Sino al 25 settembre 2022, in occasione dei suoi 80 anni, Milano rende omaggio a Oliviero Toscani. Più di 800 gli scatti in mostra a Palazzo Reale, da quelli più iconici e conosciuti a quelli meno noti.
Sino al 25 settembre 2022, in occasione dei suoi 80 anni, Milano rende omaggio a Oliviero Toscani. Più di 800 gli scatti in mostra a Palazzo Reale, da quelli più iconici e conosciuti a quelli meno noti.Provocatorio, esagerato, irriverente, trasgressivo, controcorrente, carismatico. Oliviero Toscani è così. O tutto o niente. O lo ami o lo detesti. Ma sicuramente non lo dimentichi...Una suora che bacia un sacerdote, il corpo scheletrico di una giovane donna dagli occhi troppo grandi, paffuti bambini bianchi e neri che si abbracciano teneramente, «chi mi ama mi segua» stampato su short mozzafiato, i profili sorridenti di un arabo e di un palestinese… Mi fermo qui, ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito, perchè infinite sono le immagini «by Oliviero Toscani» entrate oramai nell’immaginario collettivo. Immagini uniche, un marchio di fabbrica più riconoscibile del brand (o meglio, del «non brand») che pubblicizzano. E sul rapporto fra Toscani e la pubblicità si potrebbe aprire un dibattito: quest'uomo è un pubblicitario (come molta parte di pubblico e di critica lo definisce) che usa la fotografia per fini commerciali o è un artista - e più precisamente un fotografo – che ha scelto la comunicazione pubblicitaria come mezzo, convinto che è nella massima diffusione che si manifesta l’efficacia di un messaggio? La risposta è (o potrebbe essere) racchiusa nel titolo della mostra che Milano dedica a questo suo concittadino: «Oliviero Toscani. Professione fotografo». I suoi scatti, così forti, trasgressivi, accesi, vanno oltre il visibile. E parlano. Parlano di pace e fratellanza, di anoressia e AIDS, di apartheid e pena di morte, di femminicidi e di politica, di randagismo e sicurezza stradale. Il messaggio pubblicitario, che pure c’è nonostante la mancanza di qualsiasi logo commerciale (perché da sempre la caratteristica di Toscani è quella di usare il mezzo pubblicitario senza mostrare il prodotto), passa davvero in secondo piano.Nelle sale di Palazzo Reale, le pareti tappezzate di cartelloni come fossero per strada, più di 800 immagini offrono la sintesi completa del lavoro di Toscani, dai primi anni Sessanta a oggi: senza sezioni né ordine cronologico, sotto gli occhi dei visitatori scorrono manifesti famosi come i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996 o il No-Anorexia del 2007, le immagini realizzate per la moda (da Donna Jordan a Claudia Schiffer, fino a quelle di Monica Bellucci), i ritratti dei più grandi protagonisti della musica e della cultura dagli anni Settanta in poi: Mick Jagger e Lou Reed, Carmelo Bene e Federico Fellini, Andy Warhol e altri mostri sacri, oramai entrati nella sfera del mito. E poi, ancora, lo straordinario progetto Razza Umana, con il quale Oliviero Toscani ha girato centinaia di piazze in tutto il mondo per fotografare chiunque lo desiderasse, dando vita al più grande archivio fotografico esistente sulle differenze morfologiche e sociali dell’umanità, ricco di oltre 10.000 ritratti.Degno coronamento dell’iniziativa del 28 febbraio 2022 - giorno in cui Toscani ha compiuto 80 anni e Milano gli ha dedicato un evento temporaneo, ossia una mostra diffusa per la città lunga solo 24 ore - l'esposizione a Palazzo Reale, curata da Nicolas Ballario.
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Dal 2000 le quotazioni fondiarie valgono oltre il 20% in meno, depurate dall’inflazione. Pac più magra, Green deal e frontiere aperte hanno fatto sparire 1,2 milioni di aziende.
Bill Emmott (Ansa)
Giannini su «Rep» favoleggia di un mondo parallelo di complotti neri, mentre sulla «Stampa» Emmott minimizza il video manipolato di The Donald. Quando giova ai loro obiettivi, indulgono su bavagli e odio.
S’avanza la Cosa Nera. Un orrore primordiale simile all’It evocato da Stephen King, entità oscura che stringe la città di Derry nelle sue maligne grinfie. Allo stesso modo agiscono le «tenebre della destra mondiale» descritte ieri su Repubblica da Massimo Giannini, che si è preso una vacanza dal giornalismo per dedicarsi alla narrativa horror. E ci è riuscito molto bene, sceneggiando una nuova serie televisiva: dopo Stranger Things ecco Populist Things. Una narrazione ambientata in un mondo parallelo e totalmente immaginario in cui «populisti e estremisti deridono le istituzioni democratiche, avvelenano i nostri dibattiti, traggono profitto dalla paura». Un universo alternativo e contorto in cui «gli autocrati possono spacciare le loro verità alternative a community scientemente addestrate a un analfabetismo funzionale coerente con lo spirito del tempo».
Maurizio Landini (Ansa)
- Aumentano gli scontenti dopo il divorzio dalla Uil. Ma il leader insiste sulla linea movimentista e anti Meloni In vista di elezioni e referendum è pronto a imporre il fedelissimo Gesmundo come segretario organizzativo.
- Proteste contro l’emendamento che chiede di comunicare 7 giorni prima l’adesione.
Lo speciale contiene due articoli.
Da mesi, chi segue da vicino le vicende del sindacato e della politica economica del Paese si pone una domanda, se vogliamo banale: ma è possibile che di fronte alla trasformazione della Cgil in una sorta di movimento d’opposizione al governo, ai continui no rispetto a qualsiasi accordo o contratto di lavoro che possa coinvolgere la Meloni e a cospetto di un isolamento sempre più profondo, non ci sia nessuno che dall’interno critichi o comunque ponga qualche domanda a Maurizio Landini?
2025-11-16
Borghi: «Tassare le banche? Sostenibile e utile. Pur con i conti a posto l’Ue non ci premierà»
Claudio Borghi (Ansa)
Il senatore della Lega: «Legge di bilancio da modificare in Aula, servono più denari per la sicurezza. E bisogna uscire dal Mes».
«Due punti in più di Irap sulle banche? È un prelievo sostenibilissimo e utile a creare risorse da destinare alla sicurezza. Le pensioni? È passato inosservato un emendamento che diminuisce di un mese l’età pensionabile invece di aumentarla. La rottamazione? Alla fine, anche gli alleati si sono accodati». Claudio Borghi, capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato e relatore alla legge di bilancio, sciorina a raffica gli emendamenti di «bandiera» del suo partito con una premessa: «Indicano una intenzione politica che va, poi, approfondita». E aggiunge: «Certo, la manovra avrebbe potuto essere più sfidante ma il premier Giorgia Meloni non ha fatto mistero di volerci presentare nella Ue come i primi della classe, come coloro che anticipano il traguardo di un deficit sotto il 3% del Pil. Io, però, temo che alla fine non ci daranno alcun premio, anche perché, ad esempio, la Bce ha già premiato la Francia che ha un deficit superiore al nostro. Quindi, attenti a non farsi illusioni».







