2020-09-17
Fondi della Lega, il bancario scagionò i commercialisti
Lombardia Film Commission (Ansa)
Ora fa il grande accusatore ma Marco Ghilardi in una lettera a Ubi parlava di «contestazioni paradossali» e «operazioni regolari».Marco Ghilardi, l'ex direttore della filiale di Ubi Banca a Seriate, è considerato uno dei grandi accusatori di Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due revisori contabili della Lega ai domiciliari per l'affare da 800.000 sul cineporto di Cormano acquistato da Lombardia film commission. Anche ieri Ghilardi spiegava sui giornali di essere stato «tradito e di pagare per colpe di altri». Eppure, stando agli atti in mano alla Procura di Milano, esistono due Ghilardi. Perché nel giro di due mesi il banchiere, nato a Carobbio in provincia di Bergamo nel 1971, ha cambiato completamente versione. Basta seguire le date sui documenti in mano agli inquirenti per vedere come dal 21 maggio, data della contestazione disciplinare di Ubi, al 29 luglio, data delle dichiarazioni alla Guardia di finanza, l'opinione di Ghilardi su Manzoni e Di Rubba sia profondamente cambiata. Dopo le contestazioni della banca, infatti, l'ex direttore aveva deciso di arruolare l'avvocato Gabriele Fava, della Fava e associati, tra i più affermati studi italiani specializzati in diritto del lavoro. E il 29 maggio invia una lettera di giustificazioni. Otto giorni prima Ubi spiegava in una missiva come, «a seguito delle verifiche effettuate, è risultato che lei ha violato le norme contrattuali tempo per tempo vigenti ed il Codice di comportamento». Tra le contestazioni vengono citati i conti della Lega e i bonifici effettuati dai due commercialisti vicini al Carroccio. Nella lettera di risposta firmata da Ghilardi e dall'avvocato Fava, si legge che «le attività imprenditoriali svolte nel tempo da parte dei signori Di Rubba e Manzoni, che, in virtù dei personale rapporto instauratosi con il vostro dipendente, hanno comportato la scelta del vostro istituto per l'effettuazione di operazioni finanziarie, hanno senza dubbio giovato economicamente a Ubi». Non solo. Scrivono gli avvocati di diritto del lavoro: «D'altronde, risulta che anche successivamente al trasferimento del signor Ghilardi presso la sede di Monza, i rapporti bancari relativi ai signori Di Rubba e Manzoni siano rimasti regolarmente attivi presso la filiale di Seriate». I legali di via Durini contestano punto per punto. Sull'accredito proveniente da Gamenet di 64.000 euro, ricordano che si tratta di una vincita a una sala slot a Grumello. Riguardo alla Dea consulting, che ha come cliente la Lega nord per Salvini premier, Fava e associati scrivono che «non si comprende come possano o debbano risultare potenzialmente sospette delle operazioni di pagamento di regolari fatture emesse da parte di un professionista verso il proprio cliente per prestazioni correttamente rese». La lettera scagiona anche la posizione di Di Rubba, perché si deve considerare «che non possono di certo considerarsi sospette operazioni effettuate da parte del signor Di Rubba nei confronti e in favore di soci in affari quali il signor Manzoni o altre società in ogni caso connesse o riconducibili al signor Di Rubba stesso». Lo stesso discorso vale per Manzoni, perché anche in questo caso, scrivono gli avvocati di Ghilardi, «pare potersi affermare che numerosi accrediti per attività professionali a fronte di emissione di regolari fatture non paiono destare particolare sospetto se provenienti da società clienti del signor Manzoni». Sul caso Film commission, infine, si parla di «contestazioni paradossali», tant'è «che la contestazione di cui trattasi sul punto appare del tutto generica e non circostanziata». L'8 giugno Ubi invia la lettera di licenziamento. Ma il 10 luglio Ghilardi incarica Fava di adire per vie legali o per arrivare un accordo. A fine luglio è di fronte ai magistrati per accusare Di Rubba e Manzoni.
Marta Cartabia (Imagoeconomica)