2024-06-21
        «Gangs of Galicia», il nuoio thriller spagnolo targato Netflix
    
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        «Gangs of Galicia» (Netflix)
    
Lo show, disponibile su Netflix da venerdì 21 giugno, è ispirato a una vicenda realmente accaduta e muove da una vendetta personale, che non è, però, schiacciata sui ruoli di genere. Nessun maschio alfa, nessun eroe tormentato. Una donna al suo posto, Ana, avvocato dall’animo mite.La storia è una fra le tante: quella di una piazza di spaccio, del cartello che la muove. Gangs of Galicia, disponibile su Netflix da venerdì 21 giugno, è l’ennesima (dove «ennesima» non ha il sentore di noia e fastidio che di solito si porta appresso) serie televisiva a sfruttare l’universo criminale. Quello legato alla droga, per la verità. Eppure, come tante serie televisive spagnole, Gangs of Galicia riesce ad alleggerire la materia imbastardendola (di nuovo, senza accezione negativa) con una buona dose di melò.Lo show, ispirato a una vicenda realmente accaduta, muove da una vendetta personale, che non è, però, schiacciata sui ruoli di genere. Nessun maschio alfa, nessun eroe tormentato. Una donna al suo posto, Ana, avvocato dall’animo mite. Ana - qui, un po’ come clichè comanda - ha una vita ordinaria, dove ogni cosa ha lo spazio ordinato che le compete. Lavora, soprattutto, finché la morte violenta del padre e, insieme, il conseguente dispiegarsi di silenzi taciuti negli anni la convince ad un trasferimento. La donna, fatte armi e bagagli, si sposta in Galizia, a Cambados, piccolo paesino costiero in cui le opportunità professionali sembrano ridotte all’osso. Non c’è mercato, per un avvocato brillante e promettente. Non c’è futuro. Perché allora Ana ha rischiato tanto? Perché il salto nel vuoto, verso l’Oceano? La risposta arriva tempestiva. L’avvocato, senza più riuscire a tenere a freno le proprie pulsioni private, ha deciso di infiltrarsi fra le fila del cartello ritenuto responsabile della morte del padre.Il clan è quello dei Padín, Daniel, figlio del boss locale, il suo cavallo di Troia. Ana è l’oggetto del suo desiderio. Daniel se ne incapriccia in un attimo, senza aver bisogno di conoscerla per legittimare i propri sentimenti. E Ana gli dà corda, come da clichè: per convenienza prima, per altro poi, un misto di irrazionalità e cuore che dà a Gangs of Galicia la sua sfumatura rosa.Lo show, in otto episodi, è azione e dramma, una grande telenovela come solo gli spagnoli sanno farne. È armonica, coerente: un prodotto sensato. Non un capolavoro, ma nemmeno una serie divorata dall’ambizione di chi-vuole-ma-non-può. Potrebbe piacere, dunque. Specie in quelle sere d’estate in cui la testa ha bisogno di leggerezza, le piattaforme di contenuti adeguati.
        L’amministratore delegato di Fs Stefano Donnarumma (Ansa)