2024-07-12
Frizioni governo-Stellantis. Poi inizia lo spot
Ieri evento per festeggiare i 125 anni della Fiat. Urso lancia qualche frecciata e, in un incontro privato con Carlos Tavares, mette sul tavolo i temi caldi, dalla gigafactory alla Cig. Celebrazioni con la sfilata di nuove vetture, comprese quelle fatte in Serbia.«Smiling to the future». Sorridendo al futuro. È lo slogan scelto da Stellantis per l’evento che ieri al Lingotto ha festeggiato i 125 anni della Fiat, fondata l’11 luglio 1899 come Società anonima fabbrica italiana di automobili Torino. I circa 10.000 dipendenti che dal 2021 hanno perso il posto di lavoro negli stabilimenti italiani del gruppo nato dalla fusione tra Fca e l’Psa non hanno più molto da sorridere e qualcuno ieri, in platea, ha fatto gli scongiuri quando l’ad Carlos Tavares ha detto di non avere dubbi che «i successi saranno ancora molti» e che «Fiat sopravviverà a tutti noi». Poco prima dal palco aveva parlato il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso. Lanciando, nel suo intervento, qualche frecciata. «La Fiat era ed è Torino. Vogliamo che resti a Torino. Non ci rassegniamo che diventi un museo industriale», ha detto. Citando poi la presenza delle fabbriche, da Termini Imerese a Cassino, da Melfi a Pomigliano, e quel modello industriale di filiera che «va oggi assolutamente preservato. Non è l’anomalia ma la forza del Sistema Italia tanto più nella nuova epoca in cui la globalizzazione si riarticola in continenti produttivi». Poi ha sottolineato come la Fiat abbia «trovato enorme giovamento dall’essere identificata con l’Italia. Anche oggi Stellantis, giustamente, evoca il made in Italy nei suoi prodotti, sin dalla loro denominazione, perché è pienamente consapevole di cosa significhi nel mercato globale, evocare lo stile e il lavoro italiano». Di qui l’appello a «ritrovare la necessaria coesione e responsabilità sociale per consentire che questa storia continui anche con Stellantis». Il ministro ha detto di aver consegnato a Tavares l’articolo 1 della Costituzione «che recita che la Repubblica italiana è fondata sul lavoro. Non sul profitto. Legittimo, ma non a ogni costo». E poi ha citato anche l’articolo 42 («L’impresa è un’attività sociale) perché «l’impresa che ha fondato l’industria italiana deve allora assumersi la responsabilità sociale di rilancio dell’auto in Italia. Nel rispetto del lavoro, del sacrificio di intere generazioni, di quello che la Fiat ha dato all’Italia e di quello che l’Italia ha dato alla Fiat». Subito dopo è salito sul palco Tavares, parlando in inglese, e partendo col sottolineare di essere felice di essere al Lingotto «come lo ero di essere alla Opel qualche settimana fa» per i 125 anni del marchio tedesco, «celebrato con il cancelliere Scholz» (un riferimento all’assenza di Giorgia Meloni? Chissà...). Il manager portoghese ha detto che «Mirafiori è il cuore pulsante di Stellantis e di questo Paese. Il progetto per Mirafiori rappresenta un impegno per l’Italia. Rappresenta la volontà di continuare a investire in Italia». E poi ha aggiunto: «Dovremmo essere tutti convinti che la competizione mondiale si sta intensificando. Dobbiamo far fronte a questa evidenza. Lo status quo non è un’opzione. Se non ci adattiamo scompariremo». Ieri, a margine dell’evento, c’è stato un incontro fra i due durante il quale Urso ha messo in fila i nodi da sciogliere per arrivare a un eventuale accordo: la gigafactory a Termoli, la cassa integrazione e la tutela indotto. Tavares avrebbe preso appunti e ora dovrà rispondere a stretto giro.Intanto, all’evento è partito lo spot. Prima la vecchia 500 e la vecchia Panda fatte sfilare, con l’ad di Fiat, Olivier Francois, che per ben due volte sottolinea la «puzza» dei motori termici. Poi la 500 ibrida con lo skyline di Torino, la nuova 600 Abarth elettrica, e la 500 elettrica a edizione limitata firmata da Giorgio Armani. E poi il debutto ufficiale della nuova Grande Panda, ispirata al modello degli anni Ottanta, che sarà sia elettrica sia ibrida. Dove verrà prodotta? Nello stabilimento Stellantis in Serbia.Resta la nostalgia, restano le citazioni dell’Avvocato, evocato anche dal nipote oggi presidente sia di Stellantis sia di Ferrari, John Elkann: «Mio nonno diede avvio a un programma che avrebbe portato alla costruzione del Lingotto che serviva per fronteggiare la concorrenza interna ed estera permettendo la riduzione dei prezzi, suona come quello che stiamo affrontando oggi» e «già negli anni Venti due terzi fatturato era realizzato fuori dall’Italia». Elkann ha poi ricordato come «l’attenzione per le persone e le comunità» sia sempre stata «fondamentale nella nostra storia» citando anche le colonie Fiat «che hanno permesso a migliaia di bambini di conoscere il nostro mare e le nostre montagne». Insomma, il gruppo degli Agnelli ha fatto tante cose buone. Però ha attraversato anche «crisi, guerre, calamità naturali». E anche per il nipote dell’Avvocato, «questi ultimi 25 anni sono stati duri»; «Ho e abbiamo avuto anche paura di non farcela, ma non abbiamo mai smesso di lavorare, di cercare soluzioni, di credere nel nostro futuro e di difendere con tenacia quello che abbiamo costruito». Nel frattempo, negli ultimi nove anni, tra cassa integrazione, agevolazioni per assunzioni e contratti di espansione, agli italiani la Fiat è costata 887 milioni. Del resto, come diceva Gianni Agnelli, la fabbrica è la nazione. No?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.