2022-11-24
Frenata sul Trattato del Quirinale. Urso sottolinea anche «criticità»
Incontro con il ministro francese Bruno Le Maire: «Partiranno subito i tavoli bilaterali».«Abbiamo avuto un lungo, cordiale e nel contempo franco e concreto colloquio con il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire, che proprio sulla base del Trattato del Quirinale si è concluso con la decisione di dare avvio da subito a quei tavoli bilaterali che ci possono consentire di individuare criticità e opportunità comuni». Ha risposto così, ieri, il ministro per le Imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, rispondendo a chi chiedeva come fossero i rapporti con la Francia dopo il caso Ocean Viking a margine della ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) a Parigi. Con il collega francese, ha proseguito Urso, «abbiamo parlato dei grandi dossier europei, a cominciare dall’emergenza energetica su cui l’Italia e la Francia si trovano sulla stessa posizione comune, per quello che riguarda le decisione che ci attendiamo dall’Unione europea». Al centro del confronto, insomma, quei temi «su cui si misura la nostra partnership, quindi automotive, energia, siderurgia, i dossier del made in Italy e del lusso, nella consapevolezza che nella partnership industriale è il futuro dell’Europa». Con la Francia e Germania, ha poi aggiunto il ministro, «siamo d’accordo sull’importanza della collaborazione trilaterale che l’industria italiana ha sviluppato nel tempo che sarà valorizzata nel meeting del prossimo 2 dicembre».Anche nella nota del ministero si sottolinea il «clima di grande collaborazione» e la «visione comune sui principali temi anche per quanto riguarda la politica europea per fronteggiare l’emergenza». Aggiungendo che «si è deciso di dar seguito ai gruppi di lavoro tematici, già previsti dal Trattato del Quirinale affinché si possano individuare le criticità e le opportunità per le valutazioni delle autorità politiche». Significa che le relazioni si sono ricucite? Dai toni usati nel comunicato e dallo stesso Urso sembra che dopo lo scontro sull’Ocean Viking si sia aperto un tema Italia con il governo Meloni che intende difendere gli interessi del Paese. Come ha scritto ieri La Verità, i titolari europei delle deleghe allo Spazio si sono riuniti all’ombra della Torre Eiffel per decidere come e dove spalmare i 18,5 miliardi di investimenti nel comparto. Di questi circa 4 saranno in capo al nostro Paese. La Francia esce scornata dalla precedente ministeriale quando la Germania si mise al primo posto per gli investimenti. Ma era il 2019. Adesso Parigi è pronta a sfruttare il momento di crisi di Olaf Scholz per occupare il podio. In tutto questo, l’Italia intende dunque dire la sua. Sul fronte del comparto spaziale, «per noi è andata bene rispetto alle previsioni, anzi molto bene, stamattina mi sono confrontato con il ministro Le Maire, che ha anche la delega allo Spazio, e con lui abbiamo raggiunto un’intesa significativa non solo sulle risorse da mettere sull’Esa per il programma triennale, ma anche su un’intesa di natura più politica sui lanciatori con Germania e Francia», ha spiegato Urso parlando della conferenza ministeriale Esa, «Sullo spazio si misura la capacità europea di raggiungere un’autonomia strategica rispetto a quanto stanno facendo Usa e Cina, che stanno avanti perché hanno più risorse rispetto all’Europa. Se lavoriamo insieme possiamo raggiungere gli obiettivi», ha aggiunto. Nel frattempo, due astronauti italiani - Anthea Comellini e Andrea Patassa - entrano a far parte della squadra dell’Agenzia spaziale europea in qualità di «membro della riserva».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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