.Fino ad ora Matteo Salvini ha sempre rivendicato per sé la scelta del nome da portare alla Commissione Ue. La linea non sarebbe cambiata, anche se s'è chi non esclude una candidatura esterna. Allo stato, tra i ministri leghisti, favorito sarebbe Gianmarco Centinaio, attuale responsabile dell'Agricoltura, ma c'è chi scommette che Salvini stia tentando di giocarsi anche la carta di Luca Zaia, ora governatore del Veneto. Quest'ultima opzione andrebbe però di pari passo con lo spostamento di Lorenzo Fontana dall'attuale dicastero della Famiglia a quello degli Affari Ue, rimasto scoperto dopo l'addio di Paolo Savona a sua volta transitato alla Consob. Spostare Fontana apre però un varco. Il vicesegretario della Lega è considerato un profilo di peso e pure il suo sostituto alla famiglia dovrà essere di pari grado. La Lega ha bisogno di mantenere alti gli argini contro una eventuale invadenza delle correnti grilline guidate da Vincenzo Spadafora, titolare delle Pari opportunità. Massimo Garavaglia è saldo al Mef nel suo ruolo di vice Tria. Suo compito indiretto è arginare l'avanzata di Laura Castelli. Le turbolenze vere si registrano al ministero del Lavoro dopo l'incursione targata Stefano Buffagni. L'uomo che gestisce le poltrone dei 5 stelle, nonostante la delega agli Affari regionali, ha recentemente organizzato una riunione con i vertici delle Casse di previdenza, con l'intento di trasferire ai presidenti dei vari enti l'idea di riforma grillina. A quanto risulta alla Verità, da tempo i 5 stelle puntano alle Casse con l'obiettivo di rendere più facile l'utilizzo delle disponibilità liquide nell'economia reale e dirottare quelle risorse per sostenere obiettivi industriali ad alto rischio. O almeno a rischio troppo elevato per chi ha responsabilità di garantire il futuro delle pensioni separate. La mossa di Buffagni ha scavalcato le deleghe del leghista Claudio Durigon e alla fine ha imposto a Luigi Di Maio un intervento a gamba tesa contro il proprio collega di Movimento. L'incursione ha però lasciato strascichi e gli uomini del Carroccio non nascondo più l'insofferenza per un vicepremier che accorpa così tante deleghe che non riesce a presidiare. Il rimpasto estivo potrebbe così allargarsi al Lavoro e la Lega dovrebbe attrezzarsi con nomi che al momento non dispone nella cartucciera o che Salvini vuole tenere nascosti per evitare che Conte e il Quirinale possano agire di sponda.Non a caso ieri lo stesso Giorgetti ha piantato due paletti destinati al premier. Il primo: un eventuale rinvio sulla procedura non sia un escamotage per far saltare la flat tax. Il secondo: Di Maio e Mef devono dire subito se vogliono fare la riforma fiscale. «Le nubi sul governo ci sono già, un chiarimento dovrebbe essere inevitabile», mette in chiaro il numero due del partito di via Bellerio. Come dire, disposti a cedere di un passo in Europa se a Roma a comandare sarà la Lega.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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