2023-09-21
«Non esistono pericoli di censura. Indagheremo su pass e restrizioni»
Il viceministro di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami sulla commissione di inchiesta sul Covid: «Resta fuori dal perimetro dei lavori solo la legittimità costituzionale dei provvedimenti. Su tutto il resto non faremo sconti, dal ruolo dell’Aifa al report ritirato di Zambon».Galeazzo Bignami, viceministro in quota Fratelli d’Italia, ancora quando era all’opposizione si è molto battuto per fare emergere la verità sulla gestione della pandemia. Ha voluto e sostenuto la commissione di inchiesta sul Covid, si può dire che ci abbia messo la faccia. Dunque è a lui che chiediamo chiarimenti sui dubbi emersi in queste ore a proposito della commissione. I nostri sono i dubbi di molti: questa indagine è già disinnescata prima ancora di partire? Oppure c’è davvero la possibilità che riesca a fare emergere almeno un pizzico di verità?Viceministro, lei è stato il maggiore promotore della commissione di inchiesta covid. Ora scopriamo che questa commissione non potrà indagare sulla legittimità di divieti e restrizioni, cioè su greenpass e lockdown. Dunque parte menomata?«In realtà si parla solo di legittimità costituzionale. D’altronde nessuna commissione parlamentare ha funzioni giudiziali né tantomeno giurisdizionali. Quello che a noi interessa è accertare la verità di quanto avvenuto perché gli italiani conoscano la realtà dei fatti e definire di conseguenza le responsabilità di quanto avvenuto. Su questo non ci sono giudizi di legittimità costituzionale da esprimere, ma solo fatti da accertare e approfondire. Penso emergeranno elementi molto interessanti». Dunque si potrà discutere in commissione anche della opportunità delle restrizioni e dei lockdown e del green pass?«Sicuramente si. D’altronde non farlo significherebbe prendere in giro gli italiani».Ma allora in che termini se ne potrà parlare? Concretamente: si potranno avere scienziati che discutano l’efficacia delle misure e non costituzionalisti?«Non solo se ne potrà parlare senza condizionamenti, ma aggiungo che se ne dovrà parlare e sottolineo “dovrà”. Come su tutto il resto: sul piano pandemico, sull’operato di Aifa, sul report di Zambon ritirato, su tutto. E per farlo certamente serviranno donne e uomini di scienza, esperti, ma convocheremo anche chi aveva il potere di decidere e gli chiederemo le ragioni alla base delle loro scelte».Non è un segreto che il Quirinale non gradisse quei particolari articoli che poi in effetti sono stati cancellati. Questo non è un fattore di grande pressione politica che rischia di rendere più difficoltoso il lavoro?«Credo che si debba distinguere tra ciò che nel merito e nei contenuti la Commissione andrà a fare, che è noto e consiste nel fare piena luce su quanto è avvenuto in quel periodo sotto i tanti aspetti che conosciamo. E un aspetto diverso, che il Parlamento ha dimostrato di aver ben presente, vale a dire la non sindacabilità di quei profili di costituzionalità che hanno già formato oggetto di una valutazione di legittimità da parte della Corte costituzionale». Un’altra questione aperta riguarda gli atti coperti da segreto istruttorio. A che cosa non sarà permesso accedere? Riguarda anche il segreto militare?«È una disposizione consueta. Se c’è un’indagine in corso, quindi penale, può essere opposto un segreto. Ma se non c’è, no. Personalmente la leggo al contrario: non potrà essere opposto alcun segreto alla Commissione. Ricorderete ad esempio che il Tar autorizzò l’accesso agli atti per sapere perché vennero dispiegati e poi richiamati 400 militari in Val Seriana. Poi il Consiglio di Stato disse che non si doveva sapere. Ora la Commissione potrà acquisire gli atti».Dunque potremo sapere perché vennero schierati e poi ritirati quei soldati?«Sicuramente potranno saperlo i commissari. Poi come tutti i lavori delle Commissione d’inchiesta ci sono diversi livelli di riservatezza. Ma è chiaro che la relazione finale terrà conto di tutto. L’importante ora è partire, altrimenti si fa il gioco di chi punta a tirarla per le lunghe per non partire mai».Interessante è anche il fatto che sia stato allargato il potere di indagine riguardo ai vaccini, soprattutto per le fasce di popolazione più deboli. Che cosa volete approfondire?«Vogliamo approfondire tutto. E vogliamo capire tutto. Quale supporto scientifico c’era, cosa sapeva Aifa, se sono stati nascosti delle informazioni o dei dati, quali elementi c’erano alla base delle decisioni assunte dalle Autorità sanitarie. Abbiamo letto di scambi di mail che generano inquietudine, per non dire altro. Fare chiarezza su questo è imprescindibile».Ha parlato prima di tempi. Quando partiranno i lavori? Quando avremo i primi risultati?«La commissione Sanità al Senato ha finito il lavoro, ora si attende il voto dell’Aula e penso che a cavallo tra settembre e ottobre arriverà. A quel punto la Camera darà il via libera finale e si parte. Poi affronteremo tanti ostacoli, lo sappiamo bene. Ma col sostegno degli italiani che vogliono la verità sono sicuro arriveremo fino in fondo, nonostante chi rema contro».
Gattuso e la Nazionale lasciano San SIro al termine del match perso per 4-1 contro la Norvegia (Ansa)
(Arma dei Carabinieri)
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in Veneto e Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero periodo dell’indagine, si trovava in Olanda, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio della droga in Italia era affidata al capo dell'organizzazione, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (o “body packer”) i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale passando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di droga (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti interessati dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Dopo due anni di indagini, i Carabinieri sono stati in grado di ricostruire tutta la filiera del traffico di stupefacenti: dal fornitore olandese al promotore che in Italia coordinava la distribuzione alla rete di corrieri che trasportavano la droga in ovuli fino ai distributori locali incaricati dello spaccio al dettaglio.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio in codice utilizzato dagli indagati nelle loro comunicazioni: il termine «Top» era riferito alla cocaina, «Spa» all’eroina, «Pantaloncino»alle dosi da 5grammi, mentre «Fogli di caramelle» si riferiva al contante. Il sequestro di quaderni contabili ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un importante giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la «pericolosa professionalità» del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione «Marshall» rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
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