2023-08-09
Adesso anche Galli esce dalla quarantena. «Liberare i positivi? Errore: non è finita»
Ricompare il prof e fa il Rambo del virus: «Decisione priva di base scientifica, non sappiamo cosa accadrà in autunno».Massimo Galli è tornato. Nei panni del Rambo pandemico.Vi ricordate la scena del primo film della saga? Il reduce traumatizzato dagli orrori del Vietnam, dopo aver seminato il panico in città, si barrica in una stazione di servizio. È assediato da polizia ed esercito, così il suo ex comandante, il colonnello Trautman, prova a convincerlo a deporre le armi: «È finita, Johnny». Ma Rambo sbotta: «Non è finito niente, niente! Non è un interruttore che si spegne».Ecco, appresa la notizia della fine dell’isolamento per i positivi al Covid, decretata dal cdm lunedì, l’infettivologo che aveva sostituito l’eskimo con la mascherina ha reagito come il personaggio di Sylvester Stallone: «Non è finito nulla», ha tuonato. «Forse solo nelle speranze di qualcuno, ma non nelle certezze». La misura promossa dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, «è solo un atto politico e non ha nessuna base scientifica». Già. Come tutte le decisioni prese durante l’emergenza. Fu scientifico condannare ai domiciliari gli italiani? Gli studiosi che la pensavano diversamente vennero ostracizzati. La Svezia seguì una strada diversa. Infine, le verifiche a posteriori hanno messo la pietra tombale sulla strategia dei lockdown. Ancora: era scientifico vaccinare tutta la popolazione, inclusi i giovani sani, inclusi i bambini? Era scientifico sostenere che il green pass servisse a impedire le infezioni? Era scientifico raccontare, come fece il medico di Milano, che «più gente si vaccina, meno circolerà il virus»? E fu scientifico prorogare gli obblighi vaccinali, quando era diventato innegabile che Omicron bucava qualunque schermo farmacologico?L’ex primario dell’ospedale Sacco, ormai in pensione, esce dal congelatore ogni volta che vede venir meno un pezzo del regime Covid. A marzo 2022, ad esempio, sbraitò per la soppressione del lasciapassare rafforzato, quello che si otteneva soltanto guarendo dal virus o sottoponendosi alle inoculazioni: «Potevamo e dovevamo riaprire mantenendo il certificato verde», lamentò. «Hanno vinto i no vax». Allora rimpiangeva la discriminazione dei renitenti. Oggi si picca per l’addio alla quarantena: «È abbastanza discutibile», ha insistito ieri, «che si decida di scaricare sugli ospedali determinate responsabilità. Il potere di isolare i positivi sarà deciso dalle direzioni sanitarie. Certi provvedimenti fanno scalpore, ma dal punto di vista della realtà dei fatti la situazione è, e sarà, diversa». La gufata è la stessa dei vertici di Pfizer, i quali, se non altro, da un’eventuale e inattesa impennata dei contagi avrebbero tutto da guadagnare: «Non sappiamo cosa potrà accadere in autunno, se una anziana contrae la malattia in corsia e muore di chi sarà la responsabilità?». Il camice rosso - pardon, bianco - dimentica che le regole in vigore conferiscono già ai vertici delle Asl la facoltà di stabilire protocolli e corsie separate. In più, resta l’obbligo di indossare la mascherina all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili. Il punto è che bisognava liberarsi di una norma disapplicata nei fatti: i sintomatici, a meno che non ne abbiano bisogno per assentarsi dal lavoro, non corrono in farmacia a sottoporsi al tampone, per poi essere segnalati come infettivi. L’isolamento dei positivi è saltato in quasi tutti i Paesi occidentali e non si sono viste cataste di morti. È passato il giusto principio difeso ieri da Schillaci, ospite del Tg1: abrogato l’ultimo «divieto reale», non ci saranno «più obblighi, ma il senso di responsabilità». Ovvero, «come accade per le altre malattie infettive, ad esempio l’influenza», chi è positivo eviterà di «andare vicino alle persone fragili e anziane». Per arrivarci non serve una legge; basta usare il cervello.Eppure, nel coro dei guerriglieri dell’emergenza, Galli non canta da solo. A Consiglio dei ministri concluso, era spuntato l’irriducibile Walter Ricciardi, aggrappato alla nuova «variabile Eg5, molto più contagiosa e sfuggente», diffusa in America e Asia e in arrivo anche nel Vecchio continente. «La retorica del lasciamoci tutto alle spalle», aveva concluso l’ex consulente di Roberto Speranza, «non è l’approccio epidemiologicamente e scientificamente più corretto e saggio». Più sfumati i toni di Pier Luigi Lopalco, il quale, benché abbia ammesso che il governo ha semplicemente preso atto «di quello che già succede», ha auspicato «una campagna di informazione che sottolinei il fatto che questa malattia ancora esiste, che possiamo infettarci in tutti i momenti dell’anno». Ricordati che devi morire. Appunto: non è finito niente.Per il Rambo del Covid, di sicuro non sono finite le scocciature giudiziarie. Lo scorso luglio, i pm meneghini hanno confermato di volerlo mandare a processo, nell’ambito dell’inchiesta su Concorsopoli. Galli, imputato per turbativa d’asta e falso per il presunto tentativo di pilotare l’assegnazione di un posto da associato all’università, renderà dichiarazioni spontanee il 3 ottobre. Potrà andare in tribunale anche se fosse positivo.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)