2024-07-28
Fuga di candidati nel centrodestra. In Liguria rimangono solo i «civici»
Dopo Emilia-Romagna e Umbria, la maggioranza è in affanno anche sui nomi per il dopo Toti. Il viceministro Rixi rinuncia alla corsa. E l’ex governatore, uscito dai domiciliari, vedrà i fedelissimi per decidere il da farsi.Il centrodestra potrebbe subire un secco 3-0 alle regionali d’autunno. Se l’Emilia-Romagna è da sempre a sinistra, Liguria e Umbria sarebbero riconquistate dal nuovo campo larghissimo progressista. Un pericolo sino a oggi sottovalutato ma che, dopo le dimissioni di Giovanni Toti e l’annuncio di nuove elezioni, anche a Roma stanno prendendo in considerazione.In Umbria la candidata leghista, Donatella Tesei, sembra in difficoltà e nella maggioranza c’è chi spera in un passo indietro. «Si segni questo sondaggio: vince la candidata di centrosinistra 59 a 41. Se va bene», è il disastroso pronostico di un esponente del centrodestra.La candidatura in Liguria di uno degli uomini forti del Carroccio, Edoardo Rixi, sembrava la scelta in grado di evitare la débcle. Ma il viceministro dei Trasporti, tirato per la giacchetta dagli alleati, si è defilato. Almeno per il momento. Fonti interne a Lega e Fdi sono convinte che a far circolare il nome di Rixi sia stato lo stesso Toti (o persone a lui vicine) e l’obiettivo sarebbe stato quello di liberare per l’ex governatore il collegio uninominale blindato del Ponente (province di Imperia e Savona) in cui è stato eletto il viceministro. Ovviamente dall’inner circle dell’ex giornalista smentiscono tale ricostruzione, ma le voci ci restituiscono l’immagine di un centrodestra non troppo affiatato.Quel che è certo è che Rixi non ha alcuna intenzione di bruciare il proprio nome (è il politico ligure più potente) in un’avventura in cui la sua coalizione parte in salita, considerata la zavorra di una giunta sciolta dopo l’arresto del suo vertice. «Sarebbe una brutta figura anche per il governo», ci confida chi conosce bene l’ambiente leghista, «che ne uscirebbe indebolito».Il centrodestra non è un monolite, come hanno dimostrato le elezioni in Comuni importanti come Savona e Sanremo, persi per l’appoggio ufficiale o non ufficiale di pezzi di maggioranza ai candidati avversari. Un’evenienza sventata per il rotto della cuffia a Rapallo. Dentro al Carroccio di governo hanno anche registrato «le fughe in avanti sul rigassificatore di Vado da parte di Forza Italia», una posizione non certo apprezzata.A Genova, come da tradizione, i mugugni non mancano e c’è chi sostiene che a Roma sarebbe stata sottovalutata la situazione. La dimostrazione? A livello centrale non è stato avviato alcun tavolo per trovare una soluzione e un candidato condiviso per quella che sarà un’elezione simbolica. Intanto il tempo stringe.Alla fine il rischio del fuoco amico, il fardello di un procedimento giudiziario molto mediatico (la campagna elettorale si svolgerà quasi certamente con il vecchio presidente alla sbarra) e un avversario che si presenterà unito da Alleanza verdi e sinistra a Italia viva, hanno convinto Rixi a evitare di correre per la poltrona di governatore. Ma anche altri eventuali nomi eccellenti sarebbero scoraggiati all’idea di mettersi in gioco in queste condizioni. I ben informati ci hanno spiegato che Rixi non avrebbe accettato anche per non finire sotto tutela. Infatti il timore è che il vecchio presidente, uomo dalla personalità debordante, cerchi di suggerire cosa dire e cosa fare a chi correrà per subentrargli.Inoltre in Liguria sono molti gli amministratori di città importanti che hanno chiesto a Rixi di non mollare il suo posto al ministero e la gestione dei fondi del Pnrr visti i gravi problemi infrastrutturali della Regione, a cominciare dalla viabilità. Per esempio, deve essere ancora approvata la riforma delle concessioni autostradali e le code sulle vie a pedaggio sono un’emergenza conclamata nella Regione, che nessuno ha risolto. Ma in Liguria sono in fase di realizzazione alcune grandi opere che necessitano di particolare attenzione da parte del governo centrale: dalla diga foranea del porto di Genova, appena iniziata, al Terzo valico ferroviario che dovrebbe essere inaugurato nel 2026. Ieri Matteo Salvini sui social ha mandato un messaggio di solidarietà all’ex presidente della Regione: «Giovanni Toti, un governatore efficiente, concreto e amato dalla sua gente, una persona perbene. Chi pensa di fermare il cambiamento o di intimorirci usando la «giustizia», ha fatto male i suoi conti». Lo stesso vicepremier, in privato, ha parlato con Rixi e ha condiviso, almeno per il momento, la sua scelta di non lasciare il governo. Il viceministro con le persone a lui più vicine ha parlato di un 5% di possibilità di una sua candidatura, che sarebbe accettata solo per spirito di servizio. Ha sondato gli umori del possibile candidato anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il quale si è sentito ripetere da Rixi quello che è diventato un ragionevole leit-motiv. Visto lo stato dell’arte, l’unica idea condivisa nel centrodestra, al momento, è quella di affidarsi a un candidato civico, su cui scaricare l’eventuale, probabile sconfitta. I nomi che hanno iniziato a circolare sono quelli del rettore dell’università, Federico Delfino, e del presidente del locale Ordine dei medici, Alessandro Bonsignore. O, comunque, qualcuno che sappia «parlare anche agli elettori del centrosinistra», come aveva fatto l’ex governatore il quale, nel 2020, aveva conquistato pure il voto delle coop. Ma adesso il clima sembra decisamente cambiato e un’altra operazione Toti sembra irripetibile.Oggi, in una competizione particolarmente polarizzata, sarà difficile conquistare simpatizzanti dell’altro blocco. Per i suoi vecchi compagni di viaggio, la lista Toti diventerà ciò che Ilaria Salis è stata per la sinistra: raccoglierà un voto molto ideologizzato e anti Procure, ma non attirerà i cittadini più moderati. Magari racimolerà tanti consensi, ma potrebbe allontanarne altrettanti, essendo, come si dice oggi, divisiva. In più, con il centrodestra indebolito, chi con la vecchia giunta non si è sentito sufficientemente coinvolto nel progetto, dalla Camera di commercio all’Associazione industriali, sarebbe già pronto a dare il proprio endorsement ai favoriti. Perché a Genova a contare, più che le ideologie, sono sempre le palanche.Anche dentro a Fratelli d’Italia non c’è l’intenzione di imporre un proprio candidato in una partita tanto complicata, sebbene il coordinatore regionale, Matteo Rosso, secondo fonti ben informate, sarebbe disponibile a trangugiare l’amaro calice.Di certo bisognerà tenere conto di tutti gli umori, coinvolgere le amministrazioni più importanti, a partire da Imperia, dove un vecchio cacicco come Claudio Scajola è stato capace di far perdere al centrodestra Sanremo.A Genova c’è chi pensa di lanciare il nome della coordinatrice della Lista Toti in Liguria, l’ex giornalista Ilaria Cavo che nel 2015, come il suo pigmalione, lasciò Mediaset per tentare la pazza impresa di conquistare la Regione rossa. Ma dentro la maggioranza non tutti concordano sul suo nome, essendo stata per anni l’ombra di Toti. Da tempo è in predicato di passare in Forza Italia, ma l’immagine di totiana di ferro resta.Dentro la vecchia lista del governatore uscente è difficile raccogliere dichiarazioni ufficiali, ma anche ufficiose. Tutti attendono la fine dei domiciliari del Capo, che i suoi fedelissimi prevedono arrivi tra giovedì e venerdì.Quando uscirà si capirà quali siano le intenzioni dell’ex presidente su questioni decisive: dall’appoggio al candidato del centrodestra alla presentazione alle regionali della sua lista. Che, non a caso, ha già cambiato nome la scorsa settimana: da «Cambiamo con Toti presidente» a «Lista Toti Liguria». Via la parola presidente, ma non il riferimento politico.In questi giorni si capirà chi resterà al fianco dell’ex governatore. Per esempio si attendono le mosse dell’assessore alle Infrastrutture, Giacomo Giampedrone, un fedelissimo di Toti, e di Marco Scajola che si vocifera possa diventare coordinatore nel Ponente ligure di Fratelli d’Italia. Prospettiva che non farà certo piacere a Gianni Berrino: infatti questo è l’incarico dell’ex potente assessore.Certo, è il ragionamento dentro alla squadra di Toti, il centrodestra non può fare a meno dei voti del presidente uscente, con cui forse non sta facendo i conti. Gli ultimi sondaggi dicono, infatti, che il 62% dei liguri che lo ha votato sarebbe disposto a ridargli fiducia. E con quei dati in mano c’è chi sostiene che il prossimo candidato civico non potrà non essere gradito all’ex anchorman.Negli altri partiti mettono in dubbio il valore dei sondaggi, ma sanno benissimo che l’ex governatore sarà un ingombrante compagno di viaggio nella prossima competizione elettorale. Che si annuncia decisamente in salita.
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