2023-02-07
Francesco Rocca: «Taglierò i tempi d’attesa della sanità. Pendolari e aziende chiedono strade»
Francesco Rocca (Imagoeconomica)
Il candidato del centrodestra nel Lazio: «Pronto soccorso e ospedali vanno risollevati, digitalizzando. Roma investa nella raccolta differenziata di rifiuti. Il Giubileo del 2025? Ritardi a causa della sciatteria di Nicola Zingaretti».«Abbiamo scelto un’eccellenza italiana, conosciuta nel mondo». Così il premier Giorgia Meloni ha definito il «suo» candidato di centrodestra, più tecnico che civico, ma pur sempre un uomo di area che da giovanissimo ha militato nel Fronte della gioventù, Francesco Rocca, presidente della Federazione internazionale delle società di Croce rossa e Mezzaluna rossa ed ex presidente della Croce rossa italiana.Rocca, è questa l’idea forte della sua candidatura per le elezioni del Lazio di domenica e lunedì prossimi? «Credo di essere stato scelto per la mia esperienza nazionale e internazionale nel governare situazioni complesse vissute in Italia ma anche all’estero. Poi c’è la mia capacità gestionale e umanitaria nella sanità pubblica e nel comparto sanitario in generale, anche per il mio ruolo nella Croce rossa che, vorrei ricordare, è un’organizzazione che non si occupa solo di ambulanze o di sanità ma tocca fragilità diffuse e complesse soprattutto in territori complessi».Dopo 10 anni di governo Zingaretti, che Regione troverà? «Sicuramente una Regione ferma, con territori che lanciano grida di dolore. Se noi a Roma ci sentiamo cittadini di serie B, nelle altre città della Regione si giocano altri campionati, si sentono cittadini di serie C, D… Inoltre, troviamo una forte incognita finanziaria: dobbiamo, infatti, vedere il vaglio della Ragioneria dello Stato al di là del piano economico. Faremo una grande discovery e torneremo a programmare. Abbiamo l’ambizione di essere misurabili, di far conoscere il punto di partenza e far vedere dove arriveremo tra 5 anni e poi avere il consenso per altri 5 anni. Ovviamente le priorità sono già chiare: sanità, la sfida immediata è ridurre le attese nei Pronto soccorso e la viabilità infrastrutturale per dare risposte a pendolari e imprese».Eppure il suo avversario di centrosinistra, Alessio D’Amato, si vanta dei successi in sanità a partire dalla gestione della pandemia «È l’unica cosa di cui vantarsi ma è come se io mi vantassi di quello che ha fatto la Croce rossa nel mondo. Lui fa il fenomeno del Covid quando c’era l’intero sistema che si è mosso e ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. Vorrei ricordare che nel Lazio ci sono cinque policlinici universitari con un’alta presenza di specializzandi e medici, che si sono messi a disposizione. A Roma ci sono il policlinico militare del Celio, la sanità dei vigili del fuoco e di tutte le altre forze dello Stato, un numero di personale superiore alla media delle altre Regioni che ha reso possibile uno sforzo corale che ha dotato la struttura laziale di risorse ed energie inesistenti altrove. Anche l’organizzazione che ho presieduto ha gestito quattro hub vaccinali tra i più importanti della città, effettuando 2 milioni di vaccinazioni».Oltre il Covid c’è di più, verrebbe da dire «Ci sono i Pronto soccorso. Hanno lasciato i nostri cittadini senza dignità, con tempi di attesa più alti d’Italia: 3, 4, 5 giorni in barella, con pochissimo personale che fa ciò che può. Avvieremo la digitalizzazione e la messa in rete dei dati per le liste di attesa che ora vanno da 14 a 16 mesi e per la vera integrazione tra pubblico e privato, perché oggi abbiamo strutture private accreditate che non sono in linea e si gestiscono in totale autonomia, senza controllo. Basti pensare che, nel Lazio, si usa ancora il fax per trovare posti letto. Con la digitalizzazione si potrà vedere e governare ricoveri e assistenza. Del resto, nel Lazio siamo passati da 3,1 a 2,45 posti letto ogni 1000 abitanti, una delle medie più basse. Siamo passati da 72 ospedali a 56. Con Francesco Storace governatore gli ospedali si aprivano, loro hanno pensato solo a chiuderli».Problema rifiuti: come lo affronterà a parte il termovalorizzatore che ha fatto litigare Pd e M5s? «Sul termovalorizzatore, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, si