2022-10-12
La Germania vuole rimangiarsi il sì sul debito in comune contro i rincari
L’esecutivo è diviso. I dipendenti pubblici chiedono un aumento del 10,5%.Resta un mistero la posizione della Germania sul tema dell’emissione di debito comune per finanziare le misure contro il caro energia degli Stati membri dell’Ue. In un primo momento Berlino aveva aperto a questa ipotesi a patto, però, che si trattasse di prestiti e non di risorse a fondo perduto. Poco dopo, però, il governo di Olaf Scholz ha smentito la notizia diffusa da Bloomberg spiegando che «questi piani non sono a conoscenza del governo tedesco». Inizialmente il governo Scholz si era infatti fatto convincere a usare uno strumento simile al fondo Sure per finanziare le misure contro il caro energia a favore di consumatori ed imprese. L’idea di ricorrere a un fondo di quel tipo sarebbe giunta in seguito alle aspre critiche ricevute per il maxi piano da 200 miliardi contro il caro energia, ritenuto troppo esoso rispetto ai progetti attuati dagli altri Stati membri dell’Ue. Fatto sta che i bund tedeschi, a seguito dell’apertura della Germania a un fondo di debito comune, ieri sono stati colpiti da importanti vendite, scontando il rischio di un peggioramento del merito creditizio della Germania.A ogni modo, se dovesse essere confermato, il piano potrebbe essere compreso fra i 100 miliardi stanziati per il fondo Sure e i 724 miliardi messi sul piatto per il Recovery fund.Va detto che la posizione della Germania contro l’emissione di debito comune era nota da tempo. La Bundesbank, Banca centrale della Germania, riassunse la posizione del Paese con le seguenti parole: «Non si dà la propria carta di credito a qualcuno che non sa porre un freno alle proprie spese».Inoltre, all’interno del governo tedesco regnano diverse voci. A fine agosto, in visita a Praga, il cancelliere tedesco aveva spiegato che l’Ue deve agire «rapidamente e in modo coordinato, evitando le azioni isolate dei singoli Paesi» e che andrebbe superato il meccanismo del veto e del voto all’unanimità.Dal canto suo, il ministro delle Finanze Christian Lindner aveva fatto notare che «gli strumenti che sono stati utilizzati durante la pandemia non possono essere trasferiti uno a uno a uno in un contesto di shock dell’offerta e uno scenario di inflazione». Quello che è certo è che, insieme con la Germania, anche Olanda, Austria e Finlandia si sono sempre dette contrarie a un’ipotesi del genere. I Paesi del Nord Europa non erano e non sono d’accordo a dover pagare gli errori di alcuni Paesi come l’Italia caratterizzati da alte spese e un elevato debito pubblico, tutti fattori che metterebbero a rischio il rating del loro debito. Ciò detto, la locomotiva tedesca è in difficoltà da tempo e c’è bisogno che riparta quanto prima. I sindacati tedeschi verdi e Dbb (la federazione dei dipendenti pubblici) ieri hanno chiesto un aumento del 10,5% dello stipendio per circa 2,5 milioni di dipendenti federali e comunali della Germania. I sindacati hanno giustificato la richiesta salariale anche con l’alta inflazione. Il contratto collettivo scade alla fine dell’anno e sono già stati concordati tre cicli di negoziati per gennaio, febbraio e fine marzo 2023, come riporta l’agenzia tedesca Tagesschau. Non sarà però facile trovare un accordo. La Federazione delle associazioni dei datori di lavoro municipali aveva, ad esempio, già domandato che la richiesta di aumento salariale fosse contenuta, perché i Comuni sono attualmente sottoposti a una grande pressione finanziaria, altro elemento che evidenzia le difficoltà in cui verso l’economia tedesca.