2025-05-25
Il capo dell’Oms corre a riposizionarsi «I tagli americani? Salutari per l’Africa»
Tedros Adhanom Ghebreyesus (Geety)
Tedros Adhanom Ghebreyesus volta pagina, non frigna più per le politiche di Donald Trump e ammette: «Il terzo mondo ora smetterà di essere dipendente».Chissà, forse dipende dal fatto che sul trattato pandemico tutto sommato gli è andata bene: il testo è stato approvato qualche giorno fa a Ginevra con 124 voti favorevoli e 11 astensioni, tra cui quella italiana. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, aveva frignato a lungo nel timore che l’accordo saltasse, se l’era presa con i soliti no vax immaginari e persino con i media, colpevoli di aver scritto troppe verità. Alla fine, però, il risultato in qualche modo l’ha portato a casa. Purtroppo per lui, i suoi sogni di dominio sono stati leggermente ridimensionati da Donald Trump e dalla sua - saggia - decisione di mollare l’Oms. Una scelta che i più (politici e giornali) hanno voluto raccontare come l’ennesima follia trumpiana, come una mossa sconsiderata che avrebbe finito per distruggere la salute degli americani e del mondo intero. Tedros ci ha messo del suo, piagnucolando non poco, ma ora sembra avere assunto un atteggiamento radicalmente diverso. Forse, appunto, perché era felice o forse perché si è reso conto che giocarsela da nemico di Trump non gli conviene troppo. Ed ecco allora che venerdì il capo dell’Oms si è confidato con il Daily Telegraph dichiarando che «i tagli senza precedenti agli aiuti internazionali operati da Donald Trump causeranno molte vittime, ma potrebbero avere effetti positivi per l’Africa a lungo termine». Secondo Tedros, «molti Paesi in via di sviluppo vedono i tagli come un’opportunità per spezzare il ciclo di dipendenza dagli aiuti nel mondo in via di sviluppo». Stando al Telegraph, «Tedros ha affermato che l’Oms e i suoi stati membri stavano affrontando una tempesta, ma che avrebbero superato la situazione e ne sarebbero usciti più forti. Ha aggiunto che, nonostante gli Stati Uniti abbiano annunciato l’uscita dall’Oms, la porta rimane aperta per un loro rientro e che le comunicazioni informali con il Segretario alla Salute degli Stati Uniti, Robert F. Kennedy jr, continuano». Il caro Tedros dichiara: «Siamo in contatto con Rfk junior. Facciamo cose insieme. È informale, non pubblico. Mi ha mandato un messaggio proprio venerdì alle 00:42». Capito? Non c’è stata alcuna catastrofe sanitaria, in compenso lui e Kennedy sono amiconi. «Tedros», insiste il Telegraph, «ha affermato che i tagli degli Stati Uniti hanno innescato una grave crisi e che avrebbe preferito che gli Stati Uniti avessero concesso ai Paesi in via di sviluppo sei mesi o un anno per passare ad altre fonti invece di staccare la spina. Tuttavia, gli Stati Uniti avevano tutto il diritto di spendere i propri soldi come volevano e i tagli sono stati visti dagli Stati membri come un’opportunità per rompere con una mentalità di dipendenza e stare in piedi con le proprie gambe». Ma pensa: i tagli e l’addio degli Usa adesso sono diventati addirittura una opportunità. Anzi, un toccasana per l’Africa che dovrà così imparare a fare da sola. «A dire il vero, da africano, sono davvero imbarazzato nel vedere questo», ha detto ancora Tedros. «È imbarazzante perché rivela una dipendenza, un bisogno di dipendenza. Sono però incoraggiato dal modo in cui molti Paesi colpiti stanno reagendo, abbandonando una mentalità di dipendenza dagli aiuti e concentrandosi su soluzioni interne. Moltissimi Paesi hanno ormai iniziato a mobilitare le risorse interne. Quindi c’è un paradigma che sta cambiando; si sta spostando verso la convinzione che, ok, questo è un nostro problema da risolvere. Dobbiamo diventare autosufficienti. Non possiamo dipendere dagli altri». A margine della assemblea generale dell’Oms, Tedros si è lasciato andare anche ad altre considerazioni. Ad esempio ha affermato che l’organizzazione aveva previsto la possibilità che uno dei suoi principali finanziatori si ritirasse e addirittura lo aveva già immaginato nel 2017, mettendo in atto meccanismi «per ampliare la sua base di finanziamento in modo da rimanere solvente e indipendente nel caso di una crisi del genere». È abbastanza chiaro che Tedros stia cercando di ricucire i rapporti con l’amministrazione Trump e sia in qualche modo costretto ad abbassare la cresta, anzi a prostrarsi al cospetto di Washington. Cosa che lo qualifica: l’uomo è molto interessato al potere e decisamente meno a tutto il resto, salute compresa. Le sue frasi, però, risultano molto utili e interessanti. Intanto dimostrano che quanto scritto e detto dai nostri media sulla follia disumana di lasciare l’Oms e di tagliare gli aiuti umanitari non è vero. Può anzi essere, per qualcuno, una buona occasione di crescere davvero. Discutere di questioni sanitarie a livello internazionale è comunque possibile, non si è verificata alcuna apocalisse ed esiste persino - elemento che giustamente Tedros rimarca - il diritto degli Stati di spendere i propri soldi come desiderano. Viene allora da domandarsi: se il disimpegno americano produce tutte queste conseguenze, che cosa aspettiamo noi italiani a seguire l’esempio? Il caro Tedros, così contento e gioioso, certo non potrà aversene a male.
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Ansa
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