dovrà palesare e uscire dal palazzo per andare dai cittadini e spiegare loro cosa vuole fare. È un sindaco desaparecido che non ascolta la cittadinanza. Lo aiuterò, invece, sulla differenziata affinché investa su questa strada, l’unica in grado di creare l’economia circolare».Infrastrutture: dopo le chiacchiere di Zingaretti, riuscirà a realizzare il raddoppio della Pontina? «Certo, la viabilità regionale è mortificata. Serve un’accelerazione perché è una sfida, come la sanità, per ridare dignità ai pendolari ma anche una spinta all’economia, dotando le imprese di sbocchi adeguati come la Civitavecchia-Orte, che contribuirebbe a far diventare Civitavecchia il porto commerciale più importante d’Europa, ma anche il raddoppio della Cassia. Poi la ferrovia Roma-Viterbo, che va ancora su monorotaia, Rieti è senza collegamento ferroviario. Sulla Roma-Lido i pendolari soffrono come sardine ogni giorno».Immigrazione nel Lazio, ha qualche idea in proposito? «Per il contrasto allo sfruttamento e al mercato nero ci sarà un totale impegno, anche per evitare sacche di tensione in alcuni territori. Massima disponibilità a lavorare insieme a enti e sindacati, soprattutto dell’agricoltura. Ma chi sfrutta va colpito e sanzionato, non solo perché è un concorrente sleale verso gli imprenditori corretti, ma provoca un disagio sociale che mette in crisi anche la pubblica sicurezza».È partito il percorso dell’autonomia differenziata di Calderoli. Come si porrà il Lazio? Quali materie ritiene di poter trasferire? «Certamente le infrastrutture. L’autonomia è un tema delicato ma è importante e aiuta che la filiera sia corta e che ci sia il minor scarico di responsabilità, perché i cittadini vogliono risposte chiare e certe. Mi lasci dire, però, che gli attacchi all’autonomia da parte della sinistra sono demagogici: abbiamo la delibera firmata da Zingaretti, poco prima che diventasse segretario del Pd, con cui chiedeva l’autonomia differenziata. Una delibera di giunta del 2018, approvata da Pd e M5s, che chiedeva il regionalismo differenziato basandosi sulla spesa storica. Gli attacchi al giusto avvio dell’iter dell’autonomia legata ad una verifica stringente dei costi standard evidenziano una ideologizzazione insopportabile. Ci vuole un cambiamento di paradigma nella politica: va bene dividersi sui temi etici ma dividersi per partito preso non fa progredire il Paese».Servono poteri speciali per la Capitale? «Sì, Roma ha bisogno di poteri speciali, so che il governo vuole metterci mano, ma io sosterrò con massima lealtà il sindaco della Capitale».All’orizzonte ci sono grandi eventi per Roma: dal Giubileo nel 2025 alla candidatura per l’Expo 2030: come pensa di gestirli? «Bisogna lavorare pancia a terra. Sul Giubileo, dopo 10 di governo Pd alla Regione, arriviamo in ritardo eppure la data era certa. È uno degli esempi di sciatteria a cui Zingaretti ci ha abituato».Nel Lazio, oltre Roma, ci sono altre quattro Province: riuscirà a rendere la sua amministrazione meno romanocentrica? «Deve essere così, oggi guardo le Province con occhi nuovi e mi rendo conto che non c’è solo turismo, ma anche il dramma del pendolarismo, la depressione economica, la carenza di strutture sanitarie. Pensi che nell’80% degli interventi chirurgici per tumore, per 16 tipologie si opera a Roma, e solo il 7% negli ospedali dei capoluoghi. Bisogna creare eccellenza sul territorio per eliminare abbandono e trascuratezza. Anche grazie alla rete viaria che darebbe un grande impulso ai flussi turistici che oltre Roma non vanno. Sempre per valorizzare il nostro territorio, ripristinerò l’assessorato alla Cultura, cancellato vergognosamente da Zingaretti».Non sono mancati attacchi in questa campagna elettorale per la gestione della Cri, per la casa di proprietà, per una condanna per droga: ritiene di aver chiarito tutto e pensa che gli elettori capiscano la strumentalizzazione? «Gli elettori non accecati da ideologia capiscono. Per la Cri parla la Corte dei conti: costava 210 milioni, oggi costa 60. Sulla casa, è stato fatto tutto online con grande trasparenza. Sulla droga parla la mia storia di riscatto, fino ad arrivare ad un seggio alle Nazioni unite: non mi piace vantarmi ma neanche farmi schiacciare sui 19 anni».