2025-04-01
Parigi mette l’elmetto pure alle Borse. Esg ora è «sicurezza energia e geopolitica»
Stéphane Boujnah (Imagoeconomica)
L’ad francese dei listini europei Stéphane Boujnah: «Bisogna creare indici ad hoc per far quotare i gruppi della Difesa. Le priorità sono cambiate».Non passa giorno senza che qualche nuovo particolare vada ad arricchire il già corposo pacchetto di guerra francese. Dell’idea di spostare i risparmi dei cittadini verso obbligazioni che hanno lo scopo di finanziare le aziende della difesa (il gran sostenitore è il ministro dell’Economia Éric Lombard) abbiamo dato notizia qualche numero fa. Così come abbiamo evidenziato che le uniche certezze di quei bond sono che dovrebbero arrivare sul mercato nella seconda metà dell’anno, che gli investimenti non potranno essere toccati per almeno cinque anni e che non avranno alcun rendimento garantito. Bell’affare. Lombard ha fatto capire che sarebbe stato solo il primo passo e che molto probabilmente in futuro si cercherà di coinvolgere anche le risorse dei fondi pensione e delle assicurazioni nel programma di «protezione della patria». Basta? Certo che no, così ieri è toccato a un altro manager francese di lungo corso proporre un nuovo salto di qualità. Stéphane Boujnah è l’amministratore Delegato di Euronext, il principale mercato finanziario dell’Eurozona, dal novembre del 2015. Guida in buona sostanza i listini di Parigi, Milano, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona, Oslo e Dublino. Non si tratta di una controllata dell’onnipresente Stato transalpino, ma non è un mistero per nessuno che Parigi abbia una discreta influenza sulle sue decisioni. La sede operativa si trova nella capitale francese, nel quartiere finanziario della Défense, la Borsa parigina rappresenta il mercato più grande e liquido del gruppo e come detto, da anni l’ad è d’oltralpe. Stéphane Boujnah ha il classico profilo del dirigente di Stato francese. Ha frequentato l’École Nationale d’Administration (Ena), ha collaborato con il governo, soprattutto con l’ex ministro dell’Economia Dominique Strauss-Kahn, e poi ha fatto una trafila importante anche nel privato sia in Rothschild & Cie, sia in Santander.Certo, va ricordato che l’azionariato di Euronext è molto composito (la nostra Cdp ha una quota rilevante), ma difficilmente le decisioni della società dei listini Ue danno dei dispiaceri all’Eliseo. Tant’è che non sono passate inosservate le parole pronunciate dall’ad in un’intervista rilasciata alla Stampa. Intervista tutta tesa a rassicurare il governo Meloni sull’importanza che ha la piazza milanese nelle strategie del gruppo, viste le recenti critiche.Questo il cuore delle risposte di Boujnah, ma se è vero che il diavolo si nasconde nei dettagli, a nessuno sarà sfuggita l’enfasi che l’ex Rothschild ha posto sul tema della difesa. «Il settore della difesa», ha evidenziato, «è particolare perché include poche società quotate, che svolgono un ruolo determinante. Questi gruppi forniscono programmi di cooperazione e creano joint venture, ma danno anche molto lavoro a un indotto composto da aziende che non sono in Borsa. In questo quadro Euronext può facilitare il finanziamento delle nuove capacità industriali con maggiori investimenti e con la creazione di nuovi indici che permettono di attirare una quantità maggiore dei risparmi e dei finanziamenti istituzionali. Le aziende della difesa devono avere maggiore visibilità». Dove vuol arrivare il manager? La prende alla lontana, ma la traduzione è chiara: in Borsa ci sono solo le big della difesa, che per la Francia sono tante, per l’Italia un po’ meno, ma in compenso c’è una miriade di piccole medie imprese dell’indotto che va incentivata e spinta alla Borsa, magari con la creazione di indici ad hoc. Perché le priorità stanno cambiando. Quindi continua. «Bisognerebbe passare dall’attuale Esg (che sta per attenzione per l’ambiente, il sociale e la governance (i meccanismi di governo di una società ndr) a energia, sicurezza, geostrategia. Perché non si possono sviluppare le capacità industriali di questi grandi settori se non si applica un cambiamento radicale che consiste nel concepire la difesa come un settore fondamentale per garantire le nostre libertà». Come a dire, contrordine compagni, fino a oggi abbiamo scherzato. Vi avevamo detto che la cura dell’ambiente, il rispetto di cioè che è socialmente corretto e delle regole di buon governo di un’azienda sono fondamentali, ma non è più così. Dimenticatevi dei vecchi indici e dei vecchi parametri Esg, qui c’è da difendere la patria costi quel che costi. Noi l’acronimo non lo cambiamo, per rendervi la vita più semplice resta lo stesso. Si modifica però drasticamente il contenuto. Al posto di ambiente c’è l’energia e se pure le fonti sono un po’ più sporche e magari ci fanno correre qualche rischio in più, a questo giro ci passiamo pure passar sopra. Più che la governance ora contano le strategie geopolitiche e cosa volete che ce ne importi del sociale, la nuova emergenza si chiama sicurezza e se non vedete i carri armati russi all’orizzonte il problema è vostro, così come era una vostra allucinazione non vedere l’imminente tragedia ambientale.
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