2022-10-20
«I Renzi assolti? Fatture “gonfiate” ma niente evasione»
Laura Bovoli e Tiziano Renzi (Ansa)
Alessandro Traversi, il legale del coimputato Luigi Dagostino: «Per i giudici il fatto sussiste ma sarebbe mancato il dolo».Nelle scorse ore sono ripartiti i corsi di garantismo a tutela di potenti e affini. Giuristi e giudiziaristi della domenica, da Roberto Giachetti nella sua imperdibile rassegna stampa equidistante su Radio Leopolda al garantista a tutto tondo Guido Crosetto in uno dei suoi imprescindibili tweet, hanno macinato parole per spiegarci quanto deprecabile sia stata l’ingiusta gogna a cui sono stati sottoposti Tiziano Renzi e Laura Bovoli in questi anni di processo per emissione di false fatture, un evergreen della ditta per cui sono alla sbarra anche in un altro procedimento, dove sono accusati pure per tre bancarotte. Ma quello che sembrano non aver capito queste esimie teste d’uovo è che i genitori sono stati assolti non perché il fatto non sussista, ma perché non costituisce reato. In parole povere i giudici della Corte d’appello di Firenze, assolvendo babbo e mamma del fu Rottamatore, non hanno stabilito che i pm abbiano visto gli asini volare, ma che, quando l’imprenditore Luigi Dagostino, impegnato nel settore degli outlet del lusso, ha deciso di pagare quasi 200.000 euro per uno studio di cinque paginette ai genitori dell’allora premier, lo avrebbe fatto non per far evadere le tasse alla sua vecchia società, la Tramor, ma, forse, solo per un’irrefrenabile, incontinente prodigalità. Per provare a capire meglio che cosa sia successo ci siamo rivolti all’avvocato di Dagostino, Alessandro Traversi, uno dei legali più apprezzati e noti di Firenze: «Il processo è andato bene: hanno accolto le nostre teorie», è il suo esordio.L’assoluzione per Tiziano e Laura è arrivata «perché il fatto non costituisce reato». «A mio giudizio questa formula sta a significare che il fatto di per sé sussiste e cioè che si tratta di fatture gonfiate, ovvero di valore non congruo, ma che mancava la finalità di fare evadere terzi soggetti, vale a dire il dolo necessario affinché si configuri il reato per cui i due sono stati processati». È rimasta in piedi l’accusa di truffa per Dagostino, condannato a 9 mesi…«Contestazione che parte dal presupposto che l’importo delle fatture fosse eccessivo e che abbia cagionato danno a chi le ha pagate, in questo caso la Tramor». Quindi anche per i giudici ci troviamo di fronte a fatture per prestazioni inesistenti?«Questo non si può dire, ma certamente di costo superiore ai prezzi di mercato. Però per le toghe la finalità dei genitori era quella di prendere i soldi e non di far evadere la Tramor. Per questo sono stati assolti». Ma come è possibile che solo Dagostino sia stato ritenuto colpevole per la truffa, visto che le fatture sono state emesse dai genitori di Matteo Renzi e che senza quelle parcelle non poteva realizzarsi il reato? «La truffa è stata contestata dalla Procura solo al mio assistito e perciò i due coniugi non potevano essere processati, né condannati per quell’imputazione. Comunque per me non esiste neanche questa fattispecie ed è il motivo per cui faremo ricorso in Cassazione». Il suo cliente era anche accusato di aver indotto in errore la Tramor, facendole presentare una dichiarazione fraudolenta con in pancia le false fatture… «Contrariamente a quanto si legge nei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, qui non ci può essere un “colpevole” inconsapevole. Se la Tramor è stata ingannata non poteva venirle contestata la volontà di evadere senza la quale non può esserci il delitto di utilizzo delle false fatture. Senza dolo quel reato non è concepibile, eravamo di fronte a una costruzione giuridicamente insostenibile. Per questo i giudici hanno stabilito, per tale contestazione, che il fatto non sussista e la decisione prescinde dalla autenticità o meno delle fatture. Dagostino che interesse aveva a far evadere una società non più sua? Anche se le fatture fossero state false il mio assistito andava assolto. E così è stato».
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