2025-08-31
Gaza, Hamas perde il suo megafono. «Morto il portavoce velato Abu Obaida»
Israele celebra il raid aereo che avrebbe eliminato un’icona militare della Striscia. Ma l’evacuazione dei civili va a rilento.Le Idf e lo Shin Bet hanno reso noto ieri pomeriggio di aver colpito con un raid aereo un alto esponente di Hamas. Secondo i media israeliani si tratta Abu Obaida, storico portavoce dell’ala militare di Hamas. Dietro questo nome di battaglia si cela Hudayfa Samir Abdallah al-Kahlout, figura che si mostra sempre con il volto coperto nelle sue apparizioni mediatiche ed è considerata un’icona nella Striscia di Gaza. L’annuncio congiunto sottolineava che «prima dell’attacco, sono state adottate numerose misure per ridurre il rischio di danni ai civili, tra cui l’uso di munizioni di precisione, sorveglianza aerea e ulteriori informazioni di intelligence. Le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza violano sistematicamente il diritto internazionale, sfruttando le infrastrutture civili e la popolazione di Gaza come scudi umani per attività terroristiche». Per Israele, colpire Abu Obaida significa ottenere una vittoria ad alto valore mediatico. La sua eliminazione, se verrà confermata, è la prova che nessun dirigente di Hamas è al sicuro, nemmeno quelli protetti dall’anonimato ma è anche un segnale verso la popolazione di Gaza volto a dimostrare che Israele ha capacità di intelligence capillari e che i vertici del movimento non possono sfuggire alla sorveglianza. Sul fronte yemenita gli Huthi, sostenuti dall’Iran, hanno confermato per la prima volta la morte del primo ministro Ahmed al-Rahawi, rimasto ucciso insieme a diversi ministri in un raid israeliano che ha colpito un appartamento a Sana’a. La notizia è stata diffusa dal leader del movimento Mahdi al-Mashat, che ha parlato di «martirio del combattente Ahmed Ghaleb Nasser al-Rahawi e di molti dei suoi colleghi ministri, presi di mira dal perfido nemico criminale israeliano». L’attacco avrebbe colpito un workshop governativo in cui i vertici del movimento valutavano i risultati dell’ultimo anno. Mohammed Ahmed Ahmed Miftah, già vice del premier ucciso venerdì in un raid israeliano è stato nominato nuovo capo del governo. Lo riporta l’agenzia Saba. Il portavoce arabo delle Forze di difesa israeliane, Avichay Adraee, ha accusato al-Jazeera e altri media arabi di diffondere «menzogne» su presunti soldati israeliani caduti in un’imboscata di Hamas, parlando di una campagna orchestrata per risollevare il morale palestinese. Hamas ha reagito definendo l’avanzata israeliana su Gaza City «un’opportunità in più per rapire soldati», assicurando che i miliziani sono «in stato di allerta e con il morale alto». Sul terreno Israele prepara una nuova stretta. Secondo l’Associated Press, il governo ha deciso di ridurre o bloccare l’ingresso di aiuti umanitari nel nord della Striscia, interrompendo sia i lanci aerei che l’accesso dei camion. Una mossa che mira a isolare Hamas e a costringerlo a cedere, ma che rischia di aggravare ulteriormente la situazione umanitaria e di spingere centinaia di migliaia di civili verso sud. Funzionari della sicurezza israeliani hanno dichiarato a Channel 12 che l’evacuazione di Gaza City in vista dell’offensiva pianificata dalle Idf sta procedendo molto più lentamente del previsto. Secondo le stime solo 10.000 persone avrebbero lasciato l’area nelle tre settimane successive all’annuncio, mentre nella città e nei dintorni resterebbero ancora circa 600.000 civili. Le conseguenze della guerra continuano a dividere anche l’Europa. A Berlino il ministro degli Esteri Johann Wadephul ha escluso un sostegno della Germania a nuove sanzioni Ue contro Israele, giudicando inefficace la sospensione dei fondi Horizon, ma difendendo come «necessaria» la riduzione delle forniture di armi. Di segno opposto la posizione di Madrid: «Non possiamo continuare a vedere distruzione, morte e carestia. Il Medio Oriente ha bisogno di pace», ha dichiarato il ministro degli Esteri José Manuel Albares. In linea anche il ministro italiano Antonio Tajani, secondo cui Israele «ha superato il limite della legittima reazione dopo il 7 ottobre» e ora «bisogna costruire, non continuare a distruggere». Al dibattito europeo si è aggiunta la frizione con Washington. L’Ue ha infatti esortato gli Stati Uniti a riconsiderare la decisione di vietare la partecipazione del presidente palestinese Mahmoud Abbas e di altri funzionari dell’Autorità nazionale palestinese all’Assemblea generale dell’Onu a New York. «Alla luce degli accordi esistenti tra l’Onu e lo Stato ospitante, chiediamo tutti che questa decisione venga riconsiderata», ha affermato l’Alto rappresentante Kaja Kallas a margine del vertice di Copenaghen, dove ha anche annunciato nuove sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. In Israele, intanto, cresce la pressione interna. Secondo Channel 12, i vertici della Difesa spingono il governo a privilegiare un accordo sugli ostaggi piuttosto che un’ulteriore escalation militare. «Gli ostaggi vivi avrebbero potuto essere a casa la scorsa settimana», ha dichiarato un alto ufficiale, riferendosi al cosiddetto quadro Witkoff, che prevede la liberazione di dieci prigionieri in cambio di un cessate il fuoco di due mesi.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».