2021-07-04
Giggino e Beppe si sono pappati Giuseppi
Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Roberto Fico (Ansa)
Lo stop al voto on line e l'istituzione dei sette saggi è un'idea partorita in un pranzo a base di pizza e Coca Cola tra Luigi Di Maio, Beppe Grillo e Roberto Fico. L'ex premier abbozza («bene la mediazione») ma è il requiem al tentativo di scissione. Ora non ha più il pallino e i tempi si allunganoSul Conte sventola bandiera bianca: il partito di Giuseppi non c'è più, sciolto come un ghiacciolo in spiaggia, sgretolato da sondaggi impietosi, vaporizzato dai calcoli della Verità di ieri, che hanno reso chiaro ai parlamentari del M5s che fidarsi delle promesse dell'ex premier avrebbe significato dire addio alle speranze di rielezione per la stragrande maggioranza di deputati e senatori. Niente scissione, niente Lista Conte, niente gruppi parlamentari autonomi, niente di niente: l'ultima puntata della soap opera sceneggiata da Rocco Casalino ha lo stesso finale della telenovela-responsabili. Giuseppi ammaina il ciuffo di battaglia ieri alle 15.30, quando fonti vicine a Conte, ovvero Casalino, diffondono il comunicato di resa: «Ben venga il tentativo di mediazione», fa sapere Casalino, «per rilanciare il Movimento ed evitare scissioni, ma restino fermi alcuni principi fondamentali. L'ex premier, non può che valutare positivamente il tentativo di mediazione in atto, dal momento che lui stesso ha sempre lavorato per trovare una sintesi e per evitare spaccature e scissioni. Ben venga questo tentativo, di cui Conte era stato preventivamente informato», si legge, «se utile a rilanciare il M5s e a dar vita a un nuovo corso, tenendo fermi però quei principi fondamentali su cui si è già espresso con chiarezza». Dunque, un'apertura che sa di capitolazione. Il passo indietro di Conte arriva dopo quello di lato di Beppe Grillo, che l'altro ieri sera, mentre l'Italia è incollata alla tv per guardare la partita contro il Belgio, pubblica un post che ha il sapore dell'offerta di armistizio: «Ho ricevuto dai gruppi parlamentari», scrive il fondatore, «una richiesta di mediazione in merito agli atti che dovranno costituire la nuova struttura di regole del Movimento 5 stelle (statuto, carta dei valori, codice etico). Ho deciso quindi di individuare un comitato di sette persone che si dovrà occupare delle modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità. Il comitato», precisa Grillo, «sarà composto dal presidente del comitato di garanzia Vito Crimi, dai capogruppo alla Camera Davide Crippa e al senato Ettore Licheri, dal capogruppo al parlamento europeo Tiziana Beghin, da un rappresentante dei ministri, Stefano Patuanelli, da Roberto Fico e Luigi Di Maio. Il comitato», aggiunge Grillo, «dovrà agire in tempi brevissimi. La votazione sul comitato direttivo è quindi sospesa». Grillo quindi congela la votazione del comitato direttivo, sguainata per far paura a Conte, disinnesca lo statuto «monarchico» elaborato da Giuseppi mettendo al centro della discussione sulle nuove regole tutti i parlamentari e fa un passo verso la pace, o almeno la tregua. Il post arriva alla conclusione di una pizza insieme a Luigi Di Maio e Roberto Fico, che hanno raggiunto Grillo a Marina di Bibbiona. «Beppe», dicono Di Maio e Fico al fondatore, «non andare allo scontro, dobbiamo pensare solo al bene del Movimento. Coinvolgiamo i parlamentari». Grillo si convince, abbraccia la linea della responsabilità suggerita dal ministro degli Esteri e dal presidente della Camera, beve una Coca Cola e mette mano al pc. L'idea del «comitato dei sette» convince tutti che si è imboccato il sentiero della pace, e già da ieri mattina fioccano le dichiarazioni di adesione al lodo Di Maio-Fico: «Ottima l'iniziativa di Beppe Grillo», twitta il deputato Francesco Berti, «per cercare una mediazione con Giuseppe Conte, coinvolgendo i portavoce. Unire, non dividere: non abbiamo bisogno di nuovi partiti o scissioni, ma di spirito di comunità». A seguire, tutte sulla stella linea, arrivano le dichiarazioni di altri esponenti del M5s: Lara Ferrara, Carlo Sibilia, Francesco D'Uva, Manlio Di Stefano, Mario Perantoni, Cosimo Adelizzi, Federico D'Incà, Fabio Massimo Castaldo, Aldo Penna. Luigi Di Maio, a Sorrento per un evento promosso dall'Associazione logistica dell'intermodalità sostenibile, risponde ai giornalisti professando un cauto ottimismo: «È un momento politicamente delicato», dice Giggino, «e proprio perché è delicato bisogna parlare pochissimo e lavorare per trovare una soluzione comune per far ripartire questo progetto, che esiste da dieci anni e ha dato tre governi a questo paese». Il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, anche lei a Sorrento, a chi le chiede di ricadute sul governo della crisi interna al M5s risponde: «Zero. Non sono preoccupata, trasformare non è mai semplice», sottolinea la Castelli, «ma una soluzione si troverà». Soluzione che ora è nelle mani dei sette saggi (che i soliti mattacchioni hanno già ribattezzato sette nani) che dovranno elaborare un testo di statuto, compreso di code etico e carta dei valori, che vada bene a Grillo e Conte. C'è da prevedere tempi lunghi, non prima di 7-10 giorni.