2023-02-07
Il fondo Ue anti Ira è una fregatura green
Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire a Washington (Ansa)
I francotedeschi a Washington per trattare da soli la riduzione dell’impatto della legge a sostegno dell’economia Usa. Uno strumento simile europeo rischierebbe di aiutare solo i Paesi meno indebitati. Ma l’alternativa è infilarsi nel cappio della transizione ecologicaAtterrati a Washington, Il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, e il vice cancelliere e ministro dell’Economia di Berlino, Robert Habeck, hanno pianificato una serie di riunioni congiunte con il capo del Consiglio economico della Casa bianca, Brian Deese, il consigliere aggiunto alla Sicurezza, Mike Pyle, il segretario di Stato al commercio, Gina Raimondo, e il segretario di Stato al Tesoro, Janet Yellen. Argomento sul tavolo è il tentativo di ridurre l’impatto dell’Ira, Inflation reduction act, il fondo lanciato dalla Casa Bianca per sostenere l’economia Usa e attrarre produzione estera a suon di incentivi miliardari.D’altro canto i due ministri cercheranno anche di mettere sul medesimo tavolo i pilastri del fondo comunitario a sostegno delle aziende Ue nel tentativo di armonizzarli rispetto allo schema americano.Alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti, Le Maire in un’intervista ha dichiarato che l’Ira «cambia le dinamiche e offre dei vantaggi competitivi che, combinati ai prezzi dell’energia più bassi negli Usa fanno correre dei rischi sulle nostre industrie». Il ministro francese ha aggiunto che sono già stati ottenuti alcuni miglioramenti, con esenzioni a favore dell’Ue in particolare sul leasing di veicoli, mentre su eventuali ulteriori passi in avanti ha lasciato intendere che i margini di manovra rispetto a un testo già approvato dal Congresso potrebbero non essere elevati. Fin qui la cronaca della giornata odierna e della premessa che ha spinto i rappresentanti di Parigi e Berlino a imbarcarsi e trasvolare l’oceano. Ciò che invece non si legge dalle cronache delle agenzie è l’ennesimo bivio su cui si sta incamminando l’Ue. Mentre i rappresentanti di Francia e Germania tirano la volata con il chiaro intento di ottenere i posti migliori, gli altri Paesi proseguono nella discussione sul cosiddetto fondo sovrano. Giovedì i Ventisette «si concentreranno sulle sfide a breve termine dell’industria», ha indicato la responsabile degli affari europei Jessika Roswall. Il governo rilancia sullo Sure e il fondo sovrano europeo, ma in realtà sembra voler accettare lo scambio tra la rigidità (modello Paesi del Nord) sugli aiuti di Stato alle imprese e la garanzia di poter spostare gli investimenti dal Pnrr ad altre voci di spesa per sfuggire alla stretta dei tempi del piano nazionale di ripresa e resilienza. Mentre il ministro Adolfo Urso è volato a Stoccolma per incontrare il commissario Thierry Breton e partecipare al Consiglio sulla politica industriale si va delineando un gruppo d’intesa diverso da quello che tifa per l’asse franco tedesca. Assieme all’Italia ci sarebbe la Spagna, il Portogallo e una manciata di Paesi dell’Est. Qui il tentativo è di evitare che il fondo comune sostenga soltanto i Paesi meno indebitati scaricando di fatto sugli altri il fardello dell’inflazione.Il rischio però è che l’asse dei Paesi più a Sud non si saldi o per saldarsi debba comunque accettare il cammino della transizione ecologica. Non a caso, la bozza del documento del vertice indica che «per facilitare la transizione verde in tutta l’Unione ed evitare la frammentazione del mercato unico, una risposta politica della Ue pienamente efficace richiede anche l’accesso ai mezzi finanziari. A tal fine, i fondi della Ue esistenti dovrebbero essere utilizzati in modo più flessibile e dovrebbero essere esplorate le opzioni per facilitare l’accesso ai finanziamenti per le imprese. Il Consiglio europeo ha invitato così la Commissione a portare avanti i lavori «per garantire la piena mobilitazione dei finanziamenti disponibili e degli strumenti finanziari esistenti», in modo «da fornire un sostegno tempestivo e mirato nei settori strategici». Per comprendere meglio che cosa significhi dobbiamo tornare di nuovo a Parigi e per la precisione alla scaletta dell’aereo sulla quale Le Maire si è imbarcato verso gli Usa. Da lì il ministro di Emmanuel Macron ha celebrato la «svolta strategica» dell’Europa per sostenere l’industria europea per la transizione verde. «Stiamo per avere un Ira europeo», ha detto Le Maire facendo riferimento all’Inflation reduction act statunitense. Le Maire intervistato da France Inter ha osservato che se sarà presa la decisione favorevole «L’Europa avrà finalmente compiuto questa svolta strategica verso un intervento più forte per difendere le nostre industrie, la nostra produzione», ha aggiunto citando però i settori dell’idrogeno, delle turbine eoliche e dei pannelli solari. Le indicazioni suonano come già concordate e in linea con la bozza Ue. Il rischio palese è che l’unico modo per avere uno strumento di sostegno alle aziende e di contrasto agli incentivi Usa sia quello di infilarsi nella transizione green. Solo così anche i Paesi più indebitati potranno avere accesso ai fondi. Peccato che significherà comunque, per realtà come l’Italia, accettare l’annientamento di intere filiere produttive. Quella dell’automotive con motore a scoppio, ma anche quella della plastica da riciclare, della ceramica e parte dell’agroalimentare. Senza dimenticare il sacrificio del nostro patrimonio immobiliare sottoposto alle normative green. Come sempre una Ue divisa in due e a Sud la scelta tra il vincolo esterno e il vincolo interno.
Jose Mourinho (Getty Images)