2021-09-24
La prof femminista che insegna in inglese e che si commosse prima di spremerci
Elsa Fornero si fece conoscere con le sue lacrime in diretta. Ma a piangere per le scelte furono pensionati e lavoratori.Proponiamo qui un estratto del nuovo libro di Giancarlo Perna, Facce da casta 2, in edicola a 7,90 euro solo con La Verità e Panorama. Come il precedente volume, si tratta di una galleria di ritratti di politici, intellettuali e giornalisti. L'estratto qui riportato è riferito a Elsa Fornero, ministro del Lavoro del governo Monti. L'articolo originale risale al dicembre 2011.In generale, il breve singhiozzo del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha avuto un successo strepitoso. Gli italiani hanno gradito essere compatiti da chi li bastonava. Un ritorno all'infanzia quando mamma ci metteva in punizione col ciglio umido mormorando: «Lo fo pel' tuo bene, piccino mio». Sui giornali ci si rallegra che anche i ministri abbiano un'anima e un sito proclama Fornero «la ministra più bella del mondo», in senso figurato e spirituale. Agli osanna non si è sottratto il presidente Giorgio Napolitano che, mentre si compiaceva alla presenza della stessa Fornero per la «tensione morale» dimostrata dal governo di Mario Monti - con evidente allusione al singulto a lei sfuggito -, ha avuto a sua volta un tremito della voce. Si è temuto il peggio perché un cedimento del capo dello Stato avrebbe rischiato di annegare la Repubblica nel brodo di giuggiole. Napolitano si è invece fermato sul crinale senza precipitare nel sentimentalismo italico, rafforzandoci nell'idea che i nostri attuali dirigenti - presidente e governo tecnico (si parla dell'esecutivo Monti, ndr) - sono dolci d'animo quanto spietati nell'azione e che continueranno a randellarci scusandosi di farlo. Chi conosce Elsa Fornero non si meraviglia se cede alle emozioni, tanto è forte lo scrupolo con cui fa le cose. È donna di forti e meditate convinzioni pronta a battersi per imporle. Questo è un tratto delle femmine politiche piemontesi e lei è di San Carlo Canavese, terra cantata da Guido Gozzano (ecco il sentimentalismo). Corregionali altrettanto toste, sono la radicale Emma Bonino che da cinquant'anni tiene testa a quel tarlo di Marco Pannella e la pd, Livia Turco, che quanto a pianti -d'ansia, odio, tripudio - è da lustri l'inarrivato numero uno. A parte l'attuale parentesi come ministro, Elsa è uno stimato docente di Economia nell'Ateneo di Torino dove insegna in lingua inglese. Questo vezzo mondialista è il suo segno distintivo. La specializzazione è egualmente assai attuale nel nostro mondo invecchiato: pensioni e annessi. La sua competenza è indiscussa e questo spiega la chiamata al governo. Sempre di pensioni si occupa come direttore del Cerp (acronimo inglese per un centro di ricerca sul Welfare) e di pensioni scrive sul Sole 24 ore. Di pensioni si è occupata pure come consulente del ministero del Lavoro con i governi di centrodestra (da lei mai votati), con Roberto Maroni e con Maurizio Sacconi. È, insomma, pane e pensione, passione assorbita dal suo maestro ed esimio cattedratico, Onorato Castellino, che stese su di lei l'ala baronale. Infine, è vicepresidente della Sorveglianza del banco Intesa-San Paolo. Stesso Istituto di provenienza dell'attuale ministro allo Sviluppo, Corrado Passera, per cui è nato un sospetto sull'eccesso di banchieri dell'attuale gabinetto. Cosa finita lì, perché il Quirinale detesta illazioni sul governo Monti e ai politici, squalificati come sono, tocca stare zitti e mosca. Oltre al bendidio di incarichi conquistato con le proprie forze, la ministra è anche consorte dell'economista Mario Deaglio, professore a sua vota, editorialista della Stampa e direttore del Sole 24 ore, all'epoca della presidenza confindustriale di Vittorio Merloni (primi '80). Deaglio è un signore della Torino bene, salottiera e liberal, antiberlusconiano perso, amico di Mario Monti e amante in genere della sinistra, ma tecnocratica. I coniugi Deaglio - fino a ieri, in città, Elsa era principalmente la moglie del marito - furono nei primi anni '90 tra i promotori di Alleanza per Torino, movimento progressista che impose come sindaco Valentino Castellani, uno del gruppo deagliesco e docente pure lui. Elsa divenne consigliere comunale e quello fu il debutto in politica. Il suo carattere emerse per intero nell'aula consiliare. Pignola da matti, non le andava bene nulla. Parlava col tono «guarda, caro, adesso ti dico come si fa». Con voce ferma triturava il malcapitato. Ne fece spesso le spese il sindaco, amico suo, e furono sull'orlo della rottura. Mandò al manicomio un povero assessore ai cimiteri che aveva preso di punta. In un'occasione extra politica, prese di petto anche Franco Debenedetti - fratello del più noto ingegner Carlo De Benedetti, patron di Espresso-Repubblicauno del suo giro stretto, lasciando stupefatto l'entourage. Insomma, Fornero non conosce giri di parole e ignora la diplomazia. Se ne fosse a capo, dovremmo raddoppiare gli armamenti. Già tendenzialmente guerresca, ha un di più di aggressività dovuta alla fede femminista. Perciò, le hanno dato anche il ministero delle Pari opportunità. Proprio un paio d'ore prima di commuoversi, ha fatto un liscio e busso a una delegazione di giovani andati a trovarla perché erano tutti maschi. «Così, non si va da nessuna parte», li ha apostrofati. Se invece vogliamo il vento in poppa -è il succo del rabbuffo - largo alle donne. Piccola e graziosa, la dietista delle nostre pensioni, è una vera self-lady della nostra virtuosa provincia. Figlia di Donato, operaio in un deposito militare, si alzava all'alba nel Canavese per raggiungere Torino e frequentare ragioneria. Altre alzatacce collezionò per recarsi all'Università. Incontrò presto (non nel senso dell'alba) il futuro marito, e già con la fissa dell'inglese, soggiornarono in Inghilterra. Perfezionò la lingua, convolò a nozze, salì di rango, ebbe due figli, è tre volte nonna. Ora, si spoglia di tante dolcezze e cava il sangue ai vecchietti. Per forza, piange.
Volodymyr Zelensky (Ansa)