2019-10-16
Francesco Boccia: «Fontana collabori come fa Zaia e porteremo a casa l’autonomia»
Il ministro dem per gli Affari regionali: «La diffidenza e la propaganda non aiutano, ma avremo una legge quadro entro l'anno. Italia viva? Al momento non esiste. E comunque fuori dalla sinistra c'è solo la destra».Ministro Boccia, dopo il suo incontro a Milano con il sindaco Beppe Sala, il governatore lombardo, Attilio Fontana, ha chiosato: «Ecco l'ennesimo tentativo di dilazionare i tempi sull'autonomia differenziata delle Regioni». Confessi: lei sta ciurlando nel manico?«Si riferisce all'annuncio che nella riforma dovranno rientrare anche le città metropolitane?».Esatto. «I leghisti hanno avuto a disposizione 15 mesi e ora vorrebbero tutto in 15 giorni? La diffidenza quotidiana che riserva a me e all'intero governo il presidente Fontana non mi farà perdere la fiducia che ho nei suoi confronti e nel lavoro straordinario che stiamo facendo. L'ho promesso: entro l'anno ci sarà una legge quadro, subordinata naturalmente all'ok del Parlamento, che terrà insieme il Paese e accelererà l'autonomia differenziata, e così sarà. Invece, verso il governo precedente, con la Lega responsabile del progetto di autonomia, Fontana non nutriva alcuna diffidenza ed è andata male. Credo invece si possano bruciare le tappe, per arrivare a un testo in una cornice condivisa tra Nord e Sud, che non abbandoni al loro destino gli ultimi, tenendo conto delle disomogeneità che ci sono per esempio nello stesso Nord». Mi sfugge il riferimento.«Anche lì ci sono aree in ritardo di sviluppo. Dalle aree interne lombarde, alle aree di montagna o a quelle di maggior crisi, come Rovigo e Belluno in Veneto. Così come ci sono le periferie che meritano un intervento automatico dello Stato sui servizi e sulle infrastrutture. O, tramite l'attuazione effettiva del principio di sussidiarietà, attraverso gli enti locali». Ma per Milano non c'entrerà la corrispondenza d'amorosi sensi con Sala, sindaco di centrosinistra?«Milano è la testa italiana nel cuore d'Europa, merita attenzione perché è Milano. Le città metropolitane, tra cui Roma, Venezia, Torino, Bari, Napoli e via elencando, insieme rappresentano il 50% del Pil, oltre il 40% della popolazione italiana. Il loro coinvolgimento è doveroso. Dobbiamo improntare il rapporto tra governo e autonomie e locali sulla collaborazione, senza verità inconfutabili». Propugnate da chi?«Mi sono imposto un approccio gandhiano, non reagirò alle provocazioni. Consiglio solo a Fontana di non dire “o si fa come dico io, per esempio su scuola e sanità o vado avanti lo stesso", perché così non si va da nessuna parte; rispettiamoci e ascoltiamoci. Non dobbiamo sostituire ai limiti del centralismo statale i difetti del centralismo regionale». Ma non si poteva semplicemente ripartire da dove si era arrivati, dal documento «limato» col governo e dal pre accordo firmato già con Gentiloni premier, che aveva azzerato la possibilità di emendare il testo da parte dell'Aula? «L'autonomia differenziata è un punto fermo del programma del governo Pd-M5s e riguarda potenzialmente tutte le Regioni italiane, non solo le prime tre (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna) che hanno fatto domanda. Ho esortato tutte le Regioni a statuto ordinario a fare domanda. Sulla sanità le regole ci sono già e vanno al massimo limate e integrate. E poi, scusi, ma chi l'ha smontata la proposta della Lombardia sulla scuola? L'ex ministro Marco Bussetti. Dello stesso partito di Fontana. La verità è che sul percorso della riforma non eravamo affatto a buon punto, ma a un punto fermo ed è agli atti. Atti protocollati. E questo lo sa il sottoscritto nella sua qualità di ministro, così come i presidenti delle Regioni, Fontana incluso. Quindi, non solo non ciurlo nel manico, ma invito tutti a non fare propaganda. L'esibizionismo muscolare è poco proficuo». La bomba a orologeria dell'autonomia è stata innescata dai governi di centrosinistra inserendo in Costituzione la possibile riforma. Ricordo male?«No. Fu fatta in fretta e furia e i limiti sono via via emersi. Poi, come spesso accade, il Paese si adegua e il cosiddetto “apprendimento istituzionale" porta le istituzioni stesse ad adattarsi. Per questo penso che fatta l'autonomia sarà necessario apportare alcune modifiche al Titolo V, così come concordato nel vertice di maggioranza nell'accordo sul taglio dei parlamentari. Avere oltre 100 leggi regionali impugnate l'anno è una sconfitta per tutti».Con Luca Zaia, governatore del Veneto, com'è andata?«Bene. Confronto costruttivo, lui mi ha consegnato le sue proposte, io gli ho trasmesso i miei 36 rilievi, partendo sempre dallo stesso presupposto: lo Stato italiano è e deve restare indivisibile. Ho apprezzato contenuti e proposte della delegazione trattante del Veneto. Lavoreremo bene insieme».Immagino come Zaia avrà preso i 36 punti...«A me risulta abbia commentato: “Mi sento tranquillo, solo i pessimisti non fanno fortuna". Ho fiducia nella schiettezza reciproca. E poi senza la speranza, come diceva Eraclito, è impossibile trovare l'insperato».Venendo al governo: Pd, M5s e Leu costituiscono per lei un'alleanza sociale per il futuro. E Italia viva?«Io giro per le regioni e in quelle che ho visitato Italia viva se c'è, ancora non si vede. Gli auguro fortuna, ma quando parlo di alleanza sociale penso alla comunità dei progressisti e riformisti italiani».Renzi non ne fa parte?«Fuori dalla sinistra, c'è solo la destra. Tra l'altro, il centro mi pare molto affollato per essere un non luogo della politica: Renzi, Calenda, forse Urbano Cairo. E pure Briatore».Come si fa ad andare a braccetto con il M5s a Roma se poi per la Campania Di Maio ha detto: «Mai con De Luca».«Insieme si vince, divisi si perde. Non pretendo che lo si ammetta subito. Del resto, per cinque anni e in solitudine dicevo che andava fatta l'alleanza e mi sono sentito dire di tutto. Ci vuole pazienza».Se l'Umbria è l'Ohio del Pd (Nicola Zingaretti dixit), che succede se lì vince la Lega?«Prima dell'alleanza la partita era persa. Oggi c'è un testa a testa e noi faremo di tutto per vincere. Ma andremo avanti in ogni caso perché un percorso che guarda al domani non può fermarsi per un solo risultato. Che comunque io ritengo sarà positivo».Lunedì alle 13 era con Sala a Milano, alle 18 a Palazzo Chigi a Roma al Cdm. Potere dei voli di Stato?«Macché. Ci sono ottimi treni veloci a tutte le ore, s'informi. Peccato che ci siano solo al Nord. L'autonomia differenziata con la legge quadro la faremo anche per garantire treni veloci e adeguati che meritano il Sud e le Isole».
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